IL TEXAS LEGIFERA: NO ALLA LAICITÁ A SCUOLA

Tratto da La Repubblica di Paolo Mastrolilli

Il principio della separazione tra Stato e Chiesa è in pericolo negli Stati Uniti, dove ormai viene apertamente contestato da un’ampia corrente del Partito repubblicano. Lo dimostrano le tre leggi appena approvate dal Senato del Texas, che ordinano di esporre i Dieci comandamenti nelle scuole pubbliche, creare spazi per la preghiera e lo studio della Bibbia nelle aule, e codificare nell’impianto legislativo locale la sentenza della Corte Suprema che aveva difeso l’allenatore di una squadra di football scolastica, punito perché alla fine della partita aveva pregato in mezzo al campo. I testi ora passano all’esame della Camera.

Se verranno approvati e firmati dal governatore Greg Abbott, entreranno in vigore il primo settembre, in tempo per l’inizio del prossimo anno accademico.
La prima legge, il Senate Bill 1515, stabilisce che «le scuole pubbliche elementari o secondarie devono esporre in un luogo cospicuo dentro ciascuna classe un poster durevole, o una copia incorniciata, dei Dieci comandamenti», Il testo indica anche le misure minime, alto 16 inches (quaranta centimetri e mezzo) e largo 20 (51 centimetri), e si raccomanda che abbia caratteri tali da poter essere facilmente leggibili per una persona con vista media.
La seconda, Senate Bill 1396, richiede alle scuole pubbliche di servare del tempo per consentire agli studenti di pregare e studiare la Bibbia, mentre sono negli istituti.
La terza, il Senate Bill 1556, chiede invece di codificare con una legge la sentenza della Corte Suprema Kennedy vs. Bremerton School District. Joe Kennedy era l’allenatore della squadra di football di una scuola, punito perché alla fine di una partita aveva pregato a metà campo. Il massimo tribunale degli Stati Uniti ha però stabilito che aveva il diritto di farlo, perché non pregava in quanto dipendente del distretto, ma a titolo personale.
Il vice governatore del Texas, Dan Patrick, ha elogiato le misure perché «ristabiliscono la libertà dei cittadini di esprimere liberamente le loro sincere convinzioni religiose. Non credo – ha aggiunto – che si possa cambiare la cultura del Paese finché non cambieremo la cultura dell’umanità. Riportare i Dieci comandamenti e la preghiera nelle scuole pubbliche consentirà agli studenti di diventare migliori texani». Il senatore Mayes Middleton, promotore del Bill 1396, non fa mistero delle sue motivazioni:
«I nostri padri fondatori certamente non avevano mai inteso di stabilire la separazione di Dio dal governo o dalle scuole, nonostante i tentativi della sinistra di ingannare la gente su questo fatto. La legge permette il libero esercizio della religione nelle nostre scuole pubbliche, come garantito nella Costituzione. Le nostre scuole non sono God-free zones», ossia zone dove Dio è bandito.
Per la verità, il Primo emendamento della Costituzione decreta che «il Congresso non dovrà fare leggi per stabilire una religione di stato, oppure per proibire il suo libero esercizio». Per oltre due secoli questa frase è stata interpretata come l’affermazione della separazione tra Stato e Chiesa, garantendo allo stesso tempo la libertà di culto e il divieto di imporlo. Ora però molti repubblicani, vicini a Trump nonostante la sua storia non propriamente religiosa, non la vedono più così. La deputata del Colorado Lauren Boebert ha detto che «ci siamo stancati della separazione tra Chiesa e Stato». E con l’aiuto della maggioranza conservatrice nella Corte Suprema sono convinti che sia arrivata l’occasione per cancellarla.

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