Iran

Un inquietante paradosso visita le Nazioni Unite mentre l’Iran guida il Social Forum del Consiglio per i Diritti Umani

Tratto da CNRI (Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana) 

Un grave paradosso che sta emergendo attualmente sulla scena globale è la nomina di un noto violatore dei diritti umani a capo del Forum sociale del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. È difficile immaginare Ebrahim Raisi, o qualsiasi funzionario statale iraniano, con un track record intrecciato con le violazioni dei diritti da parte del regime, presiedendo una prestigiosa organizzazione per i diritti umani. Eppure, questo scenario sembra destinato a diventare realtà oggi.
Nell’aprile 2022, il presidente del Consiglio per i diritti umani ha rivelato che il regime iraniano si era assicurato la presidenza della diciannovesima sessione del Forum sociale del Consiglio per i diritti umani nel 2023, prevista a Ginevra il 2 e 3 novembre. Il tema centrale del forum ruota attorno al “Ruolo della scienza, della tecnologia e dell’innovazione nella promozione dei diritti umani, in particolare nel periodo di ripresa dalla pandemia di COVID-19”. Questo evento comprende varie sessioni che coinvolgono esperti, funzionari internazionali, rappresentanti governativi e organizzazioni non governative.
Assistere ad un regime repressivo assumere un ruolo di leadership in una tale istituzione ha colto molti di sorpresa, incluso il quotidiano statale Keyhan, che si è espresso incredulo affermando: “Questo è l’ennesimo risultato della diplomazia attiva portata avanti dal governo Raisi. Presiedere questo forum è indicativo di un grande risultato diplomatico per la Repubblica islamica”.
Persino Kayhan ha espresso stupore per il fatto che il governo Raisi non abbia dovuto affrontare la concorrenza regionale delle nazioni asiatiche e arabe per questa posizione. Solo due giorni prima dell’annuncio, il Consiglio per i Diritti Umani aveva espresso profonda preoccupazione per l’aumento delle esecuzioni in Iran. La loro dichiarazione evidenziava che il regime iraniano aveva giustiziato una media di dieci persone ogni settimana durante tutto l’anno, un fatto ritenuto “orribile”.
Il 24 novembre 2022, i membri del Consiglio per i diritti umani hanno votato per istituire una missione d’inchiesta sulla dura repressione dei manifestanti durante la rivolta nazionale del 2022. Nel dicembre 2022, la Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne ha ritenuto il regime indegno di aderirvi a causa delle gravi violazioni dei diritti delle donne, che hanno portato alla sua espulsione dalla Commissione.
Altrettanto non convenzionale è stato il processo di selezione della presidenza del Consiglio sociale del Consiglio per i diritti umani. Nessun altro paese del Medio Oriente è stato nominato, sollevando seri dubbi sul fatto se ciò fosse il risultato di una coercizione o di una politica di pacificazione nei confronti di Teheran.

Il 14 maggio, per celebrare la decisione dell’ONU, l’agenzia di notizie dell’IRGC Fars ha pubblicato un intero rapporto intitolato “La sofisticata diplomazia dell’Iran per presiedere il Forum Sociale del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite”. Il rapporto si vantava: “Nella scelta del presidente, non vi era alcun requisito intrinseco per la scelta della Repubblica Islamica dell’Iran, e il presidente sarebbe potuto appartenere ad altri gruppi regionali. In altre parole, l’Iran non era l’unica opzione disponibile, e non era obbligatorio che l’Iran fosse selezionato; il presidente di questa assemblea sarebbe potuto essere scelto anche fra altri gruppi regionali”.
Nel frattempo, Joseph Borrell, Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, ha difeso l’incarico al regime, sostenendo che era stato assegnato sulla base delle procedure delle Nazioni Unite.
Tuttavia, la decisione è stata accolta con una rapida disapprovazione da parte di governi, personalità di spicco, organizzazioni per i diritti umani ed enti internazionali impegnati nella difesa dei diritti umani. In seguito a ciò, è emersa un’ondata mondiale di opposizione al fatto che quel regime autoritario occupasse una posizione chiave in un forum del Consiglio per i Diritti Umani, ma questo non ha prodotto alcun risultato sostanziale.

Il 2 novembre, lo stesso regime noto per avere inflitto gravi sofferenze ai propri cittadini e diffuso il terrore oltre i suoi confini ha paradossalmente guidato il Forum Sociale del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. Questa situazione richiede una rivalutazione della nostra comprensione dei diritti umani e una riconsiderazione delle azioni che siamo disposti a intraprendere per proteggere i valori umani fondamentali.
In una conferenza stampa presso il Circolo della Stampa di Ginevra, rappresentanti della Resistenza iraniana, attivisti per i diritti umani e giuristi hanno espresso preoccupazione per la supervisione del regime sul Forum e hanno chiesto un approccio più fermo nei confronti delle violazioni dei diritti umani da parte del regime.

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