03 Nov I prefetti scrivono alle scuole: «Fate inziative sulle foibe»
GIORNO DEL RICORDO. In campo il Viminale su sollecitazione di palazzo Chigi. L’Anpi: «Operazione faziosa e strumentale». Pagliarulo: «Silenzio sulla Giornata della Memoria. E il testo deforma la storia»
Tratto da Il Manifesto, articolo di Luciana Cimino
Le prefetture hanno trovato il tempo, in questi giorni, di scrivere alle scuole e ai Comuni italiani per sollecitare la promozione di «iniziative per commemorare il massacro delle Foibe» e con una certa urgenza dato che si chiede un «riscontro immediato» per «fornire il quadro complessivo delle iniziative provinciali, in considerazione della richiesta formulata dal segretariato generale della presidenza del Consiglio dei ministri al ministero dell’Interno».
Uno zelo impressionante se si considera che al Giorno del ricordo dell’esodo giuliano-dalmata mancano 4 mesi e che la Giornata della Memoria o il 25 Aprile non ricevono la stessa attenzione. In questo caso, invece, i prefetti esortano a «dare particolare e significativo rilievo alla ricorrenza». La terminologia usata nel resto del testo è quella tipica della destra: le foibe vengono definite «rappresaglie di vera e propria pulizia etnica» degli italiani.
«QUESTE SOLLECITAZIONI rappresentano una gravissima forzatura della verità storica», denuncia il presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo. «Non è certo in discussione la condanna e la memoria delle foibe ma non è vero che riguardarono solo gli italiani e non è vero che si trattò di pulizia etnica». «La circolare inoltre ignora colpevolmente e consapevolmente la repressione bestiale della resistenza locale da parte dei comandi militari italiani, le stragi dei civili, i crimini della X Mas sul confine orientale, i campi di concentramento fascisti in Italia dove erano internati croati e sloveni». «Si deforma la storia», denuncia Pagliarulo che sottolinea anche come «il silenzio sulla Giornata della Memoria, che peraltro avviene il 27 gennaio, cioè prima del Giorno del Ricordo, rivela la natura faziosa e strumentale dell’operazione didattica, funzionale soltanto a una narrazione tesa a screditare la Resistenza».
«È SCONCERTANTE, una cosa del genere non era mai accaduta» dice anche la segretaria nazionale della Flc Cgil, Gianna Fracassi, «non si comprende poi il perché si danno indicazioni e direttive alle scuole autonome». La questione preoccupante è appunto questa: le scuole devono comunicare entro il 20 ottobre alla prefettura cosa intendono fare. Non al ministero dell’Istruzione, dal cui entourage trapela l’estraneità a questo caso, ma al Viminale: «È una forma di costrizione e di controllo del governo sull’attività delle scuole che mette in discussione i principi dell’autonomia scolastica e della libertà di insegnamento», spiega il presidente dell’Anpi che chiede «al governo e al ministro dell’Interno di ritirare la circolare e recedere da questa pratica faziosa e pericolosa».
ESPRIME «preoccupazione» anche il Pd. Per le deputate dem Irene Manzi e Silvia Roggiani, «il fatto che la circolare non sia stata inoltrata anche per il ricordo della Shoah non è stata una dimenticanza ma la scelta di una destra che continua a provare a strumentalizzare il sistema educativo».
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