Tratto da Il Post Lunedì il presidente dell’Uganda Yoweri Museveni ha promulgato una legge che prevede molti anni di carcere e talvolta la pena di morte per le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e queer. La legge era stata approvata dal parlamento a marzo ed è considerata una delle più punitive nel suo genere: per questo le Nazioni Unite, i paesi occidentali e varie organizzazioni per i diritti civili speravano che Museveni non la firmasse. Museveni ha invece deciso di farlo, dicendo di aver voluto in questo modo «resistere alle pressioni imperialiste».
Tratto da Il Mulino di Valentina Maisto  Come giovane sostituta procuratrice presso la procura di Napoli non può non colpirmi l’opinione – risalente al 1956 – del presidente onorario della Corte di cassazione Eutimio Ranelletti:

«La donna è fatua, è leggera, è superficiale, emotiva, passionale, impulsiva, testardetta anzichenò, approssimativa sempre, negata quasi sempre alla logica, dominata dal “pietismo”, che non è la “pietà”; e quindi inadatta a valutare obiettivamente, serenamente, saggiamente, nella loro giusta portata, i delitti e i delinquenti» (p. 22).

Tratto da Rai News di Antonio Bonanata Il governo brasiliano del presidente Lula si appresta a cambiare la carta d'identità nazionale (Cin) per renderla “più inclusiva e rappresentativa”. A marcare la differenza, la scomparsa del campo “sesso” in cui ci si deve identificare. Anzi, come si dovrebbe scrivere secondo le regole dello schwa, “in cui ciascun cittadin* deve identificarsi”. Non sarà presente neanche la denominazione sociale e anagrafica, d'ora in poi la carta di identità conterrà solo il nome con cui la persona si dichiara nell'atto di emissione della stessa.
Tratto da L'Espresso di Paolo Di Paolo Inciampare in un problema di matematica con qualche sfumatura sessista è un’esperienza disarmante ma non rara. Anche una situazione di partenza ovvia – la mamma che cucina o lava i piatti (mentre il papà è irreperibile) – salta all’occhio se si hanno lenti, non dico nuove, ma almeno un po’ “aggiornate”.
Tratto da L'essenziale di Luigi Mastrodonato Quando nell’agosto scorso Marianna ha passato la prima notte nell’Istituto a custodia attenuata per detenute madri (Icam) di Milano, ha dormito bene come non faceva da tempo. Avere di fianco sua figlia le ha trasmesso serenità, un sentimento che non era mai riuscita a provare nei sei mesi precedenti, mentre era in carcere da sola. Le giornate trascorrevano tutte uguali, senza niente da fare, nemmeno le attività di base previste per i detenuti, quasi esclusivamente riservate alla sezione maschile.