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Bruno Segre, una bandiera della Libertà e della Giustizia

Tratto da L'Incontro, articolo di Alessandro Re

 

Proprio oggi, 27 gennaio 2024giorno della memoria, è venuto a mancare Bruno Segre, partigiano di Giustizia e Libertà durante la guerra e poi avvocato e giornalista di chiara fama. Avendo subito sulla propria pelle le iniquità del fascismo, delle leggi razziali e del carcere, decise di essere egli stesso, nella propria lunga vita, il testimone vivente di quei principi universali, quali la lotta al pregiudizio, all’intolleranza di ogni tipo ed alla sopraffazione, che dovrebbero essere propri di ogni individuo, ma che hanno bisogno di qualcuno che li faccia valere, li propagandi e li diffonda, proprio come fecero due grandi uomini quali Ghandi e Mandela, da lui stimati.

Il primo in Italia a difendere in Tribunale gli obiettori di coscienza

Segre, quale avvocato penalista è stato il primo in Italia a difendere in Tribunale gli obiettori di coscienza che allora rischiavano condanne severe. Come avvocato matrimonialista fu tra i più strenui assertori della necessità di introdurre, nel nostro ordinamento, il divorzio, in quanto la separazione non annullava il vincolo coniugale con tutti gli obblighi di mantenimento, assistenza e fedeltà, anche se ormai il matrimonio era fallito da molti anni. Le sue battaglie più importanti, su temi quali la laicità dello Stato, il rifiuto degli incredibili privilegi che la Chiesa Cattolica ha sempre avuto nel nostro Paese, il diritto ad essere cremati, la lotta al razzismo, eccetera, trovarono un veicolo di rilevante diffusione nella pubblicazione de L’Incontro, mensile da lui fondato nel 1949 e diretto sino al 2018.

L’Incontro ha rappresentato per tutti un luogo dove  “Si incontrano tutti gli uomini liberi, tutti i cittadini del mondo

Un impegno che ha assorbito le sue energie per 70 anni, partendo dalla profonda convinzione, sorta dopo la fine della grande tragedia della seconda guerra mondiale, che occorreva trovare il modo di unire i popoli, facendo sì che persone di diverse opinioni, fedi religiose, convinzioni politiche potessero incontrarsi su un terreno comune, un campo neutro, che avrebbe loro consentito di far circolare idee anche diverse, con il reciproco confronto. Il giornale ha rappresentato quindi per tutti quegli anni un luogo dove si potevano leggere articoli, lettere, commenti, di diverso taglio nel rispetto di quei principi che erano alla base dell’editoriale del primo numero: “Si incontrano con noi tutti gli uomini liberi, tutti i cittadini del mondo”.

Teniamo alta la sua bandiera

E questo è lo spirito che ancor oggi anima L’Incontro, nella sua nuova veste di giornale “on line” e tutti noi che lo abbiamo conosciuto ed amato non possiamo che impegnarci, seguendo il suo esempio e nel suo ricordo, a tenere alta la bandiera che il nostro caro Bruno Segre ha fatto sventolare per tutta la sua vita: quella della Libertà e della Giustizia.

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