Tratto da Rai News di Antonio Bonanata Il governo brasiliano del presidente Lula si appresta a cambiare la carta d'identità nazionale (Cin) per renderla “più inclusiva e rappresentativa”. A marcare la differenza, la scomparsa del campo “sesso” in cui ci si deve identificare. Anzi, come si dovrebbe scrivere secondo le regole dello schwa, “in cui ciascun cittadin* deve identificarsi”. Non sarà presente neanche la denominazione sociale e anagrafica, d'ora in poi la carta di identità conterrà solo il nome con cui la persona si dichiara nell'atto di emissione della stessa.
Tratto da Consiglio regionale del Veneto  (Arv) Venezia 2 mag. 2023 -      “Libere e liberi, fino alla fine. Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato oggi la mozione, promossa dalla capogruppo del MoVimento 5 Stelle”. Così Erika Baldin, che aggiunge: “Mi impegno affinché la Regione garantisca un percorso oggettivo e rapido a tutte le persone che avanzano la richiesta di procedere alle pratiche per il fine vita, e a promuovere il principio secondo cui il ruolo della politica è garantire la libertà di scelta in materia, astenendosi da interventi ideologici al fine di condizionare la volontà delle persone stesse.
Tratto da La Repubblica a cura della Redazione esteri Il Consiglio dei Ministri olandese ha deciso di rendere possibile l'eutanasia per i bambini gravemente malati che hanno esaurito le opzioni di cura, in linea con le proposte pubblicate dal ministro della Salute Ernst Kuipers lo scorso giugno. Il protocollo, valido finora solo per i neonati, verrà ora estero per coprire anche i bambini di età inferiore ai 12 anni che soffrono in modo insopportabile e per i quali le opzioni di cure palliative non sono sufficienti ad alleviare i sintomi.
Tratto da Ohga di Maria Teresa Gasbarrone Letteralmente “accompagnatrici di clinica”, le “clinic escort” sono delle vere e proprie scorte che negli Stati Uniti accompagnano le donne all’entrata e all’uscita dalle cliniche che consentono l’aborto. Il loro obiettivo è proteggerle dagli insulti degli anti-abortisti. La loro storia è la prova che in fatto di salute il diritto all’aborto è tra i più minacciati, non solo negli Usa.
Tratto da Informareunh di Simona Lancioni Utilizzare l’immagine delle persone con sindrome di Down per produrre manifesti finalizzati colpevolizzare le donne che abortiscono non è una novità. Era già successo nel 2021 nella Repubblica di San Marino, e la trovata non portò molta fortuna a quella causa. Ora è accaduto di nuovo a Roma e nelle principali città italiane, dove, in occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Down 2023, l’Associazione Pro Vita & Famiglia ha fatto affiggere dei manifesti che ritraggono una persona con la sindrome di Down accompagnata dallo slogan “Facciamoli nascere – #StopAborto”. Ma questa volta la persona coinvolta è un bambino.
Tratto da Ultima Voce di Adele Dainese Vanessa Mendoza Cortés è un’attivista per i diritti umani andorrana, presidente dal 2014 di “Stop Viólences”, associazione che si batte contro la violenza di genere. Nel 2019 viene denunciata dal governo, a seguito di un intervento ad un Forum delle Nazioni Unite riguardante i diritti delle donne, in particolar modo quello all’aborto. La sua disamina era inerente all’analisi del Comitato delle Nazioni Unite nei confronti dell’operato dell’Andorra per l’eliminazione della violenza contro le donne. La vicenda Cortés si inserisce perfettamente nel contesto socio-politico del Principato, che dal 2011 segue una linea di governo di centro destra, con a capo il partito “Democratici per Andorra”. Nonostante la richiesta formale di ritirare le accuse, da parte del legale di Cortés e la richiesta di archiviazione del caso da parte di Amnesty International, il processo è ancora in corso con l’accusa di “reato contro il prestigio delle istituzioni” e ad ottobre 2021 è stato rinviato a giudizio.
Tratto da Il Fatto Quotidiano di Monica Lanfranco Diritto e giustizia: così si chiama il partito che governa oggi la Polonia. Concetti cruciali, quelli delle due parole scelte per dare nome a una formazione politica, che però dal 2019 distrugge quel diritto (o meglio itti universali che sono quelli delle donne) e usa la giustizia contro di loro nella sua accezione biblica: punitiva,vendicativa e terrorizzante. Il tutto accade in un paese cattolico proprio là dove, decenni prima, nacque come reazione al totalitarismo sovietico, un movimento che per nome si dette la solidarietà.
Tratto da la legge per tutti di Carlos Aija Garcia Per eutanasia si intende ogni intervento medico che prevede la somministrazione diretta di un farmaco letale al paziente che ne fa richiesta e che soddisfa determinati requisiti. In pratica, si procura la morte di una persona, consenziente e consapevole delle proprie azioni, in maniera intenzionale e indolore. Non va confusa con il suicidio assistito: in questo caso, la persona che ne fa richiesta, sempre nelle sue piene capacità cognitive, si autosomministra il farmaco letale per porre fine alle proprie sofferenze. In Italia, l’eutanasia è reato, mentre è possibile – a determinate condizioni – mettere in atto il suicidio assistito. Invece, dov’è legale l’eutanasia?
Tratto da il manifesto di Francesco Pallante Tra le più nefaste conseguenze del sotto finanziamento del Servizio sanitario nazionale (Ssn), particolarmente pesante è quella che, da molti anni, si abbatte sui malati non autosufficienti. Nonostante la loro condizione di malattia, il più delle volte certificata dalle stesse strutture del Ssn, sempre più numerosi sono i non autosufficienti lasciati privi di assistenza sanitaria, specialmente a causa degli atti amministrativi con cui le regioni e i comuni aggirano, violandole, le leggi attuative del diritto costituzionale alla salute (esse stesse, peraltro, oggi minacciate dal progetto di legge sulla non autosufficienza).
Tratto da quotidianosanità di Cesare Fassari In tutti i paesi dell'OCSE l’accesso tempestivo ad adeguate cure di fine vita per alleviare i sintomi per le persone con malattie terminali come dolore, dispnea e angoscia, è basso: è infatti meno del 40% la percentuale di chi riceve cure palliative. Una percentuale che in Italia scende intorno al 35% anche se il nostro Paese ha recentemente implementato un modello di identificazione precoce dei pazienti con bisogni di cure palliative attraverso l'integrazione tra cure primarie e cure palliative domiciliari.
Tratto da il Sussidiario di Niccolò Magnani

Eutanasia, l’importante appello di 800mila operatori nella sanità di Francia contro il progetto di legge del Governo Macron: “medici curano e aiutano pazienti, non danno la morte”.

L'appello delle aziende della sanità di Francia contro il testo sull'eutanasia

Mentre prosegue spedito il progetto di legge sull’eutanasia e il suicidio assistito in Francia – dopo aver incassato quello pochi giorni fa sull’aborto in Costituzione – il Governo Macron-Borne si ritrova alle prese con un importante e vasto appello siglato da 800mila professionistiche operano nella sanità francese. In tutto 13 organizzazioni e società scientifiche firmano un testo comune che respinge la pratica dell’eutanasia, definendola «incompatibile con la professione di assistenza medica». La notizia non è da poco tanto da conquistare la prima pagine di “Le Figaro” in Francia, entrando nel dibattito dell’opinione pubblica negli stessi giorni in cui le vaste proteste sulla riforma pensioni riempiono le piazze francesi.

Tratto da la Repubblica di Maria Novella De Luca

La legge compie 5 anni e l’Associazione Coscioni fa appello a Schillaci: “Informare i cittadini per attuarla davvero”.

La legge è in vigore da cinque anni ma nessuno la conosce. Eppure riguarda tre elementi chiavi della vita umana: il dolore, la malattia, la morte. Riguarda tutti, nessuno escluso. Invece soltanto un’infinitesimale parte degli italiani, 185.500, hanno scritto e depositato in questi cinque anni il proprio testamento biologico. Ossia le “Dat”, le dichiarazioni anticipate di trattamento, quelle volontà che dopo una lunghissima battaglia in Parlamento, ci permettono oggi di chiedere come liberamente vogliamo essere accompagnati alla morte.