Aborto, la vergogna del cimitero dei feti e la dignità delle donne: la delibera del Comune di Roma è solo l’inizio

Tratto da Espresso, di Silvia Andreozzi

Francesca Tolino, tra le relatrici a una conferenza stampa organizzata dai Radicali italiani, ripercorre le tappe che hanno portato la giunta capitolina a dichiarare illegittima la prassi della pubblica esposizione, su croci di metallo, del nome di chi aveva interrotto una gravidanza. La norma, però, è solo il primo, importante passo per garantire un diritto

Non è un punto di arrivo. Lo ripete chi prende parola alla conferenza stampa che Radicali e la campagna Libera di Abortire hanno organizzato con lo slogan “Quello che i feti non dicono, ma noi sì”, a seguito dell’approvazione da parte della giunta di Roma della delibera che modifica la norma che aveva reso possibile la creazione del cimitero dei feti. Non è con quest’ultimo risultato che si arresta l’impegno di chi in questi anni ha cercato un modo per arrivare alla modifica di un regolamento che negava la dignità delle donne coinvolte.

Sicuramente continuerà nell’attivismo di Francesca Tolino la cui storia, raccontata per la prima volta sulle pagine de L’Espresso, ha aperto la strada alla conoscenza e alla testimonianza di molte donne.

Continuerà per diversi motivi. Primo tra tutti quello per cui la delibera comunale è un passo avanti non sufficiente a evitare che in futuro gli ospedali della regione possano continuare a decidere del destino dei feti senza informare le donne che hanno abortito. Manca un protocollo che la Regione Lazio dovrebbe impegnarsi a promuovere per far sì che le persone che ricorrono all’interruzione di gravidanza vengano informate riguardo la possibilità di chiedere il seppellimento o la cremazione.

Due opzioni previste proprio dalla nuova delibera il cui merito principale è proprio quello di definire esplicitamente chi abbia il diritto di decidere della sorte del feto. La donna. Non più, come si leggeva in una legge nazionale “i parenti o chi per essi”, ma la donna. Messa finalmente al centro di una scelta che l’ha sempre riguardata direttamente.

 

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