24 Feb L’Unione europea legittima i muri contro i migranti
Tratto da the submarine di Alessandro Massone
I leader europei hanno deciso di adottare una linea di repressione durissima contro i migranti che cercano di raggiungere le città europee, fermandosi solo a un passo dal finanziare direttamente, con fondi comunitari, la costruzione di barriere fisiche lungo i confini esterni dell’Unione europea — e senza impedire che progetti simili siano finanziati dai singoli stati o attraverso accordi indipendenti tra singoli stati. È una vittoria rilevante per il governo italiano di Giorgia Meloni: le conclusioni adottate dal Consiglio europeo contengono anche un punto sul “bisogno di cooperazione rinforzata” sulle attività di Ricerca e soccorso — un riferimento alle operazioni delle ONG che salvano troppi naufraghi in mare. L’accordo è stato celebrato anche da Identità e Democrazia, il gruppo politico di estrema destra che raccoglie Lega, Rassemblement National e Alternativa per la Germania: il portavoce del gruppo, Tobias Teuscher, ha celebrato il risultato dicendo che il gruppo “non ce l’avrebbe potuta fare da solo.” “Avevamo,” ha continuato Teuscher, sollevando un foglio di carta con una foto del leader del PPE, “un eccellente spin doctor. Lo conoscete tutti, si chiama Manfred Weber. Se sta adottando le nostre politiche, forse dovrebbe venire a lavorare per noi.”
Nonostante il collocamento del PPE — formalmente nel centrodestra — Weber la settimana scorsa ha abbracciato posizioni più estremiste, unendosi a chi sostiene che l’Unione europea dovrebbe usare fondi comunitari per finanziare muri e barriere lungo i propri confini esterni. Alla fine non si è trovato un accordo per finanziare i muri, ma von der Leyen si è impegnata per sviluppare comunque “due progetti pilota” che offrano “pacchetti integrati di infrastruttura fissa e mobile — da automobili a telecamere, da torri di avvistamento alla sorveglianza elettronica.” In seguito, verranno lanciati “altri progetti pilota per mostrare le migliore pratiche” al confine — registrazione, procedure rapide e eguali per la richiesta d’asilo, ma anche “come gestire i rimpatri.” Per aumentare i rimpatri — uno degli obiettivi dichiarati — le decisioni di rimpatriare i migranti saranno valide in tutti gli stati, un passaggio visto come intermedio in vista di una “lista europea dei paesi sicuri.”
Il tentativo di nascondere la repressione della Commissione europea è stato involontariamente smascherato dal cancelliere austriaco Karl Nehammer, che ovviamente però è a favore della suddetta repressione. Nehammer ha dichiarato che l’Unione europea deve “tirare il freno contro l’immigrazione illegale.” E per questo serve investire di più — “Ci servono più soldi, non importa se lo si chiama recinzione o infrastruttura al confine.” Nehammer ha citato specificamente il caso del confine della Bulgaria con la Turchia dove servirebbe personale di sorveglianza: “Qualsiasi recinzione funziona solo se è sorvegliata in modo efficace.”
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