24 Mar STORIA DI “BELLA CIAO”
Tratto da Domani di Emanuele Felice
I delegati della Cgil hanno accolto Giorgia Meloni intonandola. La serie tv La casa di carta l’ha scelta come brano di punta. È diventata l’inno delle proteste in tutto il mondo, dalle donne iraniane ai Fridays for future.
In pochi, però, conoscono le sue origini e il fatto che sia il frutto di una silenziosa opera collettiva che unisce nord e sud dell’Italia
Bella ciao è oggi la canzone italiana più famosa al mondo. Ma chi l’ha composta, quando? Non lo sappiamo con certezza. C’è chi sostiene addirittura che non fosse cantata durante la Resistenza.
Bella ciao è diventata una delle canzoni italiane più famose al mondo, con Volare e O’ sole mio. Di questi tempi, forse, è la più conosciuta, anche grazie al successo della Casa di carta, serie tv spagnola che l’ha scelta come brano di punta, e alle nuove versioni che ne sono seguite (dalla tecno al rap, con centinaia di milioni di visualizzazioni).
Ma, prima ancora di questo revival, Bella ciao era stata già cantata e reinterpretata in tutti i continenti e in ogni angolo del mondo, in decine di lingue diverse (una novantina, secondo il sito antiwarsongs.org, fra cui tutte quelle più parlate). La sua forza come simbolo di chiunque lotti per la giustizia, la libertà, o l’ambiente, è cresciuta negli anni.
Nel 2012, in Belgio, sulle note di Bella ciao è stato composto un inno per l’ambiente, Do it now, che è stato adottato anche dai Fridays for Future. Nel 2018 Marc Ribot e Tom Waits ne hanno inciso una cover in inglese, struggente, dolorosa: One fine morning I woke up early, found the fascists at my door («un bel mattino mi sono alzato presto e ho trovato i fascisti alla mia porta»). Nel video quel fascismo ha il volto di Donald Trump. Negli scorsi mesi è diventata l’inno delle ragazze iraniane che lottano contro l’oppressione religiosa.
La scorsa settimana i delegati della Cgil presenti al congresso di Rimini l’hanno intonata, in segno di protesta, prima che la premier Giorgia Meloni prendesse la parola dal palco.
A differenza di altri inni come La marsigliese e L’internazionale, però, le origini di questo canto di lotta e di amore sono avvolte nel mistero. Chi l’ha scritta? Quando? Abbiamo ipotesi, che ne aumentano il fascino: Bella ciao sembra il frutto di una silenziosa opera collettiva, che unisce nord e sud della penisola (dal Piemonte al Veneto, all’Abruzzo), che lega la lotta dei partigiani con le battaglie delle donne (le mondine, costrette a durissime condizioni nelle risaie).
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