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Donne e Chiesa: il primato Valdese in apertura e coinvolgimento

Nel 2024 il movimento celebra i suoi primi 850 anni: già alla nascita era prevista (anche se durò solo un secolo) la partecipazione femminile nella “predicazione pubblica” e oggi avere ‘pastore’ è prassi comune

 

Tratto da Luce, articolo di Roberto Davide Papini

 

Nel 2024 il movimento valdese celebra i suoi 850 anni di vita a partire dalla conversione di Valdo (a Lione). Sono tanti i temi che possono nascere da questo evento così importante per la Chiesa evangelica valdese, tra questi c’è senz’altro il rapporto tra le donne e le chiese.

Donne e Chiese: nel movimento Valdese ruoli da protagoniste

Già, perché come ricorda Paolo Ricca, nella sua prefazione all’edizione 2014 del lezionario biblico “Un giorno, una parola” (un best seller della casa editrice Claudiana), nel primo secolo di vita del valdismo c’è “il coinvolgimento delle donne nella predicazione pubblica“. Dunque, 850 anni fa, questo movimento di laici cristiani vedeva la predicazione femminile come una cosa ovvia e preziosa.

Secondo Ricca “se il laico ha, in quanto tale, in virtù del suo battesimo, la facoltà di predicare, se la Chiesa riconosce che ha i doni per svolgere questo servizio, non c’è nessuna ragione seria per negare questa facoltà alla donna che è laica e battezzata proprio come l’uomo”.

Ovviamente, all’epoca la cosa viene considerata decisamente scandalosa “e lo è, ahimé, ancora oggi, in larghi settori della cristianità”, osserva amaramente Ricca, e questa innovazione in casa valdese è in effetti durata solo un secolo.

Le prime donne pastore nel 1967

Poi c’è un lungo periodo di stop durato alcuni secoli (sul quale potrebbe essere interessante una riflessione in questo anniversario) all’interno di un cammino che vive un altro passaggio fondamentale nel 1967, con l’ordinazione di Gianna Sciclone e Carmen Trobia, le prime due donne pastore della Chiesa valdese.

Una scelta che segue quella di chiese protestanti di altri Paesi (nel 1918 la Chiesa riformata del cantone di Zurigo aveva ordinato pastore due donne, le prime in Europa) e che diventa poi prassi normale, tanto che oggi la moderatora (presidente) della Tavola valdese è Alessandra Trotta, la seconda in questo ruolo dopo la pastora Maria Bonafede.

Anche qui occorre notare come alla carica di moderatore o moderatora della Chiesa valdese si accede secondo una procedura democratica, con l’elezione da parte dell’assemblea sinodale composta dai deputati delle chiese locali, da un numero di pastori equivalente e dai responsabili di particolari settori di attività.

Trattandosi di un incarico amministrativo può essere ricoperto da qualsiasi membro della chiesa, anche non pastore o pastora come, appunto, nel caso di Trotta.

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