Tratto da il Secolo d'Italia, di Giulia Melodia
A Napoli si è ripetuto il miracolo di San Gennaro: il sangue si è sciolto. La città è in festa per la ricorrenza del Santo patrono e per il miracolo appena avvenuto. E nel Duomo, dopo due anni a capienza limitata per le norme anti Covid, le celebrazioni per San Gennaro sono tornate accessibili al riempimento massimo consentito. Una circostanza ghiotta per partecipare all’evento, frequentatissimo sul posto. Oltre che seguitissimo sui media. Un’opportunità che alcuni esponenti politici non si sono lasciati sfuggire, presenziando al Duomo al prodigio della liquefazione del sangue. E alle celebrazioni in onore del Martire a cui rivolgere – perché no – qualche invocazione o pseudo appello di buon auspicio.
La Redazione
La siccità che ci affligge, la più grave degli ultimi 500 anni, sembra essere una metafora dell’aridità della politica di questa campagna elettorale, mai bagnata da una salutare pioggia di idee. In questa azione di propaganda autoriferita, poverissima di contenuti, assistiamo a un improvviso quanto poco credibile spostamento a sinistra di forze come PD e M5S, dimentichi che le urgenze sociali a cui vorrebbero rispondere sono ormai compenetrate dalle questioni ambientali ed energetiche. Lo spostamento risulta tanto meno credibile quando, dimentichi di ogni principio di laicità questi e altri partiti bussano alla porta del Meeting di Rimini, storico palcoscenico su cui ogni anno viene messa in scena la decapitazione della laicità, alla ricerca di consensi politici da trasformare in qualche voto in più. Sembrerebbe che laicità, verità e consapevolezza versino davvero in cattive condizioni.
Intervista con lo storico intellettuale e partigiano che festeggia i 104 anni
I fascisti gli spararono, un portasigarette di metallo gli salvò la vita, ma soffrì la carcerazione in via Asti. Era il 1944. Un’epoca fa. E certo non si augurava Bruno Segre, a 104 anni compiuti proprio ieri, di festeggiare il compleanno alla vigilia di elezioni in cui i venti della destra soffiano così forte. «Sono un po’ scettico a proposito di questa campagna elettorale», scuote la testa Segre che nella vita è stato partigiano, giornalista, avvocato e politico. L’età non ha fiaccato l’attività intellettuale: «Sto scrivendo un articolo sulla data del 20 settembre, perché io festeggio le ricorrenze laiche come la breccia di Porta Pia», ma confida di essere «un po’ stanco ultimamente, dopo aver preso il Covid a giugno. Però guido ancora, sa, e ho litigato un po’ con il sindaco Lo Russo perché non vuole rendere di nuovo percorribile alle auto il tratto di via Roma tra piazza San Carlo e piazza Castello e bisogna fare un giro...».
In Europa sono decine gli intellettuali e scrittori minacciati da fanatici islamici.
Nel 1989, quando l’ayatollah Kohmeini emanò la fatwà contro Salman Rushdie, Hamed Abdel-Samad era uno studente liceale in un paesino in Egitto. Un giorno il suo professore di arabo entrò in classe parlando di uno scrittore indiano al soldo dell’Occidente che aveva offeso l’islam e citando un importante poeta egiziano, Farouk Gouida, che aveva descritto Rushdie come “un uomo il cui cuore era posseduto dal diavolo e profetizzava che un giorno un cavaliere musulmano avrebbe tagliato la sua testa diabolica”. “In quanto musulmano devoto che venerava il Profeta”, racconta Abdel-Samad, “all’epoca non avevo altra scelta che odiare Rushdie, proprio come tutti gli altri intorno a me”.
Tratto da volerelaluna.it, di Franco Guaschino
La notte scorsa sono stato tormentato da un incubo. Mi apparivano, in rapida successione, i volti di personaggi poco raccomandabili che urlavano ai quattro venti: «Ho fatto il mio partito, votate per me!». I nomi dei loro gruppi politici si manifestavano per un attimo tra le nuvole grigie, ma, essendo privi di un chiaro significato, non facevo nemmeno in tempo a memorizzarli. A un certo punto, un ennesimo faccione, che sembrava quello di Santoro, è saltato fuori gridando: «Quasi quasi faccio il mio nuovo partito della Sinistra che non c’è». A quel punto mi sono svegliato di soprassalto, terrorizzato e scosso da tremiti.
Abbiamo scorso alcuni giornali e alcuni siti. Alla fine di agosto “Libero” ha alimentato la polemica contro Carlo Calenda, per il quale le carenze in italiano e in matematica registrate soprattutto nella formazione professionale dovrebbero essere corrette rafforzando “le materie di carattere generale e trasversale”, nel quadro di un riordino complessivo dei cicli scolastici, con l’obbligo fino ai 18 anni, facendo terminare le superiori un anno prima. “Libero” si e" fatto portavoce dei settori imprenditoriali per i quali, anziche# rafforzare la formazione generalista, la scuola dovrebbe investire di piu" su quella tecnica e professionale, tenendo conto del fatto che secondo i dati del monitoraggio nazionale del 2022, realizzato da Indire su 5.280 diplomati degli istituti tecnici e professionali, l’80% ha trovato un’occupazione nel corso dell’anno 2021, nonostante le restrizioni e le difficolta" causate dalla pandemia (cfr. https://www.tecnicadellascuola.it/licei-vs-istituti- tecnici-per-carlo-calenda-ce-un-problema-di-preparazione- gigantesco-e-ovviamente-scoppia-la-polemica).
Il vescovo Giuseppe Zenti in una lettera "a tutti i presbiteri e diaconi": "Votate per chi difende la famiglia voluta da Dio, contrasta l'ideologia gender, l'aborto, l'eutanasia e difende la scuola cattolica". Berizzi: "“L’Italia è uno Stato laico anche a Verona?".
A pochi giorni dai ballottaggi, il vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, scende in campo e si schiera esplicitamene con il candidato della destra, il “meloniano” Federico Sboarina. E lo fa attaccando frontalmente Damiano Tommasi, sfidante per il centrosinistra del sindaco uscente. E poco importa che Damiano Tommasi sia un cattolico praticante, abbia sei figli e sia il fondatore di una scuola dedicata a don Milani, in quel di Pescantina.