Un 25 aprile speciale

Quello che stiamo per vivere (e non solo celebrare), sarà sicuramente un 25 aprile speciale.  E non si dica che la Festa della Liberazione è sempre speciale, perchè a volte lo è un po’ di più. Fu così trent’anni fa a Milano, all’indomani del trionfo elettorale di Berlusconi, che sapevamo essere epocale e devastante non solo per il centrosinistra ma per l’Italia, e lo sarà in questo 25 aprile, che ci richiama con forza in piazza a difendere valori, che dopo questi trent’anni di miseria della politica, oggi sono attaccati in modo sempre meno subdolo e sempre più diretto. Ed è un temporale quello che squassa l’Italia. Ogni scroscio guasta, ogni raffica spezza, e il danno è già tanto! Andiamo a questo 25 aprile col dolore e con la rabbia per le vite dei migranti gettate in fondo al mare, per la sanità svenduta al mercato privato e sottratta a chi è meno protetto, per l’impunità data ai gaglioffi (in primis quelli che siedono nei banchi più importanti del Parlamento), e per le manganellate distribuite a chi protesta. E un temporale che iniziò nei primi giorni di governo, quando si legiferò a tempo record per infliggere sei anni di carcere a chi organizza i rave party, e poi avanti così: con la sottomissione alla banche accaparratrici di immorali extraprofitti, con la scuola dell’umiliazione e il ritorno in chiave punitiva del voto di condotta, con la negazione dell’autonomia scolastica,  perchè a Pioltello si è dato un giorno ai ragazzi per la festa di fine Ramadan, col silenzio su Ilaria Salis, colpevole a priori perchè antifascista.
E di questi giorni l’annuncio dell’attacco alla legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza. Nei consultori, diminuiti, indeboliti, definanziati, si vogliono introdurre figure nuove: non dipendenti pubblici al servizio di quella legge, ma privati cittadini appartenenti ad associazioni religiose integraliste. Ed ora (elencare è difficile perchè occorrerebbe aggiornare quotidianamente l’elenco) arriva la notizia del ricorso al TAR da parte del Governo per bloccare la legge varata lo scorso febbraio in Emilia Romagna. Quella legge definisce procedure e tempi certi per accedere al suicidio medicalmente assistito. Si vuole negare il diritto di congedarsi dalla vita, nel rispetto della volontà, autodeterminazione e dignità delle persone più gravemente sofferenti, continuando a ignorare i criteri definiti dall’Alta Corte, che ha più volte chiesto al Governo di colmare la lacuna legislativa varando una legge…ed ecco la risposta: una miserabile rappresaglia.
Trent’anni fa a Milano pioveva a dirotto ma a bagnarci ci andammo tanto numerosi da stupire il mondo, oggi scendiamo in piazza già zuppi dunque andiamo in piazza numerosissimi, senza paura della pioggia!

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