La città di Strasburgo limita la vendita di crocifissi durante la fiera di Natale
Tratto da Aleteia, di Francisco Vêneto I responsabili adducono argomentazioni relative alla qualità dei prodotti La città francese di Strasburgo ha limitato...
Con una lettera al Ministro dell’Interno Piantedosi i membri del Consiglio per le relazioni con l...
Di Leonardo Bianchi. Tratto da Valigia Blu La sera del 5 novembre – quando la vittoria di Trump er...
Di Silvja Manzi In questo turbolento autunno elettorale planetario, un Paese si è trovato in bilico...
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La Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) apre lo “Sportello Scuola Laicità Pluralismo”, un servizio rivolto a chiese evangeliche, associazioni culturali, gruppi confessionali e individui.
La missione di questa nuova attività della Fcei è «il sostegno ad una scuola laica, attenta a riconoscere il pluralismo religioso e culturale della società italiana, e a promuovere una didattica che lo riconosca come asse educativo e patrimonio civico».
«Ci assumiamo questo nuovo impegno perché sollecitati dalle chiese membro– spiega il presidente della Fcei, prof. Daniele Garrone – ma è nostra intenzione mettere a disposizione questo sportello di quanti nella scuola e nella società italiana condividano l’idea di una scuola laica e, al tempo stesso, capace di rappresentare il pluralismo religioso e culturale che si esprime nella società Italiana. Purtroppo – aggiunge il Presidente della Federazione – ancora oggi assistiamo a tentativi di confessionalizzare alcuni spazi della scuola pubblica che, oltre a contraddire lettera e spirito della Costituzione, limitano lo sviluppo di percorsi didattici coerenti con il carattere multireligioso e interculturale del Paese».
La docu-serie Netflix su una delle più misteriose pagine della nostra cronaca. Parla Pietro Orlandi: «Non smetteremo mai di cercare la verità»
Quello intorno a Emanuela Orlandi, la giovane cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983, è un silenzio che grava da 39 anni. E che, a partire dal 20 ottobre, anche la piattaforma di streaming Netflix illumina con una docu-serie di quattro puntate dal respiro internazionale. “Vatican girl: la scomparsa di Emanuela Orlandi”, già dal titolo suggerisce la volontà di fare di una delle pagine irrisolte della cronaca italiana una storia collettiva, anche grazie alla copertura che il colosso dello streaming mondiale offre, e che gli ha permesso di lanciarla in 160 paesi. Per questo motivo, è stata prevista una versione totalmente in lingua inglese e una mista, con parti originali in italiano e sottotitolate. Dopo il successo di serie true crime come “The Keepers”, che racconta la misteriosa morte di suor Cathy Cesnik, l’insegnante di letteratura inglese scomparsa presso la Archbishop Kenough High School di Baltimora nel 1969 e ritrovata morta due mesi dopo, ancora una volta Netflix pesca nelle pagine più irrisolte della cronaca nera, dove la ricerca della verità si scontra col muro di gomma delle gerarchie cattoliche. Stavolta lo fa affidandosi a Mark Lewis, il talentuoso regista britannico vincitore di un Emmy per la docu-serie “Don’t F**k With Cats: Hunting an Internet Killer”. E basterebbe solo questo per distanziare “Vatican girl” dalle serie di successo che pescano nell’immaginario collettivo italiano come SanPa e Wanna, rispettivamente su San Patrignano e Wanna Marchi.