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Levone, Rocca e Barbania: un solo parroco, una sola celebrazione

Tratto da La voce e il tempo del 24 dicembre 2024

Nel corso del tradizionale incontro di Natale con i giornalisti, lunedì 23 dicembre, l’Arcivescovo Repole ha risposto a diverse domande dei cronisti.

Uno l’ha sollecitato rispetto alle polemiche in corso da alcuni giorni nel Canavese, per la decisione assunta dalle tre parrocchie di Rocca, Levone e Barbania (hanno un solo parroco in comune) di celebrare una sola Messa natalizia di Mezzanotte, per le tre comunità. Il numero dei sacerdoti sta calando, ma i Sindaci di Levone e Barbania, dopo aver scritto all’Arcivescovo, hanno protestato sui giornali.

«Beh, volendo scherzare un po’ – ha commentato il cardinale Repole – quando ho letto i giornali, mi è venuta in mente la famosa citazione di Cavour: libera Chiesa in libero Stato. Ma questa è solo una battuta…

Più in profondità: stiamo provando a riorganizzare la nostra presenza ecclesiale in modo

da essere comunità cristiane ancora vive e capaci di evangelizzare. Non stiamo ‘dismettendo’ la comunità cristiana: stiamo provando ad organizzarla in modi diversi. Non mi risulta che sia scritto nel Vangelo che le parrocchie debbano coincidere con i paesi».

«Noi non stiamo dismettendo la comunità cristiana – ha insistito Repole – Stiamo ristrutturandola in modo da restare presenti. I paesi hanno altri problemi rispetto ai quali forse converrebbe accendere di più i riflettori: spariscono gli uffici postali, non ci sono gli uffici bancari… Ecco, su questo non c’è niente da dire? Lì si sta arretrando, ma

intanto si accendono i riflettori su una comunità cristiana che, semplicemente, per essere tale e per continuare ad essere presente, prende in mano la responsabilità di ristrutturarsi in modo diverso.»

«Direi una cosa ancora più profonda – ha concluso il Cardinale – A me pare che viviamo in una società, e in questo spesso la politica è coinvolta, che fa sovente di tutto per destrutturare ciò che ha a che fare con il Vangelo e con una vita evangelica, salvo poi pretendere che esistano delle persone che gratuitamente vivano nel Vangelo. Dobbiamo riflettere su questo! Viviamo in una società in cui, se c’è un ragazzo che vuole diventare prete, lo consideri quasi una disgrazia per la famiglia; poi però hai la pretesa che il prete ci sia e faccia tutto quello che tu dici».

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