Fede e omosessualità, strappo della Chiesa belga: via libera alle benedizioni tra persone dello stesso sesso

Tratto da La Stampa, di Pasquale Quaranta

CITTÀ DEL VATICANO. Arriva lo strappo della Chiesa del Belgio sulla benedizione delle coppie gay. Il cardinale Josef De Kesel, arcivescovo di Bruxelles, e i vescovi delle Fiandre hanno pubblicato un testo liturgico per la benedizione delle coppie lgbtq+.

L’augurio di benedizione
Una presa di posizione in contrasto netto con quanto, nel marzo 2021, aveva ribadito con forza il Vaticano nel documento in cui ha posto il divieto di benedire in chiesa un’unione fra persone dello stesso sesso. Secondo Willy Bombeek, nominato dai Vescovi coordinatore del punto di contatto «Omosessualità e fede», come riferisce Katholicinside, «l’augurio di benedizione al termine della liturgia è espressamente inteso come una benedizione per la coppia gay».

Prima volta nel mondo
È la prima volta nel mondo che una benedizione specifica viene «codificata» da un gruppo di vescovi. Un’iniziativa, questa, contraria al Vaticano che non prevede una liturgia per benedire le coppie omosessuali .Tuttavia, «la differenza deve rimanere chiara con ciò che la Chiesa intende per matrimonio sacramentale», cioè un legame permanente tra un uomo e una donna, tendono a precisare i vescovi promotori della iniziativa.

Per una Chiesa ospitale
Per i vescovi – che la prossima settimana saranno ricevuti dal Papa per la loro visita ad limina – questa decisione contribuirà «a una Chiesa ospitale che non esclude nessuno», risponde «concretamente» e dà «sostanza alla volonta» di prestare un’attenzione esplicita alla situazione delle persone omosessuali, dei loro genitori e della famiglia». Ed è stato espresso, affermano, «esplicitamente da Papa Francesco», nell’esortazione Amoris laetitia.

La richiesta delle persone omosessuali cattoliche
Secondo il cardinale Jozef de Kesel e gli altri vescovi fiamminghi, le coppie gay «spesso chiedono durante gli incontri pastorali un momento di preghiera per chiedere a Dio che benedica e perpetui questo impegno di amore e fedeltà». Tuttavia, sottolineano, «deve rimanere chiara la differenza con ciò che la Chiesa intende per matrimonio sacramentale», cioè un’unione per tutta la vita tra un uomo e una donna.

L’impegno di “esserci gli uni per gli altri”
Oltre alla preghiera e alla lettura della Bibbia, la breve e semplice liturgia di esempio che i vescovi fiamminghi distribuiscono prevede un momento di «impegno di entrambi i coinvolti» in cui essi «esprimono insieme davanti a Dio come si impegnano gli uni verso l’altro». Dichiarano a Dio che «vogliono esserci gli uni per gli altri in ogni circostanza della vita» e pregano per «la forza per essere fedeli gli uni agli altri e per approfondire il nostro impegno».

La relazione come “fonte di pace e felicità”
I vescovi continuano che vogliono «ancorare strutturalmente la pastorale e la guida delle persone omosessuali». Coloro che scelgono di rimanere celibi, dicono, meritano «il nostro apprezzamento e sostegno». Ma coloro che scelgono di vivere una relazione d’amore lo meritano altrettanto «perché anche questa relazione, sebbene non un matrimonio in chiesa, può essere fonte di pace e felicità condivisa per le persone coinvolte».

Una liturgia dal basso
L’elaborazione della liturgia è avvenuta nell’ambito del coordinamento Omosessualità e Fede, all’interno della Chiesa cattolica fiamminga, affidato a Willy Bombeek, per 16 anni portavoce dell’educazione cattolica delle Fiandre. «Io stesso sono gay e religioso, o religioso e gay, l’ordine non ha importanza», ha affermato al quotidiano olandese Nederlands Dagbalad. Bombeek ha precisato di essere stato sempre «molto discreto» riguardo alla sua omosessualità ma ha incominciato questa ricerca «perché le persone lgbt sono battezzate e sono parte integrante della Chiesa».

Quando il Vaticano disse no
Il 15 marzo del 2021, la Congregazione per la Dottrina della Fede rispose a un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso. «Al quesito proposto: la Chiesa dispone del potere di impartire la benedizione a unioni di persone dello stesso sesso? Si risponde: negativamente». Nella nota esplicativa si leggeva che venivano ritenute «illecite» le benedizioni concesse alle coppie omosessuali, «anche se questo non implica un giudizio negativo sulle singole persone, che possono continuare a essere benedette, né è inteso come un gesto discriminatorio».

Franco Barbero, il pioniere italiano
In Italia è dalla fine degli anni Settanta che alcuni sacerdoti, come Franco Barbero, hanno tentato di introdurre il tema all’interno della Chiesa cattolica partendo dall’ascolto delle persone omosessuali e credenti. Barbero fu dimesso dallo stato clericale da papa Giovanni Paolo II all’inizio del 2003 a motivo delle sue posizioni in contrasto con la gerarchia vaticana. Dieci anni dopo, Barbero – che per i suoi fedeli continua ad essere ancora don Franco – ha pubblicato il volume Benedizione delle coppie omosessuali (L’Harmattan Italia) che «documenta un’esperienza ormai diffusa e normale in molte chiese cristiane in Italia». L’opera nasce infatti da «un percorso ecclesiale in parecchi gruppi, comunità, associazioni nelle quali l’autore svolge il suo ministero teologico e pastorale».

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