Tratto da La Voce di Asti Patrizio Onori, militante Lgbt, già presidente di Asti Pride non è nuovo a diverse battaglie in difesa della laicità delle Istituzioni. Questa volta Onori ci segnala una situazione, comune a tutti gli ospedali italiani, ovvero quella dei cosiddetti "preti col camice bianco": i capellani ospedalieri,sacerdoti incardinati nella diocesi di appartenenza che prestano servizio nosocomiale in virtù di specifiche convenzioni stabilite con le autorità sanitarie.

Tratto da Ansa 

Lo scontro sull'utero in affitto incendia anche il Roma Pride.

La sfilata dell'orgoglio Lgbtqi+ in programma il 10 giugno per le vie della Capitale è segnata dalla decisione della Regione Lazio di revocare il patrocinio all'evento.

Tratto da Dire di Andrea Sangermano BOLOGNA – Per la prima volta le lavoratrici del sesso in Italia vanno a congresso, a Bologna. Ieri l’assemblea nella sede del Mit, oggi un convegno in Sala Borsa. La richiesta di associazioni e movimenti è de-criminalizzare la prostituzione e garantire alle ‘sex workers’ gli stessi diritti che hanno altri lavoratori. Ad oggi in Italia la prostituzione non è reato, ma sono altre norme, come quelle su favoreggiamento e adescamento, che si concentra la richiesta di depenalizzazione. A causa di questi reati “non possiamo lavorare nelle case, affittare insieme, formare cooperative o avere copertura sanitaria”, affermano le attiviste.

Michela Marzano apre questo breve ed illuminante intervento alla Camera dei Deputati mettendo ordine nella confusa polemica politica sulla gravidanza per altri (GPA). I quattro passaggi fondamentali del suo intervento ( il filmato dura circa 8 minuti) individuano le linee guida di una giusta azione legislativa:

Tratto da Domani di Federica Tourn 
In caso di violenza clericale, oltre alla «tolleranza zero» predicata dalla Chiesa, è ormai di rito la richiesta di perdono alle vittime. Una prassi che vale anche per le comunità ecclesiali, come dimostra la «vergogna» espressa dalla presidente dei Focolari, Margaret Karram, al momento della diffusione, il 31 marzo scorso, del primo resoconto sui casi di abusi su minori e adulti vulnerabili e di abusi spirituali o di autorità avvenuti all'interno del movimento.
Tratto da L'Essenziale di Annalisa Camilli
“Abbiamo cominciato a lavorare e a un certo punto lui mi ha chiesto di togliermi la biancheria. Io sono rimasta sorpresa e ho mostrato resistenza, lui mi ha detto che un’attrice deve essere libera. Mi ha chiesto di dimostrargli di essere senza inibizioni, ero a un provino e l’ho fatto.”, questa è una delle testimonianze raccolte nell’arco di due anni dal collettivo di attrici Amleta, che denuncia la violenza e il sessismo nel cinema e nel teatro in Italia. Le testimonianze sono arrivate a una casella di posta aperta dal gruppo proprio per aprire questa discussione. In alcuni casi, queste persone poi hanno deciso di denunciare gli abusi attraverso l’assistenza dell’associazione Differenza donna.

Il 2 giugno del 1946 la popolazione italiana fu chiamata alle urne per scegliere la forma di Stato e per eleggere l’Assemblea Costituente. In quel giorno l’Italia sconfisse il suo “ancien règime” rappresentato dalla monarchia e dal clericalismo che ad essa è sempre stato connaturato e funzionale.

Tratto da Il Fatto Quotidiano di Augusto Sainati   “Tutto è stato fatto in piena regola, secondo il diritto canonico”, stabilisce monsignor...

Tratto da Il Mulino di Valentina Maisto  Come giovane sostituta procuratrice presso la procura di Napoli non può non colpirmi l’opinione – risalente al 1956 – del presidente onorario della Corte di cassazione Eutimio Ranelletti:

«La donna è fatua, è leggera, è superficiale, emotiva, passionale, impulsiva, testardetta anzichenò, approssimativa sempre, negata quasi sempre alla logica, dominata dal “pietismo”, che non è la “pietà”; e quindi inadatta a valutare obiettivamente, serenamente, saggiamente, nella loro giusta portata, i delitti e i delinquenti» (p. 22).

Tratto da Fanpage.it di Luca Pons La Corte di Cassazione ha ricevuto la proposta di legge di iniziativa popolare promossa dall'associazione antiabortista Pro vita & famiglia. La proposta, che l'associazione ha intitolato "Un cuore che batte", andrebbe a modificare l'articolo 14 della legge 194 del 1978, ovvero la norma che ha reso legale l'interruzione volontaria di gravidanza in Italia. Al comma 1 si aggiungerebbe questo testo: "Il medico che effettua la visita che precede l'interruzione volontaria di gravidanza" ai sensi della legge, "è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso".