la terribile violenza della bibbia contro le donne

Di Alessandro Giacomini. Tratto da: nonmollare quindicinale post azionista | 153 | 15 luglio 2024
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Nel leggere la bibbia è facile imbattersi in molteplici casi di estrema violenza contro le donne, ove nulla è contestualizzabile o interpretabile se non in senso letterale.
Nella società di oggi, satura di violenza contro le donne, ove la capacità di sopportazione ha raggiunto il limite, non è forse il caso di andare oltre ad una condanna pubblica della bibbia e chiedere se non al ministero dell’istruzione, sempre supino ai dettami della Chiesa Romana, direttamente alla corte Europea dei diritti umani con riferimento alla convenzione di Istambul, di escludere la bibbia come testo nelle scuole di ogni ordine e grado?
La stessa convenzione di Istambul è una pietra miliare per contrastare alla radice il triste fenomeno dei femminicidi.
Il trattato investe moltissimo sulla prevenzione, esso sostiene sotto ogni forma una cultura paritaria tra uomo e donna, sarà forse per questo motivo che il Vaticano non ha firmato tale intesa.
Sarebbe imbarazzate per la chiesa di Roma sottoscrivere il trattato di Istambul quando al suo interno vi sono discriminazioni basate sul sesso, la chiesa esclude le donne dal sacerdozio, trasferendo ogni responsabilità di ciò proprio al suo Dio, quello biblico.
La bibbia, dal vecchio al nuovo testamento è un florilegio di esecrazione e avversione nei confronti delle donne, vedasi Eva che tende la mano verso il frutto proibito scatenando con estrema aggressività le ire divine, una colpa che ha gravato sull’intera umanità con il solo intento di colpevolizzare le donne.
O gli stessi vangeli, dove si evince il “grave crimine” della prostituta Maria Maddalena segnata dalla infamia e umiliata, oppure la stessa Madre di Gesù figura passiva, silenziosa e accondiscendente, l’evangelico archetipo di donna da emulare.
Quindi all’origine c’è la bibbia che attribuisce alla donna il primo peccato e rende sospette tutte le figlie di Eva e le vota, fin dalla nascita ad un marchio d’infamia.
Il testo cosiddetto sacro, utilizzato dai cattolici per indicare il patto stabilito da Dio con gli uomini per mezzo di Gesù Cristo, sono un florilegio di citazioni misogine ove l’assoggettamento della donna è assoluta verso la superiorità dell’uomo.
Nel mezzo di tutto ciò vi è una letteratura biblica senza ombra di dubbio criminale, ad oggi è arduo per le atrocità descritte e per non turbare ulteriormente la sensibilità di chi legge, trasferire letteralmente quanto descritto nella bibbia, impegnativo citare alcuni passaggi biblici, la violenza in essa è pari ad un “sacro femminicidio” e riportare le innumerevoli menzioni ti senti, comunque sia, un complice.
Quindi ci limiteremo ad alcuni passaggi, quelli meno “invasivi”, per entrare poi nel merito della problematica che affronteremo a seguire.
La chiesa cattolica apostolica romana per conferire alla donna un ruolo inferiore e inibire la sua liberazione, impone una semplice dottrina: «l’uomo e la donna sono uguali nell’ordine sovrannaturale, ma l’uomo è superiore alla donna su un piano naturale».
E, “la donna è frivola, stupida e ignorante”
(bibbia, Prov. 9:13), come anticipato si potrebbe continuare all’infinito per le sboccataggini citazioni ma quanto è moralmente e giuridicamente ammissibile, riportare tali passaggi biblici?
Tutto ciò è indiscutibilmente il fondamento della misoginia, si può quindi affermare con tutta tranquillità, che la bibbia è l’origine dei femminicidi, o meglio, le istruzioni morali per compiere un femminicidio.

Va pure ricordato, notizia segregata e censurata dai media nazionali, che il “progressista” Papa Francesco è stato proclamato dalla rivista tedesca Emma per il 2021 “l’uomo più misogino dell’anno”.
Nelle motivazioni si legge: “capo di un sistema di apartheid in cui le donne sono di serie B”.
Vi fossero ancora dubbi, basta una semplice panoramica dello Stato del Vaticano, una monarchia assoluta teocratica.
Rammentare pure il recente contesto storico politico italiano è indicativo per l’analisi in atto.
Esso è sempre stato genuflesso al potere del Vaticano e di conseguenza al voto cattolico, il quale ha contrastato la prevenzione, l’autodeterminazione, l’emancipazione delle donne, ad esempio fino al 1981 vigeva, nel sistema giuridico italiano, il delitto d’onore.
In pratica ammazzare la moglie era da considerarsi un reato perdonabile, l’onore patriarcale andava preservato e tutelato dalla legge.
Senza dimenticare la legge sul divorzio ostacolata, in ogni sua sfaccettatura, dalla chiesa cattolica che per essa è indissolubile.
Motivando la sua opposizione con le parole del vangelo: “ciò che Dio ha congiunto, l’uomo non separi” Mt 19,6.
Dopo tutte queste premesse, riprendiamo la domanda iniziale, ma chi apprende e legge la fonte delle radici del femminicidio, cioè la bibbia, ai giorni nostri?
Perché si potrebbe pure contestare che più nessuno la legge, comprese le aberranti citazioni e che la ricerca dei testi biblici sia impegnativa o addirittura anacronistica purtroppo non è affatto così, c’è molto, ma molto di peggio, è libro di testo nelle scuole pubbliche di ogni ordine e grado, ove nelle scuole primarie ha un palinsesto di due ore a settimana, all’interno della cosiddetta ora di religione Cattolica (IRC).
Perché l’’indottrinamento è più semplice ed efficace se condotto sulle menti dei bambini, prima che maturino la razionalità ed il senso critico necessario ad opporsi al plagio.
Non è un caso che le stesse associazioni cattoliche e le gerarchie clericali sono allarmate nell’introdurre nelle scuole di ogni ordine e grado argomenti come “l’affettività fluida”.
Sono consci del fatto che le giovani menti sono più facilmente plasmabili e manovrabili, vi è una notevole bibliografia in merito, dalla psicologia pediatrica dell’apprendimento, alla psichiatria infantile con i risvolti che ben conosciamo in età adulta….
Si potrebbe obiettare che tutto ciò è il passato e che nelle ore di insegnamento dell’ora di religione cattolica (IRC) lo svolgimento sia più una sorta di storia delle religioni, niente di più falso.
A partire dal reclutamento degli insegnanti, scelti esclusivamente dal vescovo competente dell’area geografica, ma retribuiti da tutti i cittadini italiani, vedasi l’attuale concorso farsa in atto per l’inserimento a ruolo di tutti i docenti di religione.
Agli obiettivi di apprendimento, fino ad arrivare ai libri di testo è per antonomasia un assoggettamento a una martellante ideologia, quella cattolica, che in ambito didattico è più incisiva di quella coranica, nel ridurre gli alunni ad uno stato di sottomissione tramite il linguaggio violento al suo interno.
Si, avete letto bene, perché se ci riferiamo ai testi, lo studio condotto scientificamente da parte di Tom Anderson rileva che la bibbia contiene circa il doppio della violenza rispetto al testo sacro dell’Islam.
L’analisi condotta è stata sviluppata con un algoritmo che ha analizzato il nuovo, il vecchio testamento e il corano:
“Dei tre testi, il Vecchio Testamento sembra essere di gran lunga il più violento”, spiega l’autore della ricerca.
“Si fa riferimento più spesso 2,8%* a omicidi e distruzione nel Nuovo Testamento che nel Corano 2,1%*”.
Mentre il vecchio testamento è nettamente superiore ad entrambi con il 5,3%*.
A sostegno dell’obbligo di apprendimento della bibbia vi è la recente intesa per l’insegnamento della
religione cattolica nelle scuole pubbliche tra il ministero dell’istruzione e la Conferenza Episcopale Italiana, il tutto è inequivocabile:
“conoscere la struttura della Bibbia, ascoltare, leggere e saper riferire alcune pagine bibliche, tra cui i racconti della creazione”.
Tutti i bambini e ragazzi che si avvalgono dell’ora di religione cattolica nelle scuole pubbliche, essa prevede: che in tutte le scuole Italiane siano riservate lezioni settimanali, due ore nella scuola primaria, dicasi le “scuole elementari” e un’ora nella scuola secondaria sia di primo sia di secondo grado.
Nel rendere più chiaro e tecnico quanto finora esposto si farà riferimento alle linee guida e alle varie intese in atto, tra lo stato Vaticano e lo stato italiano, con ciò si avrà la consapevolezza di quanto sia significativa la modalità di convincimento, a partire dai testi scolastici fino alle varie fasi di apprendimento, con lo scopo di ottenere le già suddette finalità.
In riferimento ai testi:
“Per essere adottati nella scuola i libri di testo per l’insegnamento della religione cattolica devono ricevere il “nulla osta” della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana e l’imprimatur dell’Ordinario diocesano competente (Intesa 28 giugno 2012, DPR 20 agosto 2012, n. 175, art. 3.2.). L’Ordinario diocesano, ai sensi della delibera n. 40 della CEI, non può concedere l’imprimatur se previamente non ha richiesto e ottenuto il “nulla osta” della Conferenza Episcopale Italiana. Resta fermo pertanto che: − l’imprimatur per il libro di testo è di esclusiva competenza dell’Ordinario diocesano; − il “nulla osta” spetta alla Presidenza della CEI ed è vincolante in ordine all’adozione del libro di testo nella scuola statale e non statale. 1.2. I criteri ai quali la Presidenza della CEI si attiene nell’esame dei libri di testo, avvalendosi della consulenza delle Commissioni Episcopali competenti, degli Uffici della Segreteria Generale, del Servizio Nazionale per l’insegnamento della religione cattolica e dei revisori specializzati previsti dalla delibera n. 40, lett. b), sono i seguenti: a) Rispondenza alle indicazioni per la progettazione didattica nella scuola dell’infanzia, del primo e del secondo ciclo di istruzione, rispettivamente: – ai Traguardi per lo sviluppo delle Competenze e Obiettivi di Apprendimento dell’insegnamento della religione cattolica per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione (Intesa 1° agosto 2009; DPR 11 febbraio 2010); – alle Indicazioni per l’insegnamento della religione cattolica nei Licei, alle Linee Guida per l’insegnamento della religione cattolica negli Istituti Tecnici, negli Istituti Professionali e nella Istruzione e Formazione Professionale (Intesa 28 giugno 2012, DPR 20 agosto 2012). Tale rispondenza garantisce la salvaguardia della specificità dell’IRC e il pieno inserimento dello stesso nel nuovo ordinamento scolastico. b) Coerenza con i contenuti espressi nelle indicazioni per la progettazione didattica (indicate al punto 1.2a di questo decreto), in conformità alla dottrina della Chiesa contenuta nel Catechismo della Chiesa Cattolica.
Mentre per quanto riguarda l’apprendimento e i traguardi, anche qui il riferimento è l’intesa tra il ministero dell’istruzione e la Conferenza Episcopale Italiana sulle indicazioni didattiche per l’insegnamento della religione cattolica, vedasi pure le varie convenzioni riportate nei link sottostanti ove, ad esempio, la diocesi della Lombardia, nei vari allegati e nell’articolo 1 descrive la bibbia, sempre scritta con la B maiuscola:
“la Bibbia a scuola: un crocevia di vita”.
“Gli obiettivi di apprendimento per ogni fascia d’età sono articolati in quattro ambiti tematici:
Dio e l’uomo, con i principali storici e dottrinali del cristianesimo;
La Bibbia e le fonti, per offrire una base documentale alla conoscenza;
Il linguaggio religioso e i valori etici.
Questi sono traguardi per lo sviluppo delle competenze del bambino / alunno nella scuola primaria, cioè la cosiddetta scuola delle elementari.
“L’alunno riflette su Dio Creatore e Padre; riconosce che la Bibbia è il libro sacro per i cristiani e documento fondamentale per la nostra cultura, sapendola distinguere da altre tesi, tra cui quelle di altre religioni, identifica le caratteristiche essenziali di un brano biblico, sa farsi accompagnare nell’analisi delle pagine, per collegarle alla propria esperienza. Si confronta con l’esperienza religiosa, identifica nella chiesa la comunità e si impegnano per mettere in pratica l’insegnamento”.
Ad esempio, gli obiettivi di apprendimento al termine della terza elementare, ovvero ai bambini di
9 anni è: “conoscere la struttura della Bibbia, ascoltare, leggere e saper riferire alcune pagine bibliche, tra cui i racconti della creazione”.
Concludendo, come si è potuto constatare, obiettivi, percorsi, traguardi, competenze e apprendimento, dei bambini di ogni fascia d’età, sono mirati esclusivamente all’insegnamento della religione cattolica e della conoscenza biblica con un programma esclusivo e dedicato all’accompagnamento del testo “sacro”.
Il “cammino” pedagogico sottoposto insegna una donna di “sua” proprietà, un “suo” oggetto, una procedura di possesso sancita negli anni dal percorso formativo.
Nel tempo esso ostacolerà ogni forma di lucidità riflessiva, i ragazzi divenuti adulti saranno portati a rivivere i contenuti emozionali ed educativi della fase di apprendimento adolescenziale, inoltre l’inconscio gestirà le regole del coinvolgimento umano, che in alcuni estremi casi hanno avuto comportamenti delittuosi, ben noti alla cronaca attuale.
La violenza sulle donne ha molti mezzi per nascondersi, nella bibbia il luogo è perfetto.

*Delle parole totali del libro di riferimento.

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