15 Dic Come funziona il diritto all’oblio oncologico
La norma, passata alla Camera e al Senato, tutela da discriminazioni lavorative, bancarie, finanziarie o assicurative le persone guarite dal tumore
Tratto da Wired, articolo di Kevin Carboni
Dopo il via libera ottenuto alla Camera, la legge sul diritto all’oblio oncologico è stata approvata all’unanimità anche al Senato, con 139 voti favorevoli, nessun contrario e nessun astenuto. Il provvedimento va a impedire che banche o assicurazioni possano imporre condizioni discriminatorie per l’accesso ai loro servizi, verso chi è guarito da tumori o altre patologie oncologiche.
In particolare, la legge assicura il diritto a non fornire informazioni o subire indagini rispetto alla propria condizione pregressa, quando si sono conclusi i trattamenti da almeno dieci anni e senza episodi recidivi, o da almeno cinque nel caso in cui la patologia sia insorta prima del ventunesimo anno di età. Inoltre, l’uso di queste informazioni è vietato anche nel caso in cui siano già in possesso del fornitore del servizio.
Secondo i dati dell’Associazione italiana di oncologia medica, sono circa un milione le persone guarite da tumore in Italia, che, fino a oggi, hanno rischiato di vedersi negare o offrire con condizioni decisamente sfavorevoli l’apertura di un mutuo, di una polizza assicurativa e impedire l’accesso a concorsi, lavoro e formazione professionale.
Il nuovo provvedimento va a rimuovere queste pratiche discriminatorie, ai sensi degli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione – che sanciscono il riconoscimento dei diritti inviolabili degli esseri umani, il diritto all’eguaglianza e pari dignità sociale e il diritto fondamentale alla tutela della salute – e degli articoli 7, 8, 21, 35 e 38 della Carta dei diritti dell’Unione europea – sul rispetto della vita privata e familiare, la protezione dei dati personali, la non discriminazione, la protezione della salute e dei consumatori.
In più, conforma l’ordinamento nazionale alla risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2022, che impone alle compagnie assicurative di non considerare la storia clinica dei pazienti oncologici e, a tutti gli stati membri dell’Unione, di garantire il diritto all’oblio oncologico a tutti i pazienti guariti nelle tempistiche già indicate. Nonostante questa risoluzione, sono ancora pochi i paesi europei che hanno adottato una norma sull’oblio oncologico e l’Italia è tra i primi ad averlo fatto, assieme a Francia, Paesi Bassi, Portogallo e Lussemburgo.
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