L’INGANNO DELL’8X1000

Genesi

L’8X1000, è nato nel quadro della revisione del Concordato Stato-Chiesa del 1984, quando il Governo Craxi ha rinnovato i mussoliniani patti Lateranensi del 1929. I suoi diretti riferimenti costituzionali sono gli articoli 7 e 8.
Esso si riferisce alle imposte dirette versate dalle persone fisiche e interessa tutti coloro che presentano la dichiarazione dei redditi, anche se non devono versare nulla. L’imposizione di questa aliquota sull’imposta dovuta avviene sia che si firmi per destinarla ad uno dei soggetti convenzionati con lo Stato sia che non si firmi. La ripartizione dell’intero fondo dell’8X1000 avviene in modo proporzionale al numero di scelte espresse.


Chi non firma (il 57% dei contribuenti) partecipa inconsapevolmente alla ripartizione senza potervi influire perché la sua quota parte viene comunque distribuita.
Usando numeri semplificati ecco il meccanismo distributivo: se il montante è di 1000 milioni e un certo ente ha ottenuto sei milioni di firme, su un totale di venti milioni di firme espresse (i contribuenti sono circa quaranta milioni), quell’ente riceverà il 30% del montante, ossia 300 milioni, pur avendo ottenuto solo il 15% delle “preferenze” dei contribuenti. Per chi ama le formule si può dire così: quota spettante= montante dell’8 per mille X numero di firme ottenute dall’ente / totale delle firme (e non dei contribuenti!) espresse dai dichiaranti. Questo meccanismo ricorda da vicino quello per l’attribuzione del numero totale dei seggi previsto dal sistema elettorale.

La grande maggioranza delle confessioni convenzionate ha scelto di incamerare oltre ai fondi assegnati per consapevole scelta dei contribuenti, anche la quota derivante dal cospicuo fondo versato da quelli che non hanno scelto. Solo una piccola minoranza di confessioni convenzionate rifiuta i soldi degli “inconsapevoli”.
Accanto alle confessioni religiose lo stesso Stato si propone come destinatario di contributi che dovrebbero andare a progetti di carattere sociale, scientifico, etico.
Fino alla prima parte degli anni ‘90 lo Stato captava la quota maggiore dell’8X1000, ma nel corso degli anni la situazione si è modificata, sia in termini di percentuali, sia in termini di destinazione dei fondi. A partire dal 2004, con una prima correzione da parte del governo Prodi, la quota riservata alle attività sociali dello Stato è stata reindirizzata su impegni finanziari molto diversi da quelli originari: per esempio il finanziamento della guerra in Iraq. Successivamente Berlusconi, li ha usati per la sua campagna elettorale (vincente) finanziando l’abolizione della tassa sulla prima casa di proprietà. Un altro utilizzo “creativo” di quei fondi pubblici è stato, nel 2008, il loro impiego per la conservazione dei beni artistici di proprietà della Chiesa.
Bisogna notare che lo Stato (quello stesso che, attraverso l’Inps, eroga il Trattamento di Fine Servizio ad oltre tre anni dal pensionamento, e senza interessi legali) corrisponde ai beneficiari dell’8x 1000 gli interessi maturati tra lo specifico anno fiscale e il momento dell’effettiva erogazione delle somme, di norma tre o quattro anni dopo.

Prendere a Cesare quel che è di Cesare
Lo Stato non pubblicizza la sua partecipazione alla ripartizione del fondo dell’8X1000, ed è ormai sceso al 9% delle firme (anno 2021). La Chiesa Cattolica è in progressivo calo, ma fa ancora la parte del leone. Con il 29% di preferenze che le frutta il 70% del totale: quasi un miliardo di euro su un totale di circa 1300 milioni di euro.
Buona parte di questa enorme cifra viene destinata da Santa Romana Chiesa alle esigenze del culto e al sostentamento del clero, del suo apparato e del suo immenso patrimonio immobiliare (su cui non paga tasse). Solo il 20% di quanto riceve dai contribuenti è invece destinato alle cosiddette opere di carità. La Conferenza Episcopale Italiana (CEI) pubblica ogni anno un resoconto sulla destinazione dei fondi, ma senza fornirne il dettaglio.
Ben distanziata da Chiesa Cattolica e Stato troviamo la Chiesa Valdese, che col suo 1,4% circa di preferenze, è al terzo posto nella distribuzione dei fondi, captandone quasi il 3%, corrispondenti a circa 40 milioni di euro. Tale cifra viene interamente destinata alle opere di valore sociale e dettagliatamente rendicontata.
Gli altri enti convenzionati si regolano in modo differenziato. La Chiesa Luterana, per esempio, sulla scia di quella Cattolica, utilizza i fondi prioritariamente per il clero e le attività inerenti al culto. Le comunità ebraiche invece fanno anche attività a sfondo sociale, pur orientandole prioritariamente nell’ambito dell’ebraismo.
Ortodossi, Induisti e le due associazioni buddhiste convenzionate, Soka Gakkai e Unione Buddista Italiana, destinano i fondi alla gestione del culto e del personale ad esso adibito e alle attività umanitarie e culturali. Testimoni di Geova e Mormoni, hanno intese con lo Stato, non ancora ratificate dal Parlamento e non accedono ai fondi, mentre nessuna associazione Musulmana ha, ad oggi, stipulato un’intesa con lo Stato.

Cena aziendale dove pagano anche gli assenti
Abbiamo visto che soltanto il 43% dei contribuenti esprime una preferenza, mentre il restante 57% lascia che siano gli altri a decidere dei loro soldi. Gli andamenti della distribuzione del fondo nel corso degli anni sono cambiati ma, in ogni caso, chi non partecipa alla cena aziendale sappia che pagherà comunque più della metà della pizza mangiata da chi siede a tavola.
La Corte dei Conti, molti Costituzionalisti, addirittura un membro della CEI e anche il cattolicissimo Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, hanno, nel tempo, espresso serie obiezioni sul meccanismo distributivo, considerato da alcuni mostruoso sul piano giuridico.
Pur non sperando molto da questo Parlamento, sarebbe il caso di riaprire la discussione in quella sede con l’obbiettivo di giungere alla piena applicazione dell’articolo 3 della Costituzione.
Nel frattempo sarebbe importante almeno scegliere a chi dare l’8×1000, invece di pagare la pizza a colleghi che non ci piacciono.

Alcune fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Otto_per_mille
https://www.micromega.net/8-per-mille-chiesa-cattolica/
https://www.nev.it/nev/2023/02/24/paolo-naso-la-liberta-religiosa-non-e-un-tema-di-parte-e-il-cuore-della-democrazia/

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