ERDOĞAN CENSURA ERDOĞAN

Tratto da Altreconomia di Nicola Villa

Nell’agosto del 2016 la scrittrice turca Aslı Erdoğan, nata a Istanbul nel 1967, venne arrestata insieme a ventidue giornalisti del giornale filo-curdo Özgür Gündem con l’accusa di “fare propaganda terroristica”. La sua incarcerazione ebbe una risonanza mondiale: il New York Times l’ha eletta una delle donne più influenti quell’anno e a Parigi le venne assegnato il Premio Simone de Beauvoir per la libertà delle donne. Dopo quattro mesi in carcere, riuscì a emigrare in Germania, dove tuttora risiede e continua a svolgere la sua attività di scrittrice e di intellettuale.

Nel 2017 la pubblicazione dei suoi saggi civili, “Neppure il silenzio è più tuo” (Garzanti), fu tradotto in venti lingue ed è ancora considerato uno degli atti d’accusa più duri contro la svolta autoritaria del governo di Recep Erdoğan, in carica dal 2014 con il Partito della Giustizia e dello Sviluppo (Akp), nazionalista e di centro-destra. In questi ultimi dieci anni Recep Erdoğan ha represso i diritti civili, a partire dalle proteste contro la distruzione di Gezi Park al centro della capitale e in seguito a un fallito colpo di Stato nel 2016; ha intensificato lo scontro con le forze curde separatiste nel sud-est del Paese; ha indetto un referendum costituzionale, nel 2017, che ha ampliato i poteri presidenziali, eliminando la carica di primo ministro e trasferendo gran parte dei poteri al presidente. Nonostante le proteste delle organizzazioni non governative contro la violazione dei diritti umani, tra tutte Amnesty international, la Turchia è un confinante strategico per l’Unione europea che le ha delegato, in questi anni, la gestione dei flussi migratori in seguito alle crisi umanitarie dopo la nascita dello Stato islamico e lo scoppio della Guerra in Siria.

Pubblichiamo l’appello che Davide Minotti, poeta e traduttore, ha scritto in seguito alla notizia della censura in Turchia del libro “Neppure il silenzio è più tuo” di Aslı Erdoğan. Dell’autrice sono state tradotte nel nostro Paese altre due opere: “Il mandarino meraviglioso” (Keller 2014) e “La città dal mantello rosso” (Garzanti 2020). Il suo ultimo libro tradotto in Germania è “Requiem per una città perduta”.

“Neppure il silenzio è più tuo” è un libro della scrittrice turca Aslı Erdoğan, pubblicato in Italia da Garzanti nel 2017. Raccoglie saggi e articoli che parlano di resistenza e opposizione al governo turco e le sue pratiche di repressione, all’ombra delle proteste di Gezi nel 2016. Ne scaturisce una voce intima e coraggiosa, poetica e profondamente politica, che riecheggia tra i vicoli di Istanbul e rompe il silenzio del placido consenso.

Il libro è tra i più apprezzati di Aslı Erdoğan, vincitore di premi – tra cui il Vincenzo Padula in Italia – e tradotto in francese, tedesco, greco, svedese, norvegese, rumeno e olandese.

Apprendiamo in questi giorni che il libro viene de facto messo al bando dalla Corte suprema turca, con un provvedimento del 24 novembre 2022, in quanto: “diffama le forze militari turche, calunnia la polizia e i militari turchi con accuse indimostrabili, paragona il bombardamento di Lide (1993) alla Notte dei Cristalli, diffama le prigioni turche, accusa e incrimina lo stato turco affermando che lo stato è spietato e discriminatorio, offende la nazione turca parlando del cosiddetto genocidio armeno, presenta i membri di un’organizzazione terroristica come vittime innocenti tacendo le loro azioni”.

Come altri scrittori e altre scrittrici che condividono questo destino, Aslı Erdoğan è vittima di una persecuzione tenace da parte del governo turco. Incarcerata per quattro mesi alla fine del 2016 con l’accusa di terrorismo e propaganda semplicemente perché membro della redazione del quotidiano Özgur Gündem, Aslı Erdoğan è sempre stata assolta nei vari processi intentati a suo carico – l’ultimo dei quali a febbraio 2022. Da diversi anni vive in esilio in Europa.

La possibile messa al bando di “Neppure il silenzio è più tuo” è l’ennesimo atto di violenza contro la scrittrice, che afferma in un comunicato ufficiale: “Con questa decisione del tribunale, il libro non solo sarà bandito in tutte le carceri, ma anche nelle scuole, nelle biblioteche e nelle istituzioni ufficiali. Non è ancora una censura effettiva, quindi i librai possono continuare a venderlo, ma con questa ingiunzione rischiano il sequestro. In pratica, questo ostacolerà la distribuzione e la vendita del libro”.

Ci uniamo ai Pen club di Francia e Germania che per primi si sono schierati a difesa di Aslı Erdoğan, per denunciare questo gravissimo attacco alla libertà di espressione.

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