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Tratto da IlSussidiario.net, di Niccolò Magnani
La Chiesa in Francia protesta contro la legge anti-separatismo Islam: “rischio di restrizioni alla libertà di culto di tutte le fedi e associazioni religiose”
LA PROTESTA DELLA CHIESA CONTRO LA LEGGE DI MACRON
Da sempre la Francia è la “patria” dove il confine sottile tra laicismo e laicità spesso viene “confuso” se non del tutto varcato: succede infatti che l’ormai famosa “legge contro il separatismo” voluta dal Presidente Macron nel 2020 per contrastare l’aumento di “forme” jihadiste e fondamentaliste islamiche, si stia tramutando in un sorta di “tagliola” in generale per la libertà di culto in Francia. La denuncia arriva dalla Conferenza Episcopale  francese, assieme ai fratelli protestanti e ortodossi, direttamente al Consiglio Costituzionale (molto simile per funzioni alla nostra Consulta): ad essere contestate sono le nuove disposizioni restrittive contenute nella legge «per confortare il rispetto dei principi della Repubblica». Il testo modificato di recente introduce restrizioni anti-terrorismo che però rischiano di intaccare le associazioni di ispirazione religiosa, e non solo le pratiche anti-libertarie di una parte dell’Islam.
Tratto da Il Sole 24 Ore, di Ugo Tramballi Il turista che arriva a Gerusalemme, camminando nei vicoli e fra i mercati della Città Vecchia, s’illude di assistere a un miracolo: ebrei, musulmani e cristiani; sinagoghe, moschee, chiese; arabi ed ebrei insieme dentro gli 0,9 chilometri quadrati chiusi dalle mura ottomane del XVI secolo in una contaminazione virtuosa. E’ un abbaglio. Il reclutamento è già in corso. A partire dalla descrizione della prima pietra antica incontrata, la guida scelta dall’inconsapevole turista è al lavoro per vendere la versione di Gerusalemme delle sue fedi: la religiosa e quella politica. “Non c’è un pollice di Gerusalemme dove un profeta non abbia pregato e dove un angelo non si sia fermato”, diceva Ibn Abbas, cugino di Maometto, già nel VII secolo, poco dopo la conquista musulmana. “Non c’è un solo luogo costruito in questo paese che non abbia avuto prima una popolazione araba”, avrebbe aggiunto 13 secoli più tardi l’israeliano Moshe Dayan, unificatore della città dopo la vittoria nella guerra dei Sei Giorni del 1967.
Tratto da Libero Pensiero, di Alessio Arvonio Nell’antica religione persiana del Manicheismo vi era l’idea che alla base della realtà vi fosse una lotta perenne tra il bene e il male; due forze in conflitto che muovevano le trame della storia. Ad oggi alcune cose sono cambiate. La lotta continua, ma a smuovere la storia partecipa, in aggiunta, una contrapposizione inedita fra due beni, per così dire, sul piano teorico. Il campo di battaglia è la macellazione rituale, che porta al fronte due diversi diritti: da un lato il benessere degli animali, dall’altro la libertà religiosa. L’alimentazione è un atto naturale, ma nel corso dei secoli ha assunto, presso molte civiltà e religioni, connotazioni sacre che prescrivono determinati procedimenti (preghiere, qualità tipiche del macellaio, condizioni geografiche particolari, invocazioni e benedizioni) per la produzione di un prodotto affinché diventi edibile. Un caso particolare riguarda la carne, per cui si parla talvolta di macellazione rituale, espressione intesa a sottolineare la sacralità di alcuni gesti, giudicati da molti cruenti. Ciò avviene soprattutto presso due grandi religioni: l’Ebraismo e l’Islam.
Tratto da Tio.Ch, di Simone Roncoroni
Il primo ministro ribadisce che il viaggio di Francesco è solo il primo passo verso la riconciliazione
OTTAWA - Il governo canadese non ha usato giri di parole: le scuse di Papa Francesco verso i popoli indigeni, per gli abusi nelle scuole residenziali gestite dalla Chiesa, non sono sufficienti. Le dichiarazioni sono arrivate quando il viaggio del Pontefice è giunto alla seconda tappa, a Quebec City. Nella città canadese il Papa ha incontrato, durante la giornata di ieri, il primo ministro Justin Trudeau e la governatrice Mary Simon.
Il tentativo del Vaticano di fare chiarezza su un passato tanto controverso quanto ambiguo, ha sollevato parecchie critiche. Le perplessità del governo canadese si sono unite all’indignazione di alcune vittime, che non hanno apprezzato il silenzio sugli abusi sessuali subiti dai bambini indigeni nelle scuole. Il mea culpa del Papa non ha raccolto quindi i consensi sperati. Alcune lacune nelle scuse presentate da Francesco non sono piaciute e sono state rimarcate da molte vittime.
Tratto da MicroMega, della Redazione
Stando ai dati del Mef, si conferma il trend rilevato lo scorso anno con il calo della Chiesa e la crescita dello Stato.
8 per mille: continua il calo di preferenze per la Chiesa cattolica, che perde 260 mila firme, mentre si conferma il trend in favore dello Stato, che ne guadagna 220 mila. Sono questi i dati (provvisori) relativi alle dichiarazioni dei redditi del 2021 pubblicati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Già lo scorso anno (dichiarazioni 2020) si era registrato un “travaso” dalla Chiesa allo Stato, con le firme alla Chiesa scese per la prima volta sotto il 30% del totale dei contribuenti (dal 31,83%, 13 milioni 168 mila firme, al 29%, pari a 12 milioni 56 mila firme) e un balzo in avanti dello Stato di un milione di firme (da 2 milioni 830 mila a 3 milioni 801 mila, per un salto dal 6,8 al 9%). Il trend, secondo i dati provvisori diffusi dal Mef, si conferma, seppur in misura inferiore, anche per le dichiarazioni dei redditi del 2021: le scelte per lo Stato salgono a 4 milioni 21 mila, quelle per la Chiesa scendono ulteriormente a 11 milioni 795 mila.
Tratto da Domani, di Federica Tourn
La denuncia al prefetto vaticano Kevin Farrell di un «predatore» pedofilo che però è stato soltanto spostato Il movimento minimizza: «Dal 2014 ricevute dodici segnalazioni in Italia, solo in sei casi giudicate verosimili»
È il 3 gennaio 2021e la Rai trasmette in prima serata la fic­tion L'amore vince tutto sulla figura di Chiara Lubich, la maestra di Trento che sotto i bom­bardamenti della seconda guer­ra mondiale decide di consacrar­si all'amore per Dio fondando una comunità ecclesiale di laici cattolici, il movimento dei Focola­ri. Nessuna ombra nel racconto televisivo, neanche una nota dis­sonante. Eppure proprio in quei giorni la società Gcps Consulting incaricata dai vertici del movimento, sta cominciando a investi­gare sulle denunce di abuso ses­suale a carico di Jean-Michel Mer­lin, un membro con ruoli apicali in Francia e che, con 37 vittime accertate, verrà definito un «abusa­tore seriale di minori» che ha go­duto della copertura del movi­mento.
Tratto da Eco Internazionale. di Daniele Monteleone
Il certificato di italianità va guadagnato e meritato superando delle “prove di cittadinanza” che secondo gli infiniti emendamenti dei sovranisti allo Ius Scholae vanno dalle sagre al presepe. 
Calendarizzata per il mese di luglio, la discussione alla Camera dello Ius Scholae, la proposta di modifica dell’ottenimento della cittadinanza italiana, rischia un pesante slittamento sia a causa di una – tanto per cambiare – crisi di governo estiva, sia per la sistematica operazione di ostruzionismo compiuta dai partiti della destra capaci di sfornare centinaia e centinaia di emendamenti per rallentarne il percorso parlamentare. Il marchio di italianità è divenuto così uno dei temi caldi dell’estate italiana (già attraversata da altri temi decisamente “scottanti”), un’estate in cui si sarebbe potuto riconoscere la cittadinanza a un numero di bambini stranieri che si aggira fra i 300mila e il mezzo milione. I 651 emendamenti di Lega e Fratelli d’Italia alla proposta dello Ius Scholae (originariamente un testo contenente contributi provenienti da Partito Democratico, Forza Italia e adesso anche Movimento 5 Stelle) sono stati per la stragrande maggioranza “innocui”, ovvero di natura formale, legati alla struttura dei periodi, alle scelte lessicali e grammaticali, e che quindi non vanno a intaccare la sostanza della proposta di legge.
Tratto da AGC News, di Maddalena Ingroia
Stando a un recente sondaggio, la maggioranza dei turchi vuole vivere in un Paese democratico e laico. In un momento in cui crescono le preoccupazioni per l’arretramento della democrazia e dell’ordine laico in Turchia, la stragrande maggioranza dei cittadini ha dichiarato che preferirebbe vivere in un Paese democratico e laico, secondo i risultati di un sondaggio d’opinione.

Alla domanda: “In che tipo di Paese vorresti vivere?”, il 72,9% dei partecipanti al sondaggio, condotto dalla società Metropoll di Ankara, ha risposto che vorrebbe vivere in un Paese democratico e laico, riporta Turkish Minute.

Anche la maggioranza dei sostenitori del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo, Akp, e del suo alleato di estrema destra, il Partito del Movimento Nazionalista, Mhp, desidera vivere in un Paese democratico e laico: il 57,8% degli elettori dell’Akp e il 74,5% di quelli dell’Mhp hanno risposto il tal senso.