PER I DIRITTI IN ALGERIA E MAROCCO NON BASTA L’ONU

Tratto da Amnesty International

“Gravi violazioni dei diritti umani continuano senza sosta sia in Algeria che in Marocco, mentre molte delle leggi in entrambi i paesi sono ben lontane dall’essere allineate agli standard internazionali” ha dichiarato oggi Amnesty International, a seguito della 52ª revisione periodica universale (Upr) sul rispetto dei diritti umani delle Nazioni Unite sui relativi obblighi di ciascuno stato.

Amnesty International ha presentato dichiarazioni sull’esame della situazione dei diritti umani di entrambi i paesi. L’Organizzazione ha esortato l’Algeria a rispettare pienamente i diritti alla libertà di espressione e di riunione pacifica e i diritti delle donne e ha chiesto alle autorità algerine di ratificare i principali trattati internazionali sui diritti umani.

Amnesty International ha accolto con favore il sostegno del Marocco alle raccomandazioni sui diritti dei prigionieri, ma ha tuttavia deplorato la decisione del paese di non accettare le raccomandazioni chiave sulla protezione dei diritti delle donne, delle persone Lgbtqia+ e dei prigionieri saharawi.

“Proprio mentre il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite sta esaminando la situazione in Algeria, le autorità continuano a reprimere attivisti e giornalisti, con un’ingiusta condanna a 5 anni di carcere contro il giornalista Ihsane El Kadi, avvenuta proprio questa settimana. Per dimostrare che stanno prendendo sul serio il processo UPR, le autorità algerine dovrebbero immediatamente rilasciare tutti i giornalisti imprigionati”, ha dichiarato Amna Guellali, vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.
“Il Marocco ha accettato la raccomandazione di protezione dei diritti dei migranti, eppure è passato quasi un anno da quando 37 persone sono state uccise al confine di Melilla – e 77 persone risultano ancora disperse. È giunto il momento che le autorità marocchine diano seguito alle promesse fatte e forniscano giustizia alle vittime. Devono svolgere con urgenza indagini indipendenti e offrire risarcimenti significativi. Non è sufficiente prendere l’impegno se poi non si passa all’azione“.

PERSECUZIONE DEI CIVILI IN ALGERIA
A seguito dell’Upr dell’Algeria, risalenti al 27 marzo 2023, Amnesty International continua a essere profondamente preoccupata per le continue persecuzioni e detenzioni arbitrarie di centinaia di critici dello Stato, attivisti della società civile, difensori dei diritti umani e giornalisti. Negli ultimi due anni, le autorità algerine hanno perseguito, arrestato o detenuto almeno altri 11 giornalisti e operatori dei media.

L’organizzazione accoglie con favore l’impegno dell’Algeria a modificare la legge repressiva sulle riunioni e le manifestazioni pubbliche, ma si rammarica che le autorità abbiano rifiutato le raccomandazioni sulla modifica di disposizioni troppo ampie del codice penale che puniscono coloro che esercitano pacificamente i loro diritti alla libertà di espressione e di riunione pacifica. L’organizzazione ha inoltre accolto con favore l’accettazione da parte dell’Algeria della raccomandazione di modifica della disposizione che giustifica gli stupratori che sposano le loro vittime.

Tuttavia, Amnesty International ha rilevato che l’Algeria mantiene altre disposizioni del codice penale e di famiglia che discriminano in base al genere e alla sessualità e che sono contrarie agli standard internazionali sui diritti umani. Tra queste, l’articolo 338 del codice penale, che criminalizza gli “atti omosessuali” e l’articolo 66 del codice di famiglia, che stabilisce che una madre che si risposa dopo il divorzio perde automaticamente la custodia dei figli.

STUPRO CONIUGALE E DISCRIMINAZIONE NEI CONFRONTI DELLE PERSONE LGBTQIA+ IN MAROCCO
Il 24 marzo 2023, il Marocco ha accettato alcune raccomandazioni dell’Upr sulla promozione dell’uguaglianza di genere e sulla lotta alla violenza contro le donne, ma ha respinto quelle riguardanti la criminalizzazione dello stupro coniugale e la garanzia di eguaglianza nell’eredità. Le autorità marocchine hanno anche respinto le raccomandazioni sulla depenalizzazione delle relazioni sessuali consensuali tra adulti dello stesso sesso e sull’introduzione di misure per combattere la discriminazione delle persone Lgbtqia+.

“L’approccio del Marocco ai diritti sessuali rimane profondamente sbagliato: lo stupro coniugale è legale, mentre il sesso consensuale all’interno di relazioni extraconiugali o tra adulti dello stesso sesso è ancora criminalizzato. Il Marocco deve fare molto, molto di più per allineare la tutela dei diritti umani agli standard internazionali”, ha dichiarato Amna Guellali.

Il Marocco ha accettato di prendere in considerazione le raccomandazioni sull’abolizione della pena di morte, ma ha rifiutato di farlo effettivamente. Il paese ha invece accettato le raccomandazioni per rafforzare la protezione dei diritti dei migranti.

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