Tratto da IlDubbio di Simona Giannetti

Ma io dico: quel velo in Iran è simbolo di una dittatura che uccide e tortura.

Quella del magistrato libero da simboli è una neutralità manifesta, che tutela chiunque gli si presenti innanzi per essere giudicato. È di questi giorni la notizia ripresa anche sulle pagine de Il Dubbio di una giovane donna, di origini arabe, che ha raccontato, come un suo sogno che si avvera, quello di diventare la prima “magistrata velata” in un’aula di giustizia. E’ chiaro che si deve fin da subito sgombrare il campo dall’ovvietà del diritto di ciascuno e di ciascuna di scegliere come vestirsi e se indossare o meno simboli di carattere politico o anche religioso.
Tratto da Open 

Giovanna Cristina Vivinetto ha ricevuto un risarcimento di 11 mila euro. Condannato l’istituto Kennedy di Roma.

Giovanna Cristina Vivinetto è stata allontanata nel 2019 dall’istituto paritario Kennedy di Roma per la sua condizione di transessuale. Ora la scuola dovrà risarcirla con 11 mila euro. Vivinetto racconta oggi in un’intervista a Il Messaggero di aver cominciato a lavorare il 23 settembre del 2019: «Sono stata licenziata il 14 ottobre. Praticamente sono stata in classe una decina di giorni in tutto. Dopo tre giorni di malattia, la preside mi ha convocata e mi ha detto che dovevo andar via perché mancavo di professionalità». Poi ha capito di essere stata discriminata in quanto transessuale. «La scuola sapeva della mia situazione. Anche perché nel curriculum era riportato il premio letterario che ho vinto. E lì parlavo proprio di questo. Sapevano tutto anche prima di assumermi. Qualcuno deve essersi lamentato e mi hanno licenziata». Ma la sua carriera come insegnante non si è conclusa: «Dopo il licenziamento nella scuola paritaria ho insegnato in due scuole pubbliche. Una media e una superiore di Roma. Mi hanno accolta senza alcun problema e con la massima discrezione. A settembre scorso sono entrata di ruolo. Sto facendo l’anno di prova come docente specializzata sul sostegno. Per me è un’esperienza bellissima. Voglio restare al fianco delle persone con difficoltà e tenterò anche il concorso per diventare preside». Mentre la sua famiglia «è sempre stata molto aperta. Ho un fratello gemello e siamo stati liberi di esprimerci. I miei genitori mi hanno sempre sostenuta permettendomi di realizzarmi. La prima vera discriminazione l’ho subita in una scuola, ma quando ero già una professoressa».

Tratto da La Stampa di Serena Riformato

Davanti all’ambasciata della Repubblica islamica a Roma attivisti e cittadini hanno accompagnato la consegna della petizione de La Stampa. Il direttore Massimo Giannini ha depositato otto scatoloni con le sottoscrizioni.

“Mai dimenticare, mai perdonare”. Davanti all’ambasciata della Repubblica islamica a Roma attivisti e cittadini hanno accompagnato la consegna della petizione de La Stampa per chiedere il rispetto dei diritti umani dei manifestanti iraniani che da oltre cento giorni il protestano contro il regime degli ayatollah.

Ai piedi della porta dell’ambasciata il direttore de La Stampa Massimo Gianni ha depositato i dieci scatoloni contenti le oltre trecentomila firme raccolte per salvare la vita di Fahimeh Karimi. Le nostre, le vostre firme per chiedere di fermare le incarcerazioni ingiuste, le torture, le condanne a morte di chi in Iran manifesta pacificamente per cambiare il proprio Paese.

Tratto da Volere la luna Appello al Ministro della giustizia e all’Amministrazione penitenziaria

Alfredo Cospito è a un passo dalla morte nel carcere di Bancali a Sassari all’esito di uno sciopero della fame che dura, ormai, da 80 giorni. Detenuto in forza di una condanna a 20 anni di reclusione per avere promosso e diretto la FAI-Federazione Anarchica Informale (considerata associazione con finalità di terrorismo) e per alcuni attentati uno dei quali qualificato come strage pur in assenza di morti o feriti, Cospito è in carcere da oltre 10 anni, avendo in precedenza scontato, senza soluzione di continuità, una condanna per il ferimento dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi. Dal 2016 è stato inserito nel circuito penitenziario di Alta Sicurezza 2, mantenendo, peraltro, condizioni di socialità all’interno dell’istituto e rapporti con l’esterno. Ciò sino al 4 maggio 2022, quando è stato sottoposto al regime previsto dall’art. 41 bis ordinamento penitenziario, con esclusione di ogni possibilità di corrispondenza, diminuzione dell’aria a due ore trascorse in un cubicolo di cemento di pochi metri quadri e riduzione della socialità a una sola ora al giorno in una saletta assieme a tre detenuti. Per protestare contro l’applicazione di tale regime e contro l’ergastolo ostativo, il 20 ottobre scorso Cospito ha iniziato uno sciopero della fame che si protrae tuttora con perdita di 35 chilogrammi di peso e preoccupante calo di potassio, necessario per il corretto funzionamento dei muscoli involontari tra cui il cuore. La situazione si fa ogni giorno più grave, e Cospito non intende sospendere lo sciopero, come ha dichiarato nell’ultima udienza davanti al Tribunale di sorveglianza di Roma: «Sono condannato in un limbo senza fine, in attesa della fine dei miei giorni. Non ci sto e non mi arrendo. Continuerò il mio sciopero della fame per l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo fino all’ultimo mio respiro».

Tratto da Il Fatto Quotidiano

La decisione, presa con un atto amministrativo ma che per il Pd ha "le impronte della giunta" di centrodestra, dispiegherà i suoi effetti dal prossimo mese di febbraio. La collaborazione con l'associazione, che ha garantito anche il diritto per alcune province e regioni limitrofe, erano in essere da 42 anni.

Le Marche, regione guidata da Francesco Acquaroli di Fratelli d’Italia, hanno cancellato la convenzione con l’Aied, in piedi da diversi decenni, per praticare l’aborto in una delle regioni con il tasso di obiettori di coscienza più alto d’Italia. La decisione, presa con un atto amministrativo ma che per il Pd ha “le impronte della giunta” di centrodestra, dispiegherà i suoi effetti dal prossimo mese di febbraio. La collaborazione con l’Associazione Italiana per l’Educazione Demografica era iniziata nel 1981 e nel 2020, ultimo anno per cui sono disponibili i dati, ha garantito 232 interruzioni di gravidanza nelle Marche su 1.351 aborti volontari in regione.

Tratto da Valigia Blu di Massimo Prearo La battaglia condotta contro il fu “DDL Zan” – che prevedeva “misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità” – ha rappresentato un momento cruciale della mobilitazione che gruppi quali ProVita & Famiglia o l’associazione Family Day, conducono da almeno una decina d’anni contro “la teoria del gender”, “l’ideologia gender”, “il gender”. Queste campagne fanno riferimento a un insieme eterogeneo di organizzazioni, gruppi, associazioni, e network digitali, ormai conosciuti e studiati come movimenti “anti-gender”, attivi anche a livello internazionale e transnazionale, in lotta contro le politiche che vanno nella direzione del riconoscimento dei diritti delle persone LGBTQIA+.
Tratto da Diritto.it In Spagna qualche settimana fa il Consiglio dei Ministri ha approvato la riforma della legge sulla salute sessuale e riproduttiva e sull’aborto. Il provvedimento è frutto di una richiesta avanzata dalla Ministra per le Pari Opportunità Irene Montero. Allo Stato verrà a costare 104 milioni di Euro, dei quali 23,8 milioni avranno la finalità di finanziare l’introduzione del congedo “mestruale”, interamente pagato dallo Stato e non dai datori di lavoro, per le donne che documenteranno di avere un ciclo mestruale particolarmente doloroso. Una conquista in nome dell’autodeterminazione della quale scriveremo nelle righe che seguono. Indice
  1. I diritti introdotti con la riforma
  2. La libertà guadagnata dalle donne

1. I diritti introdotti con la riforma

Le donne che interromperanno la gravidanza avranno diritto a un periodo di congedo per malattia, la pillola del giorno dopo verrà distribuita a titolo gratuito nei centri di servizi di salute sessuale e riproduttiva. Il personale medico potrà continuare ad esercitare l’obiezione di coscienza, però i nomi degli obiettori verranno annotati su un registro, al fine di garantire sempre la presenza di personale disponibile a praticare l’aborto, se richiesto. Le pillole anticoncezionali di ultima generazione verranno coperte dalla sanità pubblica e verranno promossi anche metodi contraccettivi maschili. Continuerà ad essere proibita la maternità surrogata, indicata come forma di “violenza contro le donne”, e resterà proibita anche la pubblicità da parte delle società di intermediazione che facilitano la pratica in Paesi nei quali è consentito  l’utero in affitto. Nel testo di legge  non è passata la proposta di perseguire con pene detentive i genitori che ricorrono alla maternità surrogata, recandosi all’estero. Nella proposta è presente la promozione di un’autentica campagna di “educazione sessuale” a partire dalle prime fasi del percorso di istruzione. Si procederà al finanziamento di una formazione appropriata per insegnanti, funzionari addetti ai penitenziari e dipendenti pubblici, e verranno realizzati dei centri pubblici specializzati sulla salute sessuale e riproduttiva. È caduta la proposta per la riduzione dell’Iva dal 10% al 4% sui prodotti per l’igiene femminile (assorbenti e tamponi), alla rinegoziazione della quale si procederà in sede di bilancio dello Stato. L’approvazione definitiva della riforma  da parte del Consiglio dei Ministri spagnolo, avverrà quando la riforma passerà al Congresso e al Senato, ed essendo una legge relativa ai diritti fondamentali, dovrà essere approvata con la maggioranza assoluta dei parlamentari.
Tratto da ilmanifesto La sorveglianza aerea dei droni di Frontex è funzionale alle intercettazioni dei migranti realizzate dalle milizie libiche. Lo dice un nuovo studio di Human Rights Watch (Hrw) e Border Forensics (Bf) che analizza i tracciati di sei mezzi usati dall’agenzia europea e in particolare del drone Heron, che da maggio 2021 pattuglia le acque da Misurata alla frontiera libico-tunisina facendo base a Malta ma con un conrollo da remoto che coinvolge direttamente il quartier generale di Varsavia.
Tratto da Futuro Quotidiano

Le mine Houthi hanno ucciso 3.673 civili, tra cui 647 bambini e 462 donne, e ferito 3.135 civili, tra cui 741 bambini e 362 donne

La Rete yemenita per i diritti e le libertà ha annunciato di aver documentato più di 127.000 violazioni commesse dalla milizia Houthi. Le vittime sono i civili yemeniti. Dal colpo di stato dei ribelli del settembre 2014, si sono contati più di 14 uccisioni. In un rapporto pubblicato in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani (10 dicembre), la Rete ha affermato che il suo team sul campo ha documentato circa (127.260) episodi di violazioni contro i civili in cui la milizia Houthi è stata coinvolta nel periodo dal 21 dicembre 2014 , al 30 giugno 2022. Ha aggiunto che le milizie hanno ucciso 14.557 civili, inclusi (3.618) bambini, inclusi (412) neonati e (1.974) donne, secondo il meccanismo di monitoraggio e documentazione effettuato dalla squadra sul campo della rete attraverso le visite civili della squadra. La milizia Houthi ha anche ferito 33.438 civili, tra cui 5.875 donne e 4.334 bambini.
Tratto da laRepubblica, di Benedetta Perilli La maggioranza ha votato sì al progetto di legge che consentirà il suicidio assistito. Sarà possibile soltanto per i maggiorenni, se il loro desiderio è "attuale e reiterato, serio, libero e informato". Ora spetta al presidente della Repubblica promulgare il testo Un dibattito parlamentare lungo almeno cinque anni e due veti presidenziali dopo, la legalizzazione dell'eutanasia in Portogallo è stata approvata oggi in Parlamento per la terza volta. Nonostante l'opposizione avesse chiesto la possibilità di sottoporre il tema a un referendum pubblico, è arrivata grazie alla maggioranza il sì a una legislazione che consentirà il suicidio medicalmente assistito in determinate circostanze. Ora spetta al presidente della Repubblica Rebelo de Sousa, conservatore e cattolico, promulgare il testo o rimetterlo all'esame della Corte costituzionale e mettere un veto, come ha già fatto due volte nel 2021. Si esprimerà prima di Natale, ha promesso. Secondo i sondaggi la legalizzazione dell'eutanasia sarebbe condivisa da oltre la metà dei cittadini portoghesi nonostante le forti resistenze della Chiesa in un Paese a maggioranza cattolica. Per i legislatori, che hanno lavorato alle modifiche del testo fino a poche ore prima dell'approvazione della versione finale di mercoledì scorso da parte della Comissão de Assuntos Constitucionais do Parlamento, l'eutanasia sarà possibile soltanto per le persone maggiorenni che manifestano un desiderio "attuale e reiterato, serio, libero e informato". Persone che inoltre devono trovarsi "in una situazione di sofferenza di grande intensità, con lesione definitiva di estrema gravità o malattia grave e inguaribile". Il testo base contiene il progetto di legge voluto dal Partito Socialista, che governa con la maggioranza assoluta, insieme a Iniziativa Liberale, Blocco di sinistra e gli ambientalisti di Pan e approvato lo scorso giugno dell'Assemblea. Contrari i partiti di estrema destra Chega e il Partito Comunista, astenuto il partito social-democratico del Psd che con il presidente Luís Montenegro presenterà un progetto per la richiesta di un referendum popolare.
Tratto da ilmanifesto, di Giulia D'Aleo SCUOLA. Tra le 50mila persone scese in piazza a Roma il 26 novembre accanto a Non Una di Meno c’erano anche attivisti e attiviste, operatori e operatrici di sportelli e rifugi […] Tra le 50mila persone scese in piazza a Roma il 26 novembre accanto a Non Una di Meno c’erano anche attivisti e attiviste, operatori e operatrici di sportelli e rifugi antiviolenza, associazioni e collettivi studenteschi. Realtà che, con possibilità e impegni diversi, si impegnano per prevenire e contrastare la violenza di genere. Tra questi attori, il grande assente è ancora la scuola. Nonostante le linee guida dell’Oms indichino che un’adeguata educazione sessuoaffettiva sia fondamentale nella prevenzione di abusi sessuali, violenza, episodi di omolesbotransbifobia – oltre che per la riduzione di gravidanze e aborti nelle adolescenti e per la diminuzione delle malattie sessualmente trasmissibili – in Italia non esiste ancora una legge nazionale che agisca in modo capillare e omogeneo sulla formazione a partire dall’infanzia.
Tratto da Avvenire.it Il 15 dicembre 1972 la promulgazione della legge 772 che istituiva il servizio civile alternativo alla naja. Al convegno di Cnesc e Movimento Nonviolento i pacifisti che dicono no a Putin. Cinquant’anni esatti di obiezione allo strumento militare, per un impegno civile alternativo. Mezzo secolo dalla prima legge, quella che ha riconosciuto a oltre 800 mila obiettori il diritto di difendere la Patria nelle cittadini fragili, nell’ambiente degradato, nei beni culturali. Una battaglia nonviolenta sostenuta, agli albori, anche dall’estero, come dal filosofo Bertrand Russel che col movimento pacifista britannico aiutò Aldo Capitini - inventore nel 1961 della Marcia della pace Perugia-Assisi - a sostenere il primo obiettore italiano, Pietro Pinna processato nel 1949. Una lotta per i diritta che oggi prosegue col supporto di organizzazioni pacifiste italiane agli obiettori russi, bielorussi e ucraini che si rifiutano di combattere la guerra di Putin. Porprio ieri sono state consegnate a Palazzo Chigi oltre duemila firme raccolte dal Movimento noviolento e da Un ponte per… nell’ambito della Campagna di Obiezione alla guerra, per chiedere il riconoscimento dello status di rifugiati politici a obiettori, renitenti alla leva e disertori nel conflitto russo-ucraino.