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Qual è l’ideologia del movimento islamista Hamas? E quale modello vuole imporre alla società palestinese?

Articolo di Marc Knobel tradotto da La Regle Du Jeu

Sabato 7 ottobre 2023, l’organizzazione terroristica di Hamas ha lanciato un’offensiva senza precedenti di incredibile portata e violenza, seminando il terrore, attaccando, infiltrandosi e persino invadendo il territorio israeliano. Il bilancio è pesante, ma provvisorio. Mentre parliamo circolano immagini atroci e i feriti si riversano negli ospedali israeliani.

In questo vulcano che è il Medio Oriente, dove la vita quotidiana è spesso scandita da eventi tragici, è difficile mantenere le distanze, distaccarsi dagli eventi attuali e riflettere. Ma dal momento che Hamas ha preso l’iniziativa di attaccare e terrorizzare il territorio israeliano lanciando questa folle guerra, ci sono alcuni fatti che vanno ricordati. Con urgenza.

Qual è il DNA di Hamas? Quali sono i principi guida del movimento? Cosa vuole veramente? E quale modello vuole imporre alla società palestinese?

L’ideologia e gli obiettivi di questo movimento sono molto diversi da quelli di altri movimenti.

L’ideologia e gli obiettivi del movimento sono definiti nella sua Carta, adottata il 18 agosto 1988.

Uno degli aspetti più controversi di questa carta è l’articolo 13, che definisce la Palestina storica, cioè il territorio che copre quello del Mandato britannico e che quindi include geograficamente lo Stato di Israele, come proprietà islamica esclusiva (wafq).

“Abbandonare parte della Palestina è come abbandonare parte della propria religione”, dichiara Hamas. Per il movimento islamista, solo il jihad, considerato dall’articolo 15 come un obbligo religioso, può liberare questo territorio e ripristinare la sovranità, sotto forma di Stato islamico e attraverso la (ri)islamizzazione della società.

L’articolo 8 è ancora più categorico. In esso Hamas ribadisce il suo motto: “Dio è il suo obiettivo, l’Apostolo il suo modello, il Corano la sua costituzione, il jihad il suo percorso e la morte sulla via di Dio la più alta delle sue speranze”.

Cosa pensa Hamas del processo di pace?

Nel suo tredicesimo articolo, Hamas rinuncia a qualsiasi negoziato. A suo avviso, le iniziative e le conferenze internazionali promosse per risolvere la questione israelo-palestinese sono contrarie alla professione di fede del movimento. “Rinunciare a qualsiasi parte della Palestina significa rinunciare a una parte della religione. Così, il patriottismo del Movimento di Resistenza Islamica è parte della sua religione”, afferma Hamas. “È su questa base che i suoi membri sono stati educati ed è per dispiegare la bandiera di Dio sulla loro patria che fanno la Jihad”.

Il movimento islamista ribadisce inoltre: “Non ci sarà soluzione alla causa palestinese se non attraverso il jihad”. Quanto a iniziative, proposte e altre conferenze internazionali, sono una perdita di tempo e attività inutili”.

Come si definisce Hamas?

Se la Fratellanza è il “movimento universale” Hamas è il “movimento di resistenza in Palestina”. Hamas è quindi in Palestina una delle ali dei Fratelli Musulmani.

Che cosa ha da dire Hamas a questo proposito? “I Fratelli Musulmani sono un’organizzazione globale, il più importante movimento islamico dell’era moderna. Si distingue per (…) il perfetto universalismo dei concetti islamici che si applicano a tutti gli ambiti della vita, alle rappresentazioni e alle credenze, alla politica e all’economia, all’istruzione e alla vita sociale, al potere giudiziario ed esecutivo, alla missione e all’insegnamento, all’arte e all’informazione, a ciò che è nascosto come a ciò che è manifesto, e a tutti gli altri ambiti della vita. ”

Secondo Hamas, la Palestina è quindi una terra islamica. Nel suo primo articolo, Hamas definisce i suoi fondamenti teorici in questi termini: “L’Islam è la sua regola di vita; ne trae le sue idee, i suoi concetti e i suoi punti di vista sull’universo, sulla vita e sull’uomo; è ad esso che si rivolge per giudicare tutte le sue pratiche, ed è da lui che trae le indicazioni della Retta Via su cui camminare”. L’islamizzazione della società è quindi il pilastro dell’ideologia di Hamas, come parte del movimento dei Fratelli Musulmani.

Cosa ne sarebbe di cristiani ed ebrei con Hamas?

Hamas sostiene la dhimmitudine delle altre religioni? La parola “dhimmitudine” definisce tutte le relazioni tra la Ummah, la comunità islamica, e la Gente del Libro (la Bibbia), cioè gli ebrei autoctoni e cristiani (ahl al-kittab). Quindi, finché ebrei e cristiani si sottomettono alla legge islamica – in altre parole, accettano lo stato di dhimmitudine – lo Stato musulmano teoricamente proteggerà le loro vite e le loro proprietà. Precisamente, nel suo articolo trentunesimo, Hamas afferma: “All’ombra dell’Islam, i seguaci delle tre religioni, islamica, cristiana ed ebraica, possono coesistere in sicurezza e fiducia. È solo all’ombra dell’Islam che si possono trovare sicurezza e fiducia, e la storia recente e antica ne è una buona testimonianza”.

Vediamo la situazione nella Striscia di Gaza. Hazem Abu Shanab, membro del Consiglio rivoluzionario, l’organo di controllo del Comitato centrale di Fatah, ed ex ambasciatore presso l’Autorità nazionale Palestinese in Pakistan, ha confermato a Mideast Christian News (25 novembre 2013) il drammatico destino dei cristiani nella Striscia di Gaza.

Secondo lui, Hamas impone un Islam rigoroso, reprime i cristiani, limita la loro libertà di culto e cerca di convertirli alla religione musulmana. In questa intervista, Hazem Abu Shanab ricorda gli attacchi alle chiese e ai luoghi di culto cristiani e l’imposizione ai cristiani, a partire dal 2013, di libri di testo scolastici scritti per promuovere l’ideologia di Hamas e dei Fratelli Musulmani.

E l’antisemitismo?

Oltre all’ostilità verso Israele, la Carta esprime una forte ostilità verso gli ebrei. Il movimento palestinese di Hamas è essenzialmente antisemita. I sionisti sono ovunque: dietro l’ONU, la massoneria, le rivoluzioni del 1789 e del 1917, e persino dietro il Lion’s Club e il Rotary. La Carta fa riferimento senza alcuna esitazione al Protocollo degli Anziani di Sion, il famoso pamphlet antisemita russo del 1903.

Cosa sta imponendo Hamas a Gaza?

Esaminiamo la situazione e prendiamo alcuni esempi tipici.

  1. Il movimento islamista palestinese Hamas, al potere a Gaza, è accusato di violazioni sistematiche dei Diritti dell’Uomo su vasta scala, comprese le torture e i processi iniqui.
  2. Il suo sistema penale si caratterizza per le ingiustizie, viola sistematicamente i diritti dei detenuti e garantisce l’impunità a servizi di sicurezza abusivi.
    3. I giovani sono stati regolarmente arrestati dalla polizia, a volte picchiati, e hanno subito rasature forzate, ad esempio perché avevano tagli di capelli ritenuti “indecenti”.
  3. Anche i ragazzi che indossano jeans a vita bassa sono stati presi di mira (RFI, 26 aprile 2013).
  4. Hamas si occupa anche delle donne. Sebbene non sia stata approvata alcuna legge, il movimento islamista incoraggia l’uso del velo. Alle donne palestinesi è vietato fumare la shisha in pubblico, salire sul sellino posteriore delle moto e persino farsi tagliare i capelli dagli uomini…
  5. L’organizzazione islamista ha epurato i libri di testo scolastici dai valori “contrari alla religione musulmana”: Hamas si oppone all’insegnamento dei diritti umani e al fatto che questi libri di testo riproducano la Dichiarazione universale dei diritti umani. Questo perché, secondo l’organizzazione islamista, questi libri di testo sono “totalmente estranei alla realtà dello studente arabo-islamico palestinese” (Shaffaf, 18 febbraio 2014).
  6. In un’intervista, il professore di letteratura inglese Sahar El-Mougy ha lamentato la “carestia culturale” di Gaza: “Non ci sono nemmeno cinema, biblioteche o librerie che offrano libri di arte, filosofia o letteratura. Gli unici libri disponibili sono quelli che trattano la sharia islamica (giurisprudenza islamica) e il Fiqh (pensiero islamico)”.
  7. Hamas impone la sua legge, fa regnare il terrore, liquida o tortura gli oppositori politici e usa la popolazione civile come scudo umano. Centinaia di migliaia di gazesi sono tenuti in ostaggio.
  8. In realtà, Hamas fa tanto male agli israeliani quanto ai palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza.

Le guerre israelo-palestinesi sono una tragedia e nessuno può o deve rallegrarsi di un conflitto così duro, con la sua scia di morti e feriti. Tuttavia, non è con Hamas che arriverà la pace, perché nel suo DNA c’è il rifiuto di riconoscere Israele, l’opposizione ai trattati di pace, il ricorso sistematico al terrorismo e Hamas non riconosce che l’Islam, come propria esclusiva matrice.
Come ha detto Mahmoud al-Zahhar (28 ottobre 2011), uno dei fondatori di Hamas: “La nazione araba ha iniziato a raccogliere i frutti di una calda primavera araba. Ieri gli islamisti hanno vinto in Tunisia. Domani trionferanno in Egitto, poi in Libia, finché l’Islam, che regna secondo le regole del Corano, non prevarrà sull’intero pianeta”.

L’articolo  dello storico francese Marc Knobel è stato pubblicato sulla newsletter “La règle du jeux”.  

(Traduzione di Silvio Lavalle)

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