28 Lug Giorgia Meloni contro la scelta dell’Ue di una donna con hijab come testimonial: “Le femministe che dicono?”
La leader di Fratelli d’Italia sui social: “Il velo islamico non rappresenta in alcun modo un valore europeo”. E la Lega fa eco: “Sottomissione, non normalità”
La campagna social dell’Unione europea per l’Anno Europeo dei Giovani 2022, la cui testimonial è una giovane che indossa l’hijab, il copricapo tradizionale delle donne di religione islamica, scatena l’ira di Fdi e della Lega, che la considera come “uno schiaffo a Saman”. “Quella donna ha il compito di stimolare il dibattito sui valori europei. Ma il velo islamico non rappresenta in alcun modo un ‘valore europeo'”, sbotta sui social Giorgia Meloni, ricordando che “in Europa le donne si sono liberate, dopo secoli di battaglie, da simboli di sottomissione come questi e non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare alle nostre conquiste in nome del politicamente corretto caro alla sinistra. Le femministe europee non hanno nulla da dire?”.
Immediata anche la reazione della Lega alla campagna pubblicitaria dell’Ue. Benedetta Fiorini la considera come “uno schiaffo, che indigna, a Saman ed a tutte le vittime del fanatismo religioso”. “E’ assurdo e preoccupante che Bruxelles continui a promuovere simboli di sottomissione a spese dei cittadini europei”, sostengono le europarlamentari Simona Baldassarre e Isabella Tovaglieri. Ricordando che “in precedenti occasioni, dove donne con hijab apparivano nelle campagne promozionali per la Conferenza sul futuro dell’Europa, la Lega aveva fatto sentire la propria voce in Ue contro questa pericolosa e inaccettabile deriva del politicamente corretto”, le due europarlamentari ribadiscono: “il velo islamico non rappresenta nè il futuro dell’Europa, nè l’anno europeo dei giovani, nè i valori europei: La sinistra che mal governa in Ue se ne faccia una ragione”. Dura anche Susanna Ceccardi, secondo cui la campagna Ue “è un insulto anche a quelle donne coraggiose che, anche qui in Italia, hanno avuto il coraggio di denunciare i soprusi e le violenze subite in famiglia, perché si rifiutano di portare il velo o di accettare un matrimonio combinato”. Meglio farebbe la Ue, a suo dire, a “promuovere messaggi a sostegno dell’emancipazione femminile anche negli ambienti musulmani, e non far passare da
piacevole normalità certi simboli di sottomissione della donna”.
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