TWITTER ANTI LGBTQ

Tratto da La Repubblica di Paolo Mastrolilli

NEW YORK – Elon Musk torna al centro della bufera politica, stavolta per un documentario contro il cambio di sesso fra i transgender. Una nuova polemica che dimostra come il proprietario di Twitter sia ormai diventato un agente della propaganda conservatrice, qualunque sia l’opinione sul tema al centro dello scontro.

Il documentario si intitola What is a Woman ed è stato girato un anno fa da Matt Walsh, commentatore e attivista di destra, che collabora in particolare col sito The Daily Wire. Denuncia l’abuso da parte della sinistra delle politiche a sostegno dei transgender, puntando il dito soprattutto sui minorenni che vengono spinti a cambiare sesso, o comunque incoraggiati a prendere decisioni per mutare in maniera permanente le loro vite, quando non sono ancora abbastanza maturi per farlo.

Walsh si schiera nella “guerra culturale” contro le tendenze “woke”, che è al cuore del programma politico con cui i repubblicani, e in particolare il governatore della Florida DeSantis, sperano di riconquistare la Casa Bianca. Infatti va anche oltre il tema dei trans, quando nell’ultima scena del documentario chiede a sua moglie cosa sia una donna. Lei sta preparando un panino in cucina, e gli risponde così: “Un essere umano adulto femminile, che ha bisogno di aiuto per aprire questo”. Quindi porge al marito un barattolo, che Matt apre felice e soddisfatto.

Il messaggio dunque non riguarda solo i trans, ma si allarga in generale al ruolo delle donne della nostra società, che a quanto si capisce dal sorriso di Walsh è cucinare e chiedere aiuto ai maschi per le attività che il sesso debole non è in grado di compiere. Il documentario doveva essere rilanciato il primo giugno su Twitter, ma poco dopo i responsabili della sicurezza sulla piattaforma ne hanno limitato la visione, aggiungendo un tag che lo descriveva come “hateful conduct” perché promuoveva il “misgendering”, ossia la pratica di rifiutare o denigrare le persone per il modo in cui si identificano come genere. Jeremy Boreing, direttore del Daily Wire, si è lamentato pubblicamente con Musk, che poco dopo è intervenuto.

All’inizio ha detto che si era trattato di un errore: “Che tu sia d’accordo o meno ad usare il pronome preferito da una persona, non farlo può essere al massimo maleducato, ma non viola alcuna legge”. Elon aveva aggiunto che lui lo fa, per rispetto delle buone maniere, ma “per la stessa ragione, mi oppongo all’ostracismo o le minacce violente se viene usato il pronome sbagliato”. Fin qui si tratterebbe solo della difesa della libertà di comportamento e opinione, con cui Musk ha giustificato anche la riapertura di Twitter a Trump, nonostante avesse usato la piattaforma per promuovere le bugie che avevano fomentato l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021. Poi però, davanti a nuove proteste di Boreing e Walsh, è andato oltre, rilanciando il tweet del documentario e incoraggiando “ogni genitore a guardarlo”. Perché “gli adulti consenzienti dovrebbero poter fare qualsiasi cosa li renda felici, purché non facciano del male agli altri, ma un bambino non è capace del consenso, che è il motivo per cui abbiamo leggi per proteggere i minorenni”.

Subito si è scatenata la polemica social, a favore o contro, ma il punto va oltre il legittimo dibattito sul tema del documentario. Questa nuova uscita infatti conferma come il proprietario di Tesla, Space X, Neuralink, Starlink e ora anche Twitter, nonché uomo più ricco al mondo, sia diventato un operativo politico del campo conservatore.

Ha detto che voterà repubblicano; ha ospitato il lancio della candidatura presidenziale di DeSantis, con un evento privo delle basilari garanzie giornalistiche; consentirà a Tucker Carlson, anchorman cacciato dalla Fox, di resuscitare la propria carriera sul social; ieri sera ha ospitato il candidato democratico Robert Kennedy, che non ha alcuna possibilità di ottenere la nomination, ma se poi correrà come indipendente toglierà a Biden voti decisivi negli stati chiave. Naturalmente è tutto legittimo, a patto di riconoscere che Musk ha scelto di diventare un agente dei conservatori.

 

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