Tratto da Tio.Ch, di Simone Roncoroni
Il primo ministro ribadisce che il viaggio di Francesco è solo il primo passo verso la riconciliazione
OTTAWA - Il governo canadese non ha usato giri di parole: le scuse di Papa Francesco verso i popoli indigeni, per gli abusi nelle scuole residenziali gestite dalla Chiesa, non sono sufficienti. Le dichiarazioni sono arrivate quando il viaggio del Pontefice è giunto alla seconda tappa, a Quebec City. Nella città canadese il Papa ha incontrato, durante la giornata di ieri, il primo ministro Justin Trudeau e la governatrice Mary Simon.
Il tentativo del Vaticano di fare chiarezza su un passato tanto controverso quanto ambiguo, ha sollevato parecchie critiche. Le perplessità del governo canadese si sono unite all’indignazione di alcune vittime, che non hanno apprezzato il silenzio sugli abusi sessuali subiti dai bambini indigeni nelle scuole. Il mea culpa del Papa non ha raccolto quindi i consensi sperati. Alcune lacune nelle scuse presentate da Francesco non sono piaciute e sono state rimarcate da molte vittime.
Tratto da MicroMega, della Redazione
Stando ai dati del Mef, si conferma il trend rilevato lo scorso anno con il calo della Chiesa e la crescita dello Stato.
8 per mille: continua il calo di preferenze per la Chiesa cattolica, che perde 260 mila firme, mentre si conferma il trend in favore dello Stato, che ne guadagna 220 mila. Sono questi i dati (provvisori) relativi alle dichiarazioni dei redditi del 2021 pubblicati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Già lo scorso anno (dichiarazioni 2020) si era registrato un “travaso” dalla Chiesa allo Stato, con le firme alla Chiesa scese per la prima volta sotto il 30% del totale dei contribuenti (dal 31,83%, 13 milioni 168 mila firme, al 29%, pari a 12 milioni 56 mila firme) e un balzo in avanti dello Stato di un milione di firme (da 2 milioni 830 mila a 3 milioni 801 mila, per un salto dal 6,8 al 9%). Il trend, secondo i dati provvisori diffusi dal Mef, si conferma, seppur in misura inferiore, anche per le dichiarazioni dei redditi del 2021: le scelte per lo Stato salgono a 4 milioni 21 mila, quelle per la Chiesa scendono ulteriormente a 11 milioni 795 mila.
Tratto da Domani, di Federica Tourn
La denuncia al prefetto vaticano Kevin Farrell di un «predatore» pedofilo che però è stato soltanto spostato Il movimento minimizza: «Dal 2014 ricevute dodici segnalazioni in Italia, solo in sei casi giudicate verosimili»
È il 3 gennaio 2021e la Rai trasmette in prima serata la fic­tion L'amore vince tutto sulla figura di Chiara Lubich, la maestra di Trento che sotto i bom­bardamenti della seconda guer­ra mondiale decide di consacrar­si all'amore per Dio fondando una comunità ecclesiale di laici cattolici, il movimento dei Focola­ri. Nessuna ombra nel racconto televisivo, neanche una nota dis­sonante. Eppure proprio in quei giorni la società Gcps Consulting incaricata dai vertici del movimento, sta cominciando a investi­gare sulle denunce di abuso ses­suale a carico di Jean-Michel Mer­lin, un membro con ruoli apicali in Francia e che, con 37 vittime accertate, verrà definito un «abusa­tore seriale di minori» che ha go­duto della copertura del movi­mento.
Tratto da Eco Internazionale. di Daniele Monteleone
Il certificato di italianità va guadagnato e meritato superando delle “prove di cittadinanza” che secondo gli infiniti emendamenti dei sovranisti allo Ius Scholae vanno dalle sagre al presepe. 
Calendarizzata per il mese di luglio, la discussione alla Camera dello Ius Scholae, la proposta di modifica dell’ottenimento della cittadinanza italiana, rischia un pesante slittamento sia a causa di una – tanto per cambiare – crisi di governo estiva, sia per la sistematica operazione di ostruzionismo compiuta dai partiti della destra capaci di sfornare centinaia e centinaia di emendamenti per rallentarne il percorso parlamentare. Il marchio di italianità è divenuto così uno dei temi caldi dell’estate italiana (già attraversata da altri temi decisamente “scottanti”), un’estate in cui si sarebbe potuto riconoscere la cittadinanza a un numero di bambini stranieri che si aggira fra i 300mila e il mezzo milione. I 651 emendamenti di Lega e Fratelli d’Italia alla proposta dello Ius Scholae (originariamente un testo contenente contributi provenienti da Partito Democratico, Forza Italia e adesso anche Movimento 5 Stelle) sono stati per la stragrande maggioranza “innocui”, ovvero di natura formale, legati alla struttura dei periodi, alle scelte lessicali e grammaticali, e che quindi non vanno a intaccare la sostanza della proposta di legge.
Tratto da AGC News, di Maddalena Ingroia
Stando a un recente sondaggio, la maggioranza dei turchi vuole vivere in un Paese democratico e laico. In un momento in cui crescono le preoccupazioni per l’arretramento della democrazia e dell’ordine laico in Turchia, la stragrande maggioranza dei cittadini ha dichiarato che preferirebbe vivere in un Paese democratico e laico, secondo i risultati di un sondaggio d’opinione.

Alla domanda: “In che tipo di Paese vorresti vivere?”, il 72,9% dei partecipanti al sondaggio, condotto dalla società Metropoll di Ankara, ha risposto che vorrebbe vivere in un Paese democratico e laico, riporta Turkish Minute.

Anche la maggioranza dei sostenitori del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo, Akp, e del suo alleato di estrema destra, il Partito del Movimento Nazionalista, Mhp, desidera vivere in un Paese democratico e laico: il 57,8% degli elettori dell’Akp e il 74,5% di quelli dell’Mhp hanno risposto il tal senso.

Tratto da Il Sole 24 Ore, di Roberto Bongiorni
La deriva autoritaria di Kais Saïed, nemico del movimento islamico tunisino Ennahda, rischia di riportare le lancette del tempo indietro di 12 anni. Lunedì 25 il controverso referendum di riforma costituzionale

Ricordiamoci il nome: Kais Saïed. Perché questo scaltro politico di 64 anni, votato nel 2019 presidente della Tunisia, e subito dopo autoproclamatosi “salvatore della patria”, potrebbe mettere una volta per tutte la parola fine a quella grande ondata rivoluzionaria che scosse i Paesi del Nord Africa e di parte del Medio Oriente, definita – quando le illusioni prevalevano su tutto - Primavera araba.

La deriva autoritaria di questo populista in salsa mediorientale, nemico del movimento islamico tunisino Ennahda, rischia di riportare le lancette del tempo indietro di 12 anni. Come? Con un controverso referendum di riforma costituzionale - si vota lunedì 25 luglio - che conferirà al presidente ampissimi poteri e che, per la prima volta in un Paese arabo toglierà il riferimento all’Islam come religione di Stato (per poi furbescamente inserire la Tunisia nella Umma, la grande nazione islamica senza confini).

Tratto da HuffPost
La leader di Fratelli d'Italia sui social: "Il velo islamico non rappresenta in alcun modo un valore europeo". E la Lega fa eco: "Sottomissione, non normalità"
La campagna social dell'Unione europea per l'Anno Europeo dei Giovani 2022, la cui testimonial è una giovane che indossa l'hijab, il copricapo tradizionale delle donne di religione islamica, scatena l'ira di Fdi e della Lega, che la considera come "uno schiaffo a Saman". "Quella donna ha il compito di stimolare il dibattito sui valori europei. Ma il velo islamico non rappresenta in alcun modo un 'valore europeo'", sbotta sui social Giorgia Meloni, ricordando che "in Europa le donne si sono liberate, dopo secoli di battaglie, da simboli di sottomissione come questi e non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare alle nostre conquiste in nome del politicamente corretto caro alla sinistra. Le femministe europee non hanno nulla da dire?".
Tratto da La Voce (ANSA) – ROMA, 24 LUG – Il presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) Matteo Maria Zuppi si sofferma con La Stampa sul passaggio delicato che sta attraversando il Paese tra la caduta del governo e i rischi di una crisi sociale. “Le misure contro fragilità e diseguaglianze sono urgenti, e invece rischiano di essere ancora rimandate, dato che i processi decisionali saranno di fatto paralizzati almeno fino all’autunno”, afferma l’arcivescovo di Bologna. “La crisi di governo – aggiunge – rischia di bloccare gli aiuti economici in arrivo con il Pnrr”, che è “un’ opportunità unica per ricostruire tanti pezzi della nostra Nazione” e che “guarda al futuro”.
Tratto da Rete l'Abuso, di Francesco Zanardi Denunciato già nel 2010, l’allora vescovo Piergiorgio Micchiardi non diede seguito alla denuncia delle presunte vittime lasciandolo alla direzione di istituti per minori. Una seconda denuncia del 2022 fatta questa volta la vescovo Luigi Testore, dopo l’indagine previa ha raccolto l’ammissione dello stesso don Carlo Bottero, oggi reo confesso di abuso sessuale ai danni di chi lo querela. Ora l’ultima parola resta alla Congregazione per la Dottrina della Fede, alla quale la Diocesi ha inviato l’esito dell’indagine previa ed il fascicolo. Di seguito il racconto della presunta vittima e della vicenda in oggetto.
 

Non potevamo non ricordare due uomini scomparsi a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, grandi testimoni del pensiero laico e della sua straordinaria fertilità culturale e civile. Ad Angelo Guglielmi, scomparso l’11 luglio, dobbiamo i sette anni che cambiarono la televisione.