Essere giovani neolaureati in Italia è difficile

Video di YouTube 

Tratto da News Prima 

Lei si chiama Ornela Casassa, ha 28 anni, è di Chiavari (Genova) e di mestiere fa l’ingegnere. Nelle ultime ore è diventata “famosa” sui social per aver detto quello che pensano e dicono molti giovani come lei. Il suo sfogo è stato registrato e postato su TikTok, dove è diventato virale, riaprendo un tema che da tempo fa discutere: sono i giovani che non vogliono lavorare o sono le paghe offerte che sono da fame? A sentire il suo racconto non ci sarebbero molti dubbi…

Lo sfogo di Ornela Casassa: “Vivere con 750 euro al mese non si può”.

Ornela Casassa, è diventata un volto noto sui social dopo che Selena Candia, consigliera regionale in Liguria con la lista Sansa,   ha condiviso su Instagram e TikTok il video del suo sfogo (registrato da Lorenzo Ciconte) a cena. Un filmato che in poche ore ha fatto il giro d’Italia e rigenerato un dibattito mai sopito.

La giovane ingegnera – che da dieci anni vive a Genova – al termine di un periodo di tirocinio durato sei mesi in uno studio ingegneristico si è sentita proporre un’offerta decisamente al ribasso:

“A 27 anni devo vivere con 750 euro? Io me ne sono andata, ho detto ‘no’”.

In pratica, 150 euro in più al mese rispetto al periodo di tirocinio.

“Alzare l’asticella”

La giovane se l’è poi anche presa con chi a suo giudizio alimenta un sistema del genere, accettando queste offerte, fatte da chi peraltro potrebbe permettersi di garantire stipendi più adeguati e decorosi, ma che va al risparmio sulla pelle dei lavoratori:

“Con 900 euro in partita Iva, io non mi ci pago l’affitto, io non ci vivo.  Perché tu stai da mamma e papà che ti possono mantenere, tu non hai problemi e dici: ‘Ma a me non cambia niente quei 900 euro in partita Iva’. Però io che non tua coetanea, laureata tanto quanto te, assunta nello stesso periodo tanto quanto te, ma io vivo da sola da tre anni. Non stiamo parlando di gente che non ti può pagare. E’ gente che sa che il sistema è così e non ti paga perché altrimenti perché quando gli ho detto ‘no’ m’hanno accettato i 1200-1300 che ho chiesto? E hanno detto anche ‘ah però anche alla tua collega li diamo perché siete state assunte insieme’. E lei aveva detto ‘sì’ ai 900”.

“Io ti dico ‘no’, io non accetto ma non solo perché non posso, perché non è giusto. E tu che ce la fai, tu che hai il privilegio di potercela fare, sei tu la prima persona che deve dire di ‘no’. Perché se tu non dici di ‘no’ da privilegiato, la persona che deve per forza accettare è sempre più costretta ad abbassare l’asticella. E quindi ecco cosa dovrebbe fare la sinistra, far capire che nel lavoro dobbiamo smettere di abbassare l’asticella”.

Giovani che non vogliono lavorare o stipendi da fame?

Il dibattito sul tema è fervente e ritorna periodicamente soprattutto quando sui social compaiono video o testimonianze come quella di Ornela, diventata in un attimo “paladina” delle migliaia di ragazzi che si vedono proporre offerte al ribasso.

Un argomento che era diventato virale soprattutto la scorsa estate, quando numerosi ristoratori lamentavano la carenza di personale, addebitando la colpa al reddito di cittadinanza. Ma erano state però numerose le testimonianze di ragazzi che avevano raccontato di offerte al limite dello sfruttamento, con turni massacranti, senza riposo e con paghe ridicole. E a giudicare dalle parole di Ornela, non è solo il settore della ristorazione colpito da questo fenomeno…

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