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Tratto da SkyTG24, di La Redazione
In una sentenza storica si stabilisce che anche le donne non sposate potranno accedere all’interruzione di gravidanza. Al centro anche il diritto alla salute riproduttiva e alla dignità come piena autodeterminazione. Ecco quali sono le novità promosse dai giudici supremi
Mentre nel mondo l’ombra dei divieti si allunga sul diritto all’aborto, a New Delhi si fanno grandi passi avanti sul fronte dell’autodeterminazione delle donne. Il più alto organo giurisdizionale dell’India ha ribaltato la vecchia legge in materia di interruzione di gravidanza. D’ora in poi anche le nubili potranno ricorrere al trattamento in modo legale, ma la sentenza è anche un piccolo manifesto in cui si parla di salute riproduttiva a 360 gradi.
Tratto da valigiablu, di Bruno Saetta "L’individuo non può avere indefinitamente ragione contro l’umanità" (Jules Romains)

Il mito dell’individuo razionale

Il pensiero occidentale è teso a glorificare l’individuo moderno come un essere razionale, alimentando un’immensa fiducia nel singolo. Ma gli esperti di economia comportamentale hanno dimostrato, invece, che la maggior parte delle decisioni umane è basata su reazioni emotive e scorciatoie euristiche, piuttosto che su un’analisi razionale. Il premio nobel per l’economia nonché cofondatore dell’economia comportamentale, Daniel Kahnemann, ha spiegato che gli esseri umani prendono decisioni in base a due modalità: la prima basata sull’intuizione, che tende a decidere con impulsività e in base a sostituzioni (ad esempio la distanza di un oggetto è valutata in base alla nitidezza), cioè utilizzando i risultati di situazioni simili già processate, e che quindi è manipolabile e incline agli errori; la seconda basata sulla logica che decide in base a tutti gli elementi disponibili, che però tende a ritardare le decisioni quando, spesso, non ritiene di avere sufficienti elementi (Kahneman, Pensieri lenti e veloci). A pensarci bene anche l’individualità appare soltanto un mito. La nostra conoscenza spesso risiede al di fuori di noi, in genere nel gruppo di cui facciamo parte, nelle comunità della conoscenza cui ciascuno appartiene (Rozenblit,Keil, The misunderstood limits of folk science: an illusion of explanatory depth). Ben pochi individui possiedono le conoscenze per costruire un razzo spaziale, eppure ci illudiamo di avere tali conoscenze perché ne abbiamo accesso come gruppo. Ed è proprio l’affidamento al “pensiero di gruppo” che ci ha reso padroni del mondo e ci ha consentito di andare avanti senza rimanere impigliati dal tentativo impossibile di capire tutto da soli. L’illusione della conoscenza, però, ha i suoi lati negativi. Il mondo è talmente complesso che le persone non sono nemmeno più in grado di capire quanto la loro conoscenza di ciò che accade nel mondo sia limitata. Così chi non sa nulla di scienze climatiche e meteorologia propone politiche sul cambiamento climatico, e così via. Queste persone molto spesso tendono ad affiancarsi a persone che la pensano come loro su determinati argomenti, e con ciò all’interno del gruppo tendono a rinforzarsi vicendevolmente le loro opinioni. La presunzione di sapere viene costantemente rafforzata e raramente verificata. E nemmeno gli scienziati sono immuni al “pensiero di gruppo”, ad esempio ritenendo che sia sufficiente veicolare le evidenze scientifiche alla gente per far smettere loro di credere nelle fake news. Tali speranze si fondano sull’incomprensione del “pensiero di gruppo”, e quindi sul funzionamento del nostro modello cognitivo. La maggior parte delle nostre idee, infatti, è plasmata dal pensiero di gruppo non dalla razionalità individuale. Il pensiero di gruppo serve spesso a consolidare la lealtà al gruppo, quindi tende a prevalere anche sui fatti.

Nuovo modello economico digitale?

Il paradosso dell’età moderna è che nonostante l’enorme quantità di informazioni che abbiamo a disposizione, nonostante la facilità di accesso alle informazioni tramite internet, le fake news vengono pubblicate costantemente su tutti i media, tradizionali e digitali. Oggi esistono droni che chiunque può far volare per verificare la curvatura terrestre, eppure la teoria della terra piatta mantiene i suoi seguaci. La risposta più seguita a tale paradosso è la cosiddetta teoria del “capitalismo della sorveglianza”. Secondo tale teoria la società moderna è squassata a causa del modello economico che avrebbero inventato le grandi piattaforme del web (principalmente Google e Facebook, ma non solo) che si sostanzia in una forma di manipolazione dell’essere umano tramite l’estrazione (datificazione) delle informazioni dal comportamento (attraverso smartphone e dispositivi digitali) dalle quali ricavano un profilo digitalizzato dell’individuo. Il profilo digitale, poi, viene utilizzato per “conoscere” l’individuo e di seguito per manipolarlo, fino addirittura ad alterarne l’identità.
Tratto da Patria Indipendente, di Irene Barichello
In occasione del 79° anniversario delle Quattro Giornate, l’Anpi partenopea presenta una piattaforma digitale. Ciro Raia, presidente provinciale: “Un grande progetto, nato grazie alla sinergia con l’Archivio di Stato e l’Istituto campano della Resistenza, coinvolgerà università, imprenditoria, studiosi, scrittori e giornalisti”. Guardando all’80°
Oggi, martedì 27 settembre alle 10.30, presso l’Archivio di Stato di Napoli, sarà presentata la piattaforma digitale dedicata alle Quattro Giornate del settembre 1943, che videro uomini e donne del capoluogo partenopeo schierarsi con coraggio. Dalla parte di chi con coraggio disse “basta” alla guerra e alla violenza, e facendo di Napoli la prima città d’Europa a liberarsi da sola dall’esercito tedesco. Ciro Raia, presidente dell’Anpi provinciale di Napoli, ha voluto regalare a Patria Indipendente un piccolo assaggio in anteprima.
Tratto da  sanremo news, di Carlo Alessi
“Il voto ha fatto emergere la storia dell’Italia, che è segnata da una tradizione di umanesimo cristiano – ha dichiarato – incompatibile con le esasperazioni della cultura di sinistra”.
“Con Giorgia Meloni ha vinto l’umanesimo Cristiano”: questo, in estrema sintesi, il pensiero espresso dal Vescovo di Ventimiglia-Sanremo, Mons. Antonio Suetta, in una intervista concessa al quotidiano nazionale ‘Libero’, a commento delle ultime elezioni politiche. Il Vescovo, nell’intervista, ha auspicato soprattutto un Governo stabile “Che possa guidare il paese nelle complicate e pericolose situazioni critiche che si stanno vivendo”. Mons. Suetta, in risposta a una domanda del quotidiano nazionale, ha poi analizzato il voto politico del 25 settembre scorso, spiegando dal punto di vista pastorale, la grande affermazione di Fratelli d’Italia: “Il voto ha fatto emergere la storia dell’Italia, che è segnata da una tradizione di umanesimo cristiano – ha dichiarato – incompatibile con le esasperazioni della cultura di sinistra”.
Tratto da Dire, di Maria Carmela Fiumanò
Dall'Associazione Lgbt le congratulazioni alla leader Fdi e un invito al dialogo: “In passato è già accaduto e abbiamo portato a casa ottimi risultati”
Congratulazioni a Giorgia Meloni, autrice di una vittoria inedita della destra che riuscirà, per prima nella storia d’Italia, a portare una donna alla guida del Governo”. Il plauso alla leader di Fratelli d’Italia arriva da Enrico Oliari, fondatore e presidente onorario di GayLib, associazione italiana di orientamento liberale, che raggruppa persone LGBT+.  

APPELLO AL CONFRONTO “LAICO E SENZA PREGIUDIZI”

“Sarebbe davvero bello oltre che sorprendente – lancia l’idea Oliari – se, seguendo le tradizioni delle migliori destre conservatrici europee, la futura premier Meloni con la quale più volte negli anni, sia in sedi istituzionali sia in appuntamenti pubblici come la festa di Atreyu, abbiamo avuto occasione e modo di dialogare serenamente, volesse proseguire su questa strada aprendo un tavolo di confronto laico e senza pregiudizi sui diritti civili. La tradizione della nostra associazione – spiega – ha radici ben salde nei 25 anni di storia del nostro gruppo, fondate convintamente sul confronto e sulla reciproca conoscenza, anche partendo da punti spesso lontanissimi”.
Tratto da l'Espresso, di Chiara Sgreccia
Mentre le piazze italiane si riempiono di persone che lottano per difendere la 194 il centrodestra ha già accolto le istanze degli ultracattolici per contrastare la «soppressione di una vita umana inerme e innocente». Ma anche impedire la «colonizzazione ideologica gender e le adozioni per persone dello stesso sesso»
«Nella prospettiva di un riscatto morale che riconosca e condanni l’aborto per ciò che esso è, cioè la soppressione di una vita umana inerme e innocente, è urgente almeno eliminare qualsiasi condizione sociale, economica o personale che oggi obbliga o induce a ricorrere all’aborto per interrompere una gravidanza, come peraltro previsto dalla stessa Legge 194/1978. Si sollecita l’istituzione di una Giornata Nazionale della Vita Nascente (25 marzo)». Questo e molto, molto altro a tutela dell’obiezione di coscienza, della famiglia formata da uomo e donna, del matrimonio, per impedire la «colonizzazione ideologica del gender e contrastare le attività che promuovono la fluidità di genere o dell’identità sessuale», è scritto nella Carta dei Principi redatta da Pro Vita & Famiglia in occasione delle elezioni politiche che si sono appena svolte.
Tratto da The Submarine, di Cecilia Pellizari Sono più di un centinaio le donne iraniane che martedì scorso si sono organizzate in un sit-in di fronte all’ambasciata dell’Iran in via Nomentana, a Roma. I cartelli urlano “Donna, vita, libertà”, slogan che in questi dieci giorni continui di protesta in Iran hanno attraversato le piazze di circa 80 città del paese. Si organizzano tutte per la morte di Mahsa Amini, uccisa dalla Gash-e Ershad, la polizia morale islamica, per aver indossato scorrettamente l’hijab in un luogo pubblico.
La mobilitazione internazionale, dal basso, è arrivata praticamente subito. Nonostante il blocco totale delle linee internet in Iran, video e foto sono riusciti a uscire dal Paese, per raggiungere i media di tutto il mondo. Il KJK (Comunità delle donne del Kurdistan) ha pubblicato, qualche giorno fa, unadichiarazione in cui condanna la polizia morale iraniana e chiede “una lotta organizzata contro il femminicidio e il sistema di governo patriarcale.” Secondo l’organizzazione Iran Human Rights sono 76 i manifestanti uccisi in questi giorni, e superano il migliaio le persone incarcerate.
di Silvio Lavalle

Il sistema del welfare: i servizi sociali, le comunità alloggio per minori e i servizi educativi, le famiglie affidatarie, i servizi di neuropsichiatria infantile, i giudici del tribunale per i minori portano via i bambini alle famiglie povere, per darli alle famiglie ricche. Noi dimezziamo questi servizi e con i soldi risparmiati diamo sussidi alle famiglie povere salvando i bambini dal crudele allontanamento. Questo l’inconfessabile presupposto da cui prende le mosse il disegno di legge dell’assessora regionale Chiara Caucino che, sorda alle proteste e agli argomenti che da due anni lo accompagnano, si accinge a portarlo al voto in Consiglio regionale, evidenziandone il velleitarismo col titolo “Allontanamento zero”.

Tratto da Aleteia, di Esteban Pittaro
Per gli autori del progetto, la simbologia religiosa “non solo non è rappresentativa della totalità della popolazione, ma non si concilia con la laicità dello Stato Nazionale”
In Argentina, quattro deputati hanno presentato un progetto per la “rimozione dei simboli e delle immagini religiose installate in spazi pubblici e/o edifici appartenenti allo Stato Nazionale”. Si tratta dei parlamentari dell’opposizione Karina Banfi, autrice principale del progetto, Martín Arjol, Fabio Quetglas e Fernando Iglesias, i primi tre radicali e il quarto del blocco PRO. Il progetto che cerca di vietare l’esposizione di simboli e immagini religiose quando non facciano parte del linguaggio architettonico era già stato presentato in due occasioni, nel 2018 e nel 2020. In questa occasione, il nuovo tentativo di trasformarlo in legge ha luogo dopo la massiccia partecipazione di funzionari del Governo, molti dei quali in generale contrari a qualsiasi iniziativa di carattere religioso, a una Messa nella basilica di Luján nella quale hanno pregato per la pace nel Paese, ma senza la presenza di avversari politici.