Tratto da Rai News di Antonio Bonanata Il governo brasiliano del presidente Lula si appresta a cambiare la carta d'identità nazionale (Cin) per renderla “più inclusiva e rappresentativa”. A marcare la differenza, la scomparsa del campo “sesso” in cui ci si deve identificare. Anzi, come si dovrebbe scrivere secondo le regole dello schwa, “in cui ciascun cittadin* deve identificarsi”. Non sarà presente neanche la denominazione sociale e anagrafica, d'ora in poi la carta di identità conterrà solo il nome con cui la persona si dichiara nell'atto di emissione della stessa.
Tratto da Internazionale di Pierre Haski

La democrazia brasiliana è sopravvissuta. Tuttavia, come è accaduto negli Stati Uniti dopo l’assalto al congresso del 6 gennaio 2021, in futuro il paese dovrà superare una crisi politica che colpisce le basi del sistema democratico.

La domenica nera della democrazia brasiliana è stata la cronaca di una catastrofe annunciata, perché in Brasile abbiamo ritrovato tutti gli elementi che avevano caratterizzato la crisi degli Stati Uniti. E proprio come accaduto a Washington, anche in Brasile lo stato si è dimostrato più resistente di quanto pensassero gli insorti. E soprattutto l’esercito non ha risposto ai loro appelli.

Le similitudini sono evidenti: l’indebolimento delle regole democratiche, con la pericolosa contestazione dei processi elettorali senza alcuna prova e nonostante le smentite delle istituzioni di controllo indipendenti; un discredito permanente del mondo dell’informazione, che l’8 gennaio ha portato all’aggressione di sei giornalisti; e infine un rifiuto della democrazia stessa, i cui simboli sono stati saccheggiati da un esercito di esaltati.