PREGA IN CLASSE…E DIVENTA CONSULENTE

Tratto da Orizzonte Scuola di Andrea Carlino

Ha destato enorme scalpore l’episodio dalla maestra, originaria della Sardegna, sospesa per aver pregato con gli studenti in classe. La vicenda ha suscitato forti reazioni da parte non solo dell’opinione pubblica, ma anche della politica.

Tuttavia, in seguito alle polemiche, l’Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna, criticato per il provvedimento, fornisce chiarimenti. Il Direttore Generale dell’USR, Francesco Feliziani, segnala Adnkronos, difende quanto deciso e spiega che non si tratta di una decisione basata su una “furia iconoclasta”, come aveva detto il Presidente della Regione Sardegna, Francesco Solinas. Piuttosto, si è seguito un processo garantista da parte dell’organo collegiale competente.

In particolare, vi sarebbero state altre segnalazioni da parte di docenti e genitori riguardanti le pratiche religiose svolte durante le lezioni. Da qui è scaturita l’azione disciplinare nei confronti della docente: non si è trattato soltanto di una preghiera in classe, precisa Feliziani.

Il procedimento è stato un atto dovuto, in conformità alla Legge Brunetta del 2009. Infatti chi non esercita un’azione disciplinare che ha l’obbligo di portare avanti, diventa passibile a sua volta di azione disciplinare. Alla fine del procedimento l’Ufficio provvedimenti disciplinari verifica se ci siano state violazioni e le inquadra nel regolamento con le relative pene. È un procedimento garantista.
Feliziani, in risposta alle critiche ricevute, spiega che l’USR ha operato seguendo la procedura corretta e ne ha dato piena contezza al Ministero. La valutazione circa la sanzione irrogata non spetta né a lui, né al Presidente della Regione o alla stampa, ma eventualmente al giudice del lavoro.

Il Direttore Generale dell’USR difende le persone coinvolte nel caso della sospensione dell’insegnante, sottolineando che l’azione dell’ufficio è improntata a canoni di correttezza amministrativa, senza alcuna finalità ideologica: “Rispetto le posizioni di tutti e capisco, per come sia stata data la notizia all’origine, che essa possa essere stata fraintesa in buona fede da di chi l’ha letta in un certo modo. Ma ci tengo a ribadire che l’azione dell’ufficio è improntata a canoni di correttezza amministrativa, senza nessuna finalità ideologica come quelle che ci hanno imputato”.

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