BRASILE: VIA IL CAMPO “SESSO” DALLA CARTA D’IDENTITÁ

Tratto da Rai News di Antonio Bonanata

Il governo brasiliano del presidente Lula si appresta a cambiare la carta d’identità nazionale (Cin) per renderla “più inclusiva e rappresentativa”. A marcare la differenza, la scomparsa del campo “sesso” in cui ci si deve identificare. Anzi, come si dovrebbe scrivere secondo le regole dello schwa, “in cui ciascun cittadin* deve identificarsi”. Non sarà presente neanche la denominazione sociale e anagrafica, d’ora in poi la carta di identità conterrà solo il nome con cui la persona si dichiara nell’atto di emissione della stessa.

Il decreto che regola l’emissione del documento di riconoscimento con queste modifiche dovrebbe essere pubblicato a fine giugno. Le correzioni alla carta d’identità nazionale sono state chieste dal Ministero dei Diritti Umani e della Cittadinanza, retto da Silvio Luiz de Almeida, con l’obiettivo di promuovere maggiore cittadinanza e rispetto per lesbiche, gay, bisessuali, travestiti, transgender, queer, intersessuali, asessuali e altro (Lgbtqia+) e sono parte dell’impegno del governo di Lula per le politiche pubbliche rivolte a questa cittadinanza.

Sempre più Paesi nel mondo adottano documenti “gender fluid

Quella del Brasile è solo l’ultima in ordine di tempo: queste scelte sono sempre più frequenti nel mondo, in nome di documenti più “gender fluid”, cioè non ingabbiati rigidamente in definizioni di identità sessuali “tradizionali”. L’obiettivo è avere documenti più inclusivi e rispettosi delle singole sensibilità di persone “non binarie” (ovvero, coloro che non si identificano nei generi sessuali maschile e femminile). Argentina, Australia, Belgio, Canada, India, Nepal prevedono, sia nei passaporti che nelle carte di identità, il sesso “X”. Dal prossimo anno, invece, in Olanda, sui documenti di riconoscimento il sesso scomparirà del tutto.

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