Torino

A Torino il convegno sulla maternità surrogata. Il Torino Pride: “Perchè i loghi di Regione e Ministero?

Tratto da Torinotoday.it

Domani, sabato 7 ottobre, dalle 9 alle 17, nel teatro del Collegio San Giuseppe di via Andrea Doria 18 a Torino, si terrà un convegno dal titolo “Dalla Fivet all’utero in affitto: storia di una grande mistificazione” e organizzato da Federvita Piemonte con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e in collaborazione con Regione Piemonte e “Orizzonti di Vita”.

Tema centrale, come si evince anche dal titolo, sarà la Gpa, ovvero la “gestazione per altri”, come viene anche chiamata la “surrogazione di maternità”.

Saranno presenti molte figure legate al mondo cattolico e conservatore e il Coordinamento Torino Pride è contrario all’evento: “Stupore e orrore all’ennesimo convegno di mistificatori che si propone di discutere sui temi della gestazione per altri e sulla procreazione medicalmente assistita come se fosse un complotto mondiale finanziato da chissà quale ‘potentato’ che avrebbe come vessillo l’ennesimo nuovo diritto a discapito dei più deboli”, spiegano dal Comitato ponendosi delle domande sulla presenza sulla locandina dei loghi “di Regione e Ministero del lavoro e delle politiche sociali: a che titolo sono presenti?”, che poi chiedono all’organizzazione “Vol.To” spiegazioni anche sulla presenza del loro logo: “Da sempre Vol.To s’impegna a sostenere gli enti e le realtà del Terzo Settore torinese e piemontese, di prendere posizione. Bisognerebbe fare chiarezza per evitare che la presenza del loro logo su quella locandina possa essere scambiata per un avallo delle teorie complottiste e antiscientifiche espresse, che hanno come unico risultato umiliare e mortificare tante persone”.

Duro il coordinatore del Torino Pride, Marco Alessandro Giusta: “È davvero una follia sostenere che esista un “ordine mondiale” che vuole influire sulle scelte di vita delle persone, per creare un senso di angoscia e paura e deumanizzazione. Ci si dimentica, come sempre, che si sta parlando di storie di vita, di persone, di amore, di solidarietà. E, soprattutto, che i diritti più a rischio sono quelli dellə bambinə natə da GPA, e in particolare quellə natə nelle famiglie omogenitoriali. Figli e figlie che subiscono continuamente la soppressione dei loro diritti, della continuità affettiva e della serenità familiare. Un’umiliazione perpetrata da chi vuole imporre un unico modello di pensiero basato sulla paura e sulle bugie, blaterando ancora e ancora dell’inesistente “teoria gender” e, di fatto, contribuendo a peggiorare la vita proprio di chi pensano di difendere: i bambini e le bambine”

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