Tratto da Wired  di Laura Carrer Spinto dalla pandemia l’e-voting è normalità tra associazioni, ordini e università: aumenta la partecipazione al voto e diminuisce costi. E c'è un milione di euro il fondo per la sperimentazione del voto elettronico per referendum ed elezioni politiche rivolto agli italiani all'estero, ma tutto tace.
Tratto da Valigia Blu di Fabio Bozzato Attraversato il ponte sul Rio San Juan, ci si lascia alle spalle il centro storico di Matanzas tirato a lucido e si entra a Pueblo Nuevo, il quartiere più povero della città e uno dei più malfamati. Nel reticolo di strade dissestate e edifici malmessi, ci si imbatte d’improvviso in un caseggiato ricoperto di murales colorati, i marciapiedi puliti, un ambulatorio, le case degli artigiani e quelle aperte con gli altari della santería. Fino a dieci anni fa, Calle San Ignacio era una discarica a cielo aperto. Oggi è conosciuto come El Callejón de las tradiciones, un’attrazione turistica entrata nei cataloghi delle fiere internazionali.
Tratto da Amnesty  L’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia ha dato luogo a numerosi crimini di guerra, ha generato una crisi energetica globale e ha favorito un’ulteriore frattura di un sistema multilaterale già indebolito. Ha anche messo in evidenza l’ipocrisia degli stati occidentali, che hanno reagito con forza all’aggressione russa ma hanno condonato, o ne sono stati complici, gravi violazioni dei diritti umani altrove. Il “Rapporto 2022-2023. La situazione dei diritti umani nel mondo”, presentato oggi da Amnesty International (pubblicato in Italia da Infinito Edizioni) rivela come i doppi standard e le risposte inadeguate alle violazioni dei diritti umani nel mondo abbiano alimentato impunità e instabilità, come nel caso dell’assordante silenzio sulla situazione dei diritti umani in Arabia Saudita, della mancanza d’azione rispetto a quella dell’Egitto e del rifiuto di contrastare il sistema di apartheid israeliano nei confronti dei palestinesi.
Tratto da il manifesto di Giuliana Sgrena Hanaa Edwar, pacifista, femminista, costretta all’esilio durante la dittatura di Saddam, fondatrice dell’associazione Amal, una ong che promuove progetti a favore delle donne, «donna araba dell’anno» nel 2013, è una militante instancabile. A vent’anni dall’invasione ci dà un’immagine cruda della realtà. Ha perso l’ottimismo suscitato dalla «rivoluzione d’ottobre», quando in piazza Tahrir, il 25 ottobre 2019, aveva manifestato un milione di iracheni, soprattutto giovani, ma non si arrende.
Tratto da Wired di Chiara Zennaro Evitare l'uso dell'articolo determinativo davanti ai cognomi delle donne e i segni eterodossi - come asterischi e schwa (il simbolo ə, che viene utilizzato per declinare i sostantivi al genere neutro) - e declinare al femminile le professioni e le cariche: l'Accademia della Crusca ha fornito alcune indicazioni in risposta al quesito del Comitato pari opportunità del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione sulla parità di genere negli atti giudiziari. Come si legge nella premessa al documento, le norme linguistiche utilizzate finora riprendono quelle introdotte da Alma Sabatini, attivista femminista, linguista, saggista e insegnante romana scomparsa nel 1988, che a sua volta si è ispirata al modello anglosassone.
Tratto da la legge per tutti di Carlos Aija Garcia Per eutanasia si intende ogni intervento medico che prevede la somministrazione diretta di un farmaco letale al paziente che ne fa richiesta e che soddisfa determinati requisiti. In pratica, si procura la morte di una persona, consenziente e consapevole delle proprie azioni, in maniera intenzionale e indolore. Non va confusa con il suicidio assistito: in questo caso, la persona che ne fa richiesta, sempre nelle sue piene capacità cognitive, si autosomministra il farmaco letale per porre fine alle proprie sofferenze. In Italia, l’eutanasia è reato, mentre è possibile – a determinate condizioni – mettere in atto il suicidio assistito. Invece, dov’è legale l’eutanasia?
Tratto da ValigiaBlu di Aleksej Tilman Martedì 7 marzo il parlamento georgiano ha adottato in prima lettura due bozze di un disegno di legge “sulla trasparenza dei finanziamenti esteri”, meglio nota come legge sugli agenti stranieri, atto che ha esacerbato le tensioni già presenti da giorni in aula e nelle strade di Tbilisi. Alla notizia dell’adozione delle bozze, una folla numerosa si è radunata davanti al parlamento. Dopo due notti di manifestazioni e scontri con la polizia, la mattina del 9 marzo il partito di governo Sogno Georgiano ha annunciato che avrebbe ritirato il disegno di legge, un messaggio inequivocabile sull’intensità delle proteste.
Tratto da volerelaluna di Giovanni Caprio

La differenziazione prevista in Costituzione e insita nell’autonomia non può non essere messa in stretta relazione con tutti gli altri principi fondamentali con cui la Costituzione segna in modo irrevocabile la nostra Repubblica, in particolare con quello di uguaglianza sostanziale, che chiama in causa il pieno sviluppo della personalità di ciascuno e l’effettiva partecipazione di tutti alla vita economica, politica e sociale del Paese. Stiamo parlando del collante che consente alla nostra Repubblica di essere una e di restare indivisibile, di rendere permanente il processo di unificazione nazionale tramite la lotta alle diseguaglianze tra persone, tra gruppi e tra territori. Il regionalismo, dunque, pur se basato sulla differenziazione, non può assolutamente trasformarsi in un moltiplicatore delle diseguaglianze, pena il venir meno dell’adempimento dei «doveri inderogabili di solidarietà economica, politica e sociale» di cui all’art. 2 della Costituzione. C’è bisogno, quindi, di un regionalismo ripensato e organizzato su base solidaristica in grado di ridurre sempre più le disuguaglianze territoriali e non già di “fughe in avanti” verso differenziazioni territoriali ulteriori che potrebbero irrimediabilmente compromettere l’unità del Paese. Una unità che già scricchiola pesantemente sotto il peso delle attuali differenziazioni territoriali. A partire dalla scuola.

Tratto da Avvenire di Eugenio Fatigante Una di quelle piccole storie di grande coraggio che però hanno inciso nel profondo del vissuto delle donne in Italia. E’ la storia di Franca Viola che ad Alcamo, nella Sicilia ancora arcaica del 1966, fu la prima a rifiutare il “matrimonio riparatore” (previsto dalle leggi dell'epoca dopo quella che sull’isola viene chiamata “fuitina” fra due giovani), portando la vicenda in un’aula di tribunale e contestando al suo rapitore e stupratore di essere stata consenziente. Una eroina, Franca (tuttora vivente), che ha fatto tanto per tutte le donne e che è meno conosciuta di quanto meriterebbe. Protagonista di una vicenda conclusa di fatto solo nel 1981 quando il “matrimonio riparatore”, che prima estingueva addirittura il reato di stupro, venne definitivamente cancellato dal codice penale. Pare un’eternità fa, sul piano culturale e del costume, eppure in fondo sono passati “appena” 40 anni.
Tratto da Il Post Nei giorni successivi al grave naufragio avvenuto il 26 febbraio a Steccato di Cutro, in provincia di Crotone (Calabria), il governo guidato da Giorgia Meloni ha spiegato più voltedi volere impedire gli arrivi via mare di migranti contrastando le attività di due figure: i trafficanti di esseri umani e i cosiddetti “scafisti”, un termine usato quasi solo quando si parla di immigrazione per definire persone che guidano le imbarcazioni o i gommoni su cui i migranti arrivano in Italia. Mentre i trafficanti, cioè le persone che organizzano questi viaggi, sono spesso assai difficili da individuare e processare, ogni anno in Italia vengono arrestati decine di cosiddetti scafisti.
Tratto da Lifegate di Ilaria Chiavacci Se lo scorso febbraio avessimo aperto il dizionario Devoto Oli, alla voce “color carne” avremmo letto: “Color rosa pallido simile a quello della pelle umana”. Oggi, oltre al Nuovo Devoto Oli, hanno cambiato la loro definizione di color carne anche il Dizionario Garzanti di Italiano, il Nuovo De Mauro per Internazionale, la Treccani e lo Zingarelli-Zanichelli.