Il dito e la Luna

Articolo di Sergio Velluto.

L’ormai celebre scivolone lessicale di Papa Bergoglio sui gay è l’ennesimo esempio di un’opera di “distrazione di massa”.

Se il papa avesse esordito lamentando l’eccessiva presenza dii omosessuali nei seminari cattolici avrebbe suscitato senza dubbio un’ondata di riprovazione. Il papa “buono” che asserisce “chi sono io per giudicare gli altri” improvvisamente rivela il suo pensiero discriminatorio. Invece nell’opinione pubblica e nei commenti si sottolinea come si sia trattato di una caduta di stile, di uno scivolone dovuto alla sua scarsa conoscenza della lingua italiana, senza porre attenzione alla gravità del contenuto discriminatorio e omofobo che tale affermazione nasconde.

Le regole del sacerdozio cattolico, e quindi delle strutture atte a formare i preti (seminari), non reggono all’esame della Costituzione italiana e, forse, nemmeno a quelle della dichiarazione universale dei diritti del 1948. Il sacerdozio cattolico è precluso, non solo a chi dimostra tendenze omosessuali, ma a chiunque “non sia un maschio”. Dato che il Vaticano e la Chiesa Cattolica sono Istituzioni Statuali diverse dallo Stato Italiano, ed Enti riconosciuti dall’ordinamento italiano solo in virtù del Concordato, potrebbe essere giuridicamente irrilevante, anche se fortemente discriminatorio, che al loro interno non si pratichino i diritti sanciti dall’art. 3 della Carta Costituzionale “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Ma da un punto di vista cristiano sorgono ancora più dubbi quando la confessione cristiana maggioritaria nel nostro Paese non tiene conto dell’affermazione paolina contenuta nella lettera ai Galati, per una strana coincidenza sempre al capitolo 3, “Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù”.

Vorrei ricordare sottovoce, data la mia appartenenza ad una chiesa protestante, che nel cristianesimo non-cattolico ormai da decenni sono attive le ordinazioni delle donne e l’eventuale identità non binaria delle persone non è oggetto di discussione. Diverso il caso delle chiese evangelicali e pentecostali dove vige una forte opposizione all’omosessualità.

Papa Bergoglio potrà risultare simpatico, pasticcione, mansueto, umile, persino innovatore, ma la Chiesa che dirige ha dei regolamenti precisi che il papa non ha mai dichiarato di voler cambiare. Queste che seguono sono alcune perle di omofobia presenti nei documenti della Congregazione per l’Educazione Cattolica, l’ex Santo Uffizio, per intenderci. Come si legge, nel migliore dei casi le tendenze omosessuali sono considerate dalla Chiesa Cattolica un problema.

“Secondo la costante Tradizione della Chiesa, riceve validamente la sacra Ordinazione esclusivamente il battezzato di sesso maschile. Alla luce di tale insegnamento, questo Dicastero, d’intesa con la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ritiene necessario affermare chiaramente che la Chiesa, pur rispettando profondamente le persone in questione [9] , non può ammettere al Seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay [10] . Le suddette persone si trovano, infatti, in una situazione che ostacola gravemente un corretto relazionarsi con uomini e donne. Non sono affatto da trascurare le conseguenze negative che possono derivare dall’Ordinazione di persone con tendenze omosessuali profondamente radicate. Qualora, invece, si trattasse di tendenze omosessuali che fossero solo l’espressione di un problema transitorio, come, ad esempio, quello di un’adolescenza non ancora compiuta, esse devono comunque essere chiaramente superate almeno tre anni prima dell’Ordinazione diaconale.”(omissis) .
[Il superiore] “ha l’obbligo di valutare tutte le qualità della personalità ed accertarsi che il candidato non presenti disturbi sessuali incompatibili col sacerdozio. Se un candidato pratica l’omosessualità o presenta tendenze omosessuali profondamente radicate, il suo direttore spirituale, così come il suo confessore, hanno il dovere di dissuaderlo, in coscienza, dal procedere verso l’Ordinazione”.

No Comments

Sorry, the comment form is closed at this time.