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Partire per l’Erasmus? Ecco come fare

Tratto da ANSA

Una nuova stagione di partenze europee (e non solo) è in arrivo per gli studenti universitari.

Proprio in queste settimane, infatti, gli atenei di tutta Italia stanno selezionando le candidature per la prossima tornata 2024 di viaggi Erasmus+. Dando la possibilità a migliaia di ragazze e ragazze di aggiungersi agli oltre 700 mila “colleghi” che li hanno preceduti dal 1987 in poi, anno della prima sperimentazione del famosissimo programma di scambi studenteschi.

Nel solo periodo tra settembre 2021 e ottobre 2023 sono stati più di 37mila, ponendoci al quarto posto assoluto per partenti, con ben 4 atenei italiani nella top 5 delle strutture col maggior numero di studenti in uscita. Anche per l’Erasmus, però, l’autonomia universitaria la fa da padrona: ogni ateneo va per conto suo, dai criteri di selezione alle tempistiche.

Ma ci sono anche dei passaggi validi per tutti, come l’ammontare del contributo o alcuni requisiti di base. A fare un po’ d’ordine ci ha pensato il portale Skuola.net, che ha scandagliato i bandi degli atenei, costruendo una specie di guida operativa.

Destinazioni
La rosa delle destinazioni è molto ampia, comprendendo gli altri 26 Paesi dell’Unione Europea più alcune mete “extracomunitarie”. Nell’ultima tornata di partenze, ad esempio, le mete più gettonate sono state, nell’ordine, la Spagna, la Francia, la Germania e il Portogallo. Non tutte, però, saranno opzionabili da tutti gli studenti. Dipende dagli accordi di scambio che la singola università ha sottoscritto. In ogni caso la possibilità di scelta è ovunque molto ampia.

Posti disponibili
Anche l’ammontare dei posti Erasmus è vincolato alle convenzioni stipulate dai vari atenei. Con alcune variabili supplementari, come il numero degli iscritti totali e quello delle singole facoltà o aree disciplinari. In pratica, le università più grandi avranno più posti a disposizione, che distribuiranno in misura maggiore le bandiere dei vari Paesi alle comunità studentesche più numerose.

Durata
L’Erasmus+ standard può avere una durata minima di due mesi e massima di dodici mesi continuativi, effettuabili in un arco di tempo che grosso modo va dall’inizio dell’estate 2024 alla fine dell’estate 2025. Per i dottorandi è prevista anche una modalità “breve” di scambio, da 5 a 30 giorni.

Contributo base
Per permettere un’ampia partecipazione al programma Erasmus+, è previsto un contributo in denaro per quanti partiranno. L’importo varia tra i 250 euro e i 350 mensili. La cifra precisa è legata al Paese di destinazione, in base al costo della vita (basso, medio, alto). Nazioni come, ad esempio, quelle della Scandinavia saranno sicuramente nella fascia più alta, quelle dell’est Europa in quella bassa. Ma, anche qui, le università collocano autonomamente gli Stati nelle caselle. Per le destinazioni extra-UE, invece, il contributo è fisso e ammonta a 700 euro mensili.

Contributo integrativo
Ovviamente il contributo di base quasi, ovunque si vada, risulterà insufficiente per coprire tutte le spese (affitto, cibo, mezzi di trasporto, ecc.). Per questo, tutti gli atenei aggiungono un contributo integrativo – che può aggirarsi anche attorno ai 450-500 euro mensili – legato soprattutto all’ISEE (in misura proporzionale) ma anche alla carriera accademica: chi risulta “in corso” o al massimo un anno “fuori corso” avrà un sicuro vantaggio se non addirittura l’esclusiva. Inoltre, per sensibilizzare sul tema della sostenibilità ambientale, i bandi prevedono un ulteriore contributo per chi raggiungerà la destinazione utilizzando mezzi di trasporto “green” (pullman o treno) e, in questi casi, non è escluso che gli atenei concedano pure dei giorni aggiuntivi per gli spostamenti, non facendoli rientrare nel periodo di Erasmus.

La domanda e i requisiti
Nella domanda per l’Erasmus+, oltre a tutte le informazioni anagrafiche del caso, lo studente potrà indicare fino a tre destinazioni. Dalle quali attingere nel caso si abbia diritto alla partenza ma si esauriscano le prime scelte. Inoltre, i candidati dovranno allegare eventuali certificazioni linguistiche, altrimenti successivamente si dovranno sottoporre a un test d’idoneità: in base alle attuali regole Erasmus, per poter partire, si deve infatti possedere una competenza corrispondente ad almeno un livello A2, nella lingua di riferimento per la destinazione selezionata (a meno che non si rientri tra le categorie, come i disabili, esonerati dal test). A corredo della domanda, poi, si dovrà inserire il cosiddetto “progetto di studio”, ossia una sintesi degli obiettivi didattici che lo studente si prefigge di raggiungere durante il soggiorno estero. Infine si potrà presentare ogni documento – titoli di preferenza, attestati, ecc. – che possano dare un vantaggio in fase di selezione.

La formazione delle graduatorie
E’ un altro dei passaggi in cui il peso delle scelte dell’ateneo è maggiore. Ognuna, infatti, sancisce dei criteri specifici, a cui viene associato un punteggio minimo e massimo, per mettere in fila le candidature. Tra quelli più utilizzati: la regolarità negli studi, la media dei voti, il numero di crediti conseguiti nell’anno accademico, il fatto di essere iscritto al primo anno di università, la bontà del “progetto di studio”. Alla fine, gli studenti si potranno ritrovare in tre situazioni: nella lista dei partenti per la destinazione prescelta, inseriti in graduatoria ma in posizione “di riserva” (dovendo dunque attendere scorrimenti o posti aggiuntivi), esclusi dalla graduatoria per mancanza dei requisiti minimi.

Le date
Chi volesse provarci, però, deve fare presto; ammesso che sia ancora in tempo. A quanto risulta dai vari siti web d’ateneo, in diverse università le domande si sono chiuse già nel corso di gennaio e febbraio. Tuttavia, buona parte degli atenei del nostro Paese è nel bel mezzo della finestra utile per presentare la domanda Erasmus.

Ad esempio, per la Sapienza di Roma c’è tempo fino al 5 marzo 2024. Ancora a marzo le scadenze per un’altra romana, Tor Vergata, e per la sarda Sassari, dove il tempo utile si esaurirà il primo del mese. Il 4 marzo invece è il tempo limite per Roma Tre, come per l’Università di Udine e Ferrara. Ultimissimi giorni a disposizione, invece, per chi studia all’Università di Teramo, perché si dovrà fare richiesta entro il 19 febbraio. Fornisce un ulteriore giorno Bergamo, che ha fissato l’ultimo termine a disposizione degli aspiranti studenti internazionali al 20 febbraio. Sempre entro febbraio, il 22, cade la scadenza per l’Università di Macerata, il 23 per la “Ca’ Foscari” di Venezia. Il giorno bisestile, il 29 febbraio, è stato scelto invece dalla Statale di Milano e dall’Università dell’Insubria per la fine delle iscrizioni.

Chance in extremis, infine, nelle università di Padova e di Salerno dove, sebbene il bando sia scaduto, si procederà una seconda chiamata in primavera, ad aprile, per assegnare i posti eventualmente rimasti scoperti.

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