Gustavo Zagrebelsky

La laicità secondo Gustavo Zagrebelsky

Di Gustavo Zagrebelsky. Tratto da Treccani

Di laicità si può parlare solo in situazioni dove si distingue tra esperienza politica ed esperienza religiosa e tra le loro istituzioni e vige il principio di reciproca incompetenza nella sfera dell’altra. Esso è frutto di una lotta secolare combattuta in occidente contro la Chiesa Cattolica (che pure a volte tenta di appropriarsene) e nasce da un processo di secolarizzazione, cioè di affrancamento della vita politico-sociale dalla matrice religiosa.

Questo sembra aver generato un contro-movimento: il “postsecolarismo” che riscopre la religione come risorsa politica e la politica come risorsa religiosa. Di fronte all’affermarsi del valore di laicità, la Chiesa è indotta a proporsi non più come unica autorità dispensatrice di salvezza ma come massima autorità sociale.

Con un lucido excursus storico Gustavo Zagrebelsky ci guida al punto di arrivo di tale proposta: l’ispirazione sociale della Chiesa espressa nel Concilio Vaticano II e la qualifica dei suoi ministri come «esperti in umanità» (Paolo VI, 4 ottobre 1965). Questa nuova “religione civile” è però incompatibile con lo stato laico poiché decisioni motivate in base alla sola verità religiosa rompono il quadro della ragione pubblica e determinano le condizioni per l’emanazione di norme sopraffattrici.

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