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Tratto da Il Mattino di Simone Pierini Addio a un mito della musica: Harry Belafonte, che negli anni 50 aveva sfondato le classifiche pop ma anche le barriere della razza, diventando una forza nel movimento per i diritti civili, è morto nella sua casa dell'Upper West Side di Manhattan. Aveva 96 anni. La causa è stata un’insufficienza cardiaca congestizia, ha dichiarato Ken Sunshine, suo portavoce di lunga data.
Tratto da Domani di Federica Tourn «La mancanza di chiarezza sulle regole di funzionamento della Pontificia commissione per la tutela dei minori è la zona grigia in cui può verificarsi l’insabbiamento degli abusi». Hans Zollner, durante una conferenza stampa alla Sala stampa estera  a Roma il 17 aprile ha spiegato la sua decisione, ufficializzata il 29 marzo scorso, di dimettersi dalla commissione contro gli abusi vaticana. La scelta di lasciare questo organismo, espressamente voluto da papa Francesco nel 2014, è stata determinata da «problemi strutturali».
Tratto da Centro Gobetti di Pietro Polito La Costituzione è il più grande risultato della Resistenza sul piano politico e sociale tanto che l’una è il punto d’arrivo, l’altra è il punto di partenza. Si può dire che la Resistenza traccia le linee del cammino, la Costituzione pone le basi del nuovo Stato. In altre parole la Costituzione raccoglie gli ideali della Resistenza: il governo dal basso, i diritti di libertà e sociali, il ripudio della guerra.
Tratto da Comune di Torino L'anniversario della liberazione d'Italia ricorre il 25 aprile di ogni anno e celebra la lotta dei partigiani, delle partigiane e quella del popolo italiano che ha portato nel 1945 a riconquistare le libertà negate dal nazifascismo, con un prezzo di lutti, dolore e sacrificio.
Tratto da L'Espresso di Cristina Campiglio Ufficiali di stato civile e giudici applicano le norme sulla trascrizione in Italia degli atti di nascita redatti all’estero dei figli di coppie omogenitoriali. Ma bisogna introdurre procedure semplificate e rapide di adozione a favore del genitore non biologico. Evitando un limbo dei diritti.
Tratto da Altreconomia di Nicola Villa Nell’agosto del 2016 la scrittrice turca Aslı Erdoğan, nata a Istanbul nel 1967, venne arrestata insieme a ventidue giornalisti del giornale filo-curdo Özgür Gündem con l’accusa di “fare propaganda terroristica”. La sua incarcerazione ebbe una risonanza mondiale: il New York Times l’ha eletta una delle donne più influenti quell’anno e a Parigi le venne assegnato il Premio Simone de Beauvoir per la libertà delle donne. Dopo quattro mesi in carcere, riuscì a emigrare in Germania, dove tuttora risiede e continua a svolgere la sua attività di scrittrice e di intellettuale.
Tratto da Il Manifesto di Alessandra Algostino Contro i migranti è in atto una guerra che si inscrive nell’orizzonte di un violento scontro di classe su scala globale. La necropolitica oscura, nelle politiche sull’immigrazione, la figura del doppio binario, che, accanto alla repressione (controllo, detenzione, respingimenti), contempla l’integrazione come riconoscimento di diritti. Si impone, nello scontro “sovranità degli Stati versus universalità dei diritti”, una versione crudele della sovranità, che si manifesta materialmente come «controllo sulla mortalità».
Di Silvio Lavalle All’invadenza di questo english si cede volentieri perché “Disability Pride” ci annuncia, con parola ormai internazionalmente nota, la parata orgogliosa e allegramente vendicativa di una minoranza vasta e oltraggiata: quella delle persone con disabilità. “Chiedete tutto” era l’invito lanciato alla folla dal palco di piazza Castello, da “agitatori” ciechi accompagnati da labrador vedenti e agitatori di code. Succedeva sabato 15 a Torino, finalmente, dopo l’interruzione della pandemia, e a otto anni dalla prima assoluta del 2015 a Ragusa.
Tratto da Luce di Marianna Grazi “Molte donne sono ancora in un modello mediterraneo, che siano di origine italiana, marocchina o turca. È un modello famigliare in cui l’uomo lavora e la donna rimane a casa per occuparsi dei bambini”. Una frase shock quella pronunciata in diretta televisiva da Bernard Clerfayt, il ministro per il Lavoro della Regione di Bruxelles-Capitale, venerdì 14 aprile. Durante un’intervista all’emittente francofona Ln24, il politico belga ha esternato quelle che, secondo lui, sono le ragioni del divario occupazionale tra donne e uomini in città.