23 Giu IMBARCAZIONI IN DIFFICOLTA’: ALARM PHONE INASCOLTATA
Tratto da Europa Today
“Vi chiediamo gentilmente di smettere di uccidere”. È questo il titolo dell’azione dimostrativa in difesa dei migranti convocata dall’Ong Alarm Phone che si svolgerà davanti al Parlamento europeo dal 28 al 30 giugno, in occasione del vertice dei leader dell’Unione europea che si svolgerà nella capitale europea il 29 e 30 giugno. Gli attivisti di Alarm Phone leggeranno migliaia di e-mail da loro inviate alle autorità dei Paesi Ue dal 2014 a oggi per segnalare la presenza di imbarcazioni con migranti a bordo in difficoltà nel mar Mediterraneo.
L’azione dimostrativa verrà realizzata poche settimane dopo il tragico affondamento di un peschereccio in Grecia costato la vita a centinaia di migranti, inclusi bambini, che ha acceso nuovamente i riflettori sui dati (drammatici) delle morti nel Mediterraneo per raggiungere la cosiddetta “Fortezza Europa”. Alarm phone è un’organizzazione creata nel 2014 da una rete di attivisti ed esponenti della società civile di Europa e Nord Africa. Costituisce un contatto di emergenza in supporto alle operazioni di salvataggio, ma non può effettuare salvataggi, dato che i suoi operatori non sono fisicamente presenti nel Mediterraneo e non dispongono di imbarcazioni né di elicotteri.
Se le persone in viaggio si sentono in difficoltà o in pericolo, o se le autorità stanno effettuando un respingimento, possono seguire una procedura: dapprima devono chiamare la guardia costiera e comunicare la situazione di emergenza. Subito dopo possono chiamare Alarm Phone, così che i suoi operatori possano verificare che la richiesta di soccorso venga effettivamente gestita. “Quando qualcuno ci chiama da un’imbarcazione lo fa nella speranza che dall’altra parte risponda un essere umano e non una macchina. Gli attivisti di Alarm Phone prendono ogni singola voce e la convertono in un linguaggio burocratico standardizzato in modo che le autorità possano prestare attenzione”, ha spiegato l’Ong. “Trasformiamo le persone in numeri e le vite in coordinate. Eliminiamo l’angoscia, la paura, la rabbia, la speranza fino a diventare noi stessi burocrati”, spiegano gli attivisti, che registrano ciascuna chiamata per poi indirizzare tramite e-mail le richieste di aiuto. “Dichiariamo cortesemente la nostra causa, un’e-mail alla volta, 4325 e-mail all’anno”, si legge ancora nella nota.
Gli attivisti denunciano però la mancanza di reazione in tanti casi da parte delle autorità per soccorrere i migranti. Si tratta di “migliaia di ripetute e gentili richieste di soccorso, molte delle quali senza risposta”, scrivono in un comunicato, nel quale si precisa che a Bruxelles “la lettura sarà accompagnata e interrotta da un allarme in tempo reale” sulle nuove emergenze. Per l’occasione è stata organizzata anche “la prima apparizione pubblica dell’Alarmbox che riporta le situazioni di pericolo attuali e in corso nel mar Mediterraneo”. L’obiettivo dell’azione è di svegliare le coscienze dei vertici politici che, lontani dalle coste e dai confini dove avvengono i drammi dei migranti, assumono decisioni sulle vite di queste persone: “Leggeremo queste e-mail nel luogo in cui viene prodotto lo spettacolo ripetitivo e mortale della burocrazia e delle politiche di preclusione che tengono le persone in attesa in pericolo in mare”, conclude la nota. Rispetto al naufragio avvenuto nel mare Egeo l’ong Alarm Phone aveva accusato: “Le autorità greche sapevano della barca, ma non si sono mosse”. Atene ha replicato che il peschereccio, diretto verso l’Italia, avrebbe rifiutato qualsiasi assistenza.
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