LA CORREZIONE DEL MONDO, SAGGIO SULLA CANCEL CULTURE

Tratto da Wired 

Alla maggior parte di noi sarà capitato almeno una volta di imbattersi nel termine cancel culture, che indica il boicottaggio di celebrità, politici o personaggi di spicco che nel corso della loro vita hanno manifestato un pensiero o hanno messo in atto comportamenti razzisti, misogini, abilisti e discriminatori, non in linea con la nuova sensibilità contemporanea. Qualche mese fa, per esempio, lo scrittore britannico Salman Rushdie ha parlato di censura senza precedenti riferendosi alla decisione da parte della casa editrice di modificare i libri per ragazzi del celebre autore Roald Dahl, per rendere il linguaggio più inclusivo, in nome di quello che molti chiamano politically correct.

Ma siamo sicuri che si tratti veramente di un processo di cancellazione ai danni degli autori? Insieme ad appropriazione culturale, cancel culture e politicamente corretto sono ormai diventate espressioni di uso comune, soprattutto sui social network e sono solitamente accompagnate da una forte polarizzazione: lo scontro è tra chi si schiera in favore e chi contro alla scelta di adattarsi alle nuove convinzioni. Se cercate di capirne di più, La correzione del mondo. Cancel culture, politicamente corretto e i nuovi fantasmi della società frammentata di Davide Piacenza è il libro che fa per voi: l’autore della newsletter Culture Wars ha raccolto e analizzato i movimenti e le correnti di pensiero che nella maggior parte dei casi sono nati negli Stati Uniti, e sono giunti fino a noi.

Sono passati 3 anni dalla nascita del movimento Black Lives Matter, nato negli Stati Uniti nel 2020 dopo l’assassinio di George Floyd da parte di alcuni agenti delle forze dell’ordine, e poi diffusosi poi in tutto il mondo soprattutto attraverso i social network. Risalgono allo stesso periodo gli abbattimenti di alcune statue nelle città statunitensi e poi europee, che celebravano alcuni personaggi storici, poi diventati simbolo dell’oppressione, della colonizzazione e dello schiavismo. Molti di voi ricorderanno, invece, la polemica nata oltreoceano sul bacio non consensuale del principe a Biancaneve, o quella scaturita dalla scelta di un’attrice non bianca per il ruolo di Ariel nel live-action della Sirenetta.

Il campo di battaglia su cui si scontrano le due fazioni – coloro che pensano che le opere debbano essere riadattate con un linguaggio più inclusivo e coloro che invece si appellano alla “dittatura” del politicamente corretto – è rappresentato dai social network, dove, come avverte Piacenza, le discussioni sono molto diverse da quelle che avvengono dal vivo, ma hanno conseguenze sulla vita reale. È il caso di Justine Sacco, la manager di InterActiveCorp, che è stata licenziata nel 2013 mentre si trovata a bordo di un volo diretto in Sudafrica per aver twittato una frase razzista. I social sono anche il luogo in cui avviene quella che in gergo viene chiamata shitstorm, una tempesta di insulti diretti verso coloro che sono stati colti di sorpresa in comportamenti discriminatori.

Nella Correzione del mondo Piacenza presenta i casi più dibattuti da cui sono nate le discussioni che hanno scosso l’opinione pubblica, ne analizza le origini e spiega le motivazioni che si nascondono dietro un tale interesse da parte di utenti, lettori e comunità sulle questioni di questo tipo. Una guida per imparare a riconoscere questi fenomeni e per crearsi un’opinione al di là delle di quella delle fazioni dominanti che spesso si affidano a slogan.

No Comments

Sorry, the comment form is closed at this time.