Una lingua non laica, una Costituzione laica ma marchiata dal concordato

Di Davide Babboni

Avendo avuto il piacere di conoscerVi personalmente, mi prendo la libertà di inviarvi, more antiquo, queste poche righe, intanto per ringraziarVi ed esprimere il mio apprezzamento per la Vostra attività, volta a promuovere la mente laica, indipendentemente dalla credenza religiosa, atea o agnostica; ma intendendo il termine laico nel senso più esteso, riconoscibile in qualsiasi ambito del pensiero filosofico, etico, morale, ideale, politico, ideologico e consuetudinario.
Il secondo motivo che mi stimola a scriverVi è il desiderio di indicare due criticità, secondo me importanti, anche se in ambiti diversi, e quasi del tutto trascurate.
Una riguarda in particolare l’Italia, e si riferisce all’articolo 7 della Costituzione, che ingloba i Patti Lateranensi del 1929, con le modifiche apportate nel 1984 durante il governo Craxi.
L’altra, di natura linguistica, riguarda l’asimmetria con cui sono espresse le credenze di chi ha un dio personale e di chi invece lo nega. Questi ultimi, sono linguisticamente rappresentati in negativo (non credenti, atei, eccetera) mentre sia costoro che coloro che praticano una religione sono portatori di contenuti di pari peso e dignità e non rispettivamente di un contenuto e di un’assenza di contenuto.
Si trascura così il fatto che tutti siamo “nati per credere” (Nati per credere Telmo Pievani e Vittorio Giotto Torino Codice Edizioni) e definire qualcuno “senza dio”, equivale a ipotizzare che dio esiste.

Questa discriminazione su basi linguistiche è presente già prima del cristianesimo e anche nella Grecia di Socrate. Sia chiaro che qui non propendo per una categoria di persone in particolare, ma voglio mettere in risalto, quello che giustamente, da anni, si fa col femminismo e le questioni di genere: la lingua, come processo storico, condizionato dal potere, non è per nulla neutra, e, visto il suo peso negli aspetti cognitivi, necessariamente condiziona il pensiero: se le parole mancano o esprimono concetti ideologicamente connotati, il discorso e la relazione diventano meno lineari e paritari.

Volevo essere breve e così non è stato. Grazie per l’attenzione e cordiali saluti.

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