Dal mondo omerico, in balia degli dei e del destino, alla Grecia classica, che annovera tra le azioni involontarie – e non punibili – l’omicidio commesso in preda all’ira, fino al dibattito a distanza tra Grozio e Rousseau sulla liceità della schiavitù volontaria, la riflessione sul significato, i limiti, i presupposti della “libertà del volere”, e sulle sue implicazioni etiche e politiche, non cessa di sollevare difficili interrogativi. A seconda che, con Platone, ci auto-rappresentiamo come soggetti liberi e responsabili (non solo di singole azioni, ma delle nostre stesse inclinazioni caratteriali) oppure, con Spinoza, riteniamo che ciascuno sia in buona misura determinato ad agire dalle circostanze in cui si è trovato a nascere e a vivere, cambiano le nostre idee di colpa, merito, responsabilità. E cambia il modo in cui ci poniamo di fronte ad alcune questioni controverse, su cui oggi la sinistra, ma anche i movimenti femministi e le associazioni per i diritti umani, sono divisi: la possibilità di distinguere tra prostituzione “per necessità” e “per scelta”; l’ipotesi di legalizzare la maternità surrogata, per lo meno quando non sia motivata da fini di lucro; la qualificazione del velo islamico come simbolo di sottomissione o di libertà. Sullo sfondo, le problematiche legate alle nuove forme di sfruttamento e auto-sfruttamento del capitalismo contemporaneo, che fanno leva sulla disponibilità degli individui ad accettare di buon grado di essere usati come mezzi per soddisfare i fini altrui.
Il 12 febbraio è la Giornata internazionale contro l’uso dei bambini soldato promossa dalle Nazioni Unite. Gli sforzi per contrastare l’impiego di persone di età inferiore ai 18 anni nelle forze armate sono iniziati con iniziative non governative nel 1979, anno che l’ONU aveva proclamato “Anno internazionale del bambino”.
Nicolas Hulot, che in seguito divenne noto in Francia per i suoi reportage sull’ecologia e la difesa dell’ambiente, aveva scritto “Ces Enfants qui souffrent” (Parigi: Sipa-Press, 1978). L’autore ha messo in evidenza i bambini che muoiono per la malnutrizione, le malattie e le ferite causate da guerre e disastri naturali. Il grido di coscienza di Hulot mostrava i bambini che combattevano e venivano addestrati a combattere in una serie di Paesi in diverse parti del mondo.