Tratto da Il Sole 24 Ore, di Roberto Bongiorni
La deriva autoritaria di Kais Saïed, nemico del movimento islamico tunisino Ennahda, rischia di riportare le lancette del tempo indietro di 12 anni. Lunedì 25 il controverso referendum di riforma costituzionale

Ricordiamoci il nome: Kais Saïed. Perché questo scaltro politico di 64 anni, votato nel 2019 presidente della Tunisia, e subito dopo autoproclamatosi “salvatore della patria”, potrebbe mettere una volta per tutte la parola fine a quella grande ondata rivoluzionaria che scosse i Paesi del Nord Africa e di parte del Medio Oriente, definita – quando le illusioni prevalevano su tutto - Primavera araba.

La deriva autoritaria di questo populista in salsa mediorientale, nemico del movimento islamico tunisino Ennahda, rischia di riportare le lancette del tempo indietro di 12 anni. Come? Con un controverso referendum di riforma costituzionale - si vota lunedì 25 luglio - che conferirà al presidente ampissimi poteri e che, per la prima volta in un Paese arabo toglierà il riferimento all’Islam come religione di Stato (per poi furbescamente inserire la Tunisia nella Umma, la grande nazione islamica senza confini).

Tratto da HuffPost
La leader di Fratelli d'Italia sui social: "Il velo islamico non rappresenta in alcun modo un valore europeo". E la Lega fa eco: "Sottomissione, non normalità"
La campagna social dell'Unione europea per l'Anno Europeo dei Giovani 2022, la cui testimonial è una giovane che indossa l'hijab, il copricapo tradizionale delle donne di religione islamica, scatena l'ira di Fdi e della Lega, che la considera come "uno schiaffo a Saman". "Quella donna ha il compito di stimolare il dibattito sui valori europei. Ma il velo islamico non rappresenta in alcun modo un 'valore europeo'", sbotta sui social Giorgia Meloni, ricordando che "in Europa le donne si sono liberate, dopo secoli di battaglie, da simboli di sottomissione come questi e non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare alle nostre conquiste in nome del politicamente corretto caro alla sinistra. Le femministe europee non hanno nulla da dire?".
Tratto da Europa Today di Eleonora Mureddu  
I giudici hanno accolto il ricorso del governo contro la decisione del Comune di Grenoble. Che aveva autorizzato anche il topless
Niente burkini in piscina. Ma non perché sia contrario alla laicità dello Stato o violi i diritti delle donne, come contestato dagli oppositori al costume integrale usato per ragioni religiose dalle donne musulmane. La ragione riguarda la sicurezza e la salute: il regolamento sulle piscine pubbliche prevede che i costumi siano aderenti al corpo per facilitare soccorsi ed evitare rischi igienici.
Giovani italiani, molto più spesso italiane, muoiono o vanno in carcere perché non siamo in grado di tutelare i loro diritti. Quasi sempre c'è di mezzo la pretesa delle religioni di decidere sulle scelte della nostra vita condizionando le leggi civili. Luigi Manconi, con questo articolo pubblicato su Repubblica ci chiede di rompere il silenzio su Ikram Nazhi.
Tratto da Repubblica.it di Michele Serra La sortita di Erdogan contro la Francia, accusata di "trattare i musulmani come gli ebrei prima della Seconda guerra mondiale", è talmente scomposta, assurda, allucinata, da non concedergli scampo: ebbene sì, il presidente della Turchia è un fanatico religioso, poco importa se lo sia per calcolo demagogico o per sincera vocazione, e disponendo di uno degli eserciti più potenti del mondo, è un fanatico da temere fortemente.