La Carovana per la Libertà di Leonard Peltier ha raggiunto la Casa Bianca

Tratto da pressenza, di Daniela Bezzi

Impresa epica, eroica, magnifica, entusiasmante… qualunque superlativo non suonerà esagerato, per definire questa straordinaria, colorata, coinvolgente Walk to Justice (Marcia per la Giustizia) che è partita il 1° di settembre da Minneapolis e ha raggiunto finalmente Washington Dc nel week end del 12/13 novembre. In tempo per il grande raduno di tutte le possibili Nazioni Indiane e relative bandiere, insegne, pennacchi, striscioni. Per ribadire una volta per tutte la richiesta di clemenza per il nativo americano Leonard Peltier, da 47 anni in galera per un crimine che nessun tribunale è mai riuscito a dimostrare – in galera quindi ingiustissimamente, come i lettori di Pressenza (che del caso si è occupata in più occasioni) dovrebbero ormai sapere.

Oltre 1.100 miglia, circa 1.800 km: una media di 25 km al giorno, percorsi a volte in gruppo, più spesso in solitaria, dandosi il cambio, a staffetta. Per strade, stradine, stradone che una volta erano sentieri. Costantemente seguiti da un paio di macchine attrezzate per i pasti, per la notte, per offrire rifugio nei momenti di stanchezza, per la ricarica di cellulari e computer, per la puntuale documentazione dei paesaggi attraversati ogni giorno – e attraversati passo dopo passo in spirito di preghiera (questo particolare i post sui social lo sottolineano in continuazione). Un’esperienza di sacralità per il semplice fatto di camminare su quelle stesse terre che appartenevano un tempo agli antenati, sotto quelle stesse fronde, lungo quegli stessi boschi, verso quegli stessi orizzonti che erano un tempo territori nativi – prima che arrivasse l’uomo bianco…

In questo spirito la marcia è stata concepita, un bel po’ di mesi fa, all’interno della Rise Up Campaign che ha visto arrivare anche in Europa la delegazione delle tre donne native di cui ci siamo ripetutamente occupati su Pressenza – e in questo spirito la marcia si è compiuta, guidata in particolare dalla giovane Rachel Thunder. Ogni tanto fermandosi lungo il percorso per eventi di sensibilizzazione e raccolta fondi e infine ingrossandosi sempre di più, man mano che ci si avvicinava alla destinazione finale, Washington DC, con lo sfondo inconfondibile di Capitol Hill. Sul grande spiazzo dinnanzi alla Casa Bianca, tra danze e percussioni di tamburi, si è svolto l’ennesimo corale appello al Presidente Biden, perché almeno lui riesca in quell’iniziativa di clemenza, che nessuno dei suoi predecessori (nemmeno Obama) è riuscito a concedere.

“Quante probabilità ci sono… qual è il bilancio di questa campagna, per voi che l’avete vissuta con particolare intensità, protagoniste di incontri ad alto livello anche in Europa?” ho chiesto alla coordinatrice della Rise Up Campaign Carol Goeke, che ho raggiunto per telefono nelle scorse ore.

“Non vorrei sembrarti ottimista, ma direi: non poche. Durante la campagna elettorale, Biden ha promesso una serie di misure di ‘riconciliazione’ che fino ad ora ha complessivamente mantenuto, a cominciare dal conferire un importante incarico ministeriale a una donna nativa, che consideriamo molto capace, di cui abbiamo fiducia. Ahimè Biden non ha mantenuto la promessa di amnistia per un buon numero di detenuti ‘politici’ entro le elezioni del mid term – il che forse si spiega con l’incertezza che le ha precedute. Ma il clima che abbiamo respirato in queste ore davanti alla Casa Bianca, durante questo week end che è stato per tutti noi un’occasione senza precedenti di incontro, tra tutte le Indian Nations che nel nome di Leonard Peltier si sono date convegno qui a Washington, capitale degli Stati Uniti, è stato di distensione. Una distensione impensabile in passato e quindi speriamo. Anzi preghiamo. Continuiamo a pregare. E’ in questo spirito, di vero e proprio sogno, che abbiamo concepito mesi fa questo grande raduno e l’impegnativa campagna, su più fronti, che abbiamo portato anche in Europa. Ed è stato bellissimo verificarne la riuscita, sotto il cielo blu smagliante di sabato. Domenica invece solo nuvole, ma ci siamo noi con tutti i nostri colori, ed è bellissimo lo stesso.”

Mentre chiudo queste note è già martedì e l’ultimo post che ho appena visto su FB fotografa un Tee Pee, la tipica tenda conica dei nativi americani, sullo sfondo di un cielo fiammeggiante, con il breve testo esplicativo “Un campeggio all’alba… Preghiamo per il ritorno a casa di tutti coloro che hanno partecipato alla Marcia…”

La Marcia per la Giustizia si è conclusa e in attesa che Giustizia si compia con la liberazione di Leonard Peltier, ecco le foto di un evento davvero memorabile.

Vedi anche https://laicamente.org/stati-uniti-leonard-peltier-e-stanco/

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