di Giovanni Gaetani. Tratto da Micromega
Dobbiamo abolire le leggi contro la blasfemia, in Italia, in Europa e poi in tutto il mondo. Perché punire un cittadino per il reato di blasfemia (fosse anche solo con una multa di un euro) significa riconoscere che quel reato ha senso e che una punizione è necessaria.
Tratto da www.valigiablu.it
Centinaia di morti nella striscia di Gaza vittime dei bombardamenti israeliani e almeno dieci cittadini israeliani uccisi dai razzi lanciati da Hamas. L’ennesimo riaccendersi - come se si fosse mai spento - del conflitto israelo-palestinese è ridotto a un bollettino di guerra con recriminazioni da entrambi i lati.
Questo conflitto non è però solo uno scontro tra Hamas e Israele. Anzi, inizia a Gerusalemme ben 27 giorni prima del lancio del primo razzo. È un conflitto figlio di un mese di tensioni su cui la guerra a Gaza mette “un tappo” senza risolvere nulla.
Eppure, questa nuova fase di violenza offre alcuni elementi di novità.
Quarant’anni fa moriva lo storico e docente di diritto ecclesiastico. Una vita al servizio della Carta e in difesa della separazione tra Stato e Chiesa
Non votò mai Dc, appoggiò il Fronte Popolare nel ’48, entrava in chiesa quando gli altri vi uscivano, vi usciva quando gli altri vi entravano, sfidò a duello un fascista («Una pagina vergognosa della mia vita», confidò ad Alessandro Galante Garrone), scrisse un racconto giallo… Nel segno dell’irrequietudine si svolse la vita di Arturo Carlo Jemolo, ancorché inseparabile da un cilicio mentale inespugnabile. Moriva quarant’anni fa, il 12 maggio, lo storico e giurista, voce di una certa Italia, con «il culto del dovere, il senso della disciplina, della obbedienza ai superiori, della coscienza che non ci può essere un lavoro organizzato se non ci sia chi ordina e chi obbedisce, la sensazione che le sorti del singolo non sono separabili da quelle del Paese, che la disgrazia collettiva è anche la disgrazia di ciascuno». È l’elogio della piccola borghesia, la classe che improntò l’Italia giolittiana e che la Grande Guerra stravolse, così riducendola a «elemento caratteristico e direttivo del fascismo», come osserverà Luigi Salvatorelli.
L'Associazione 'ArticoloZero-Coordinamento per la laicità' denuncia la paradossale e discriminante situazione per cui, sempre più spesso, nelle nostre scuole pubbliche si affida a chi insegna religione cattolica l'insegnamento 'trasversale' di Educazione civica! Con la seguente 'Lettera aperta', che si chiede di condividere e sottoscrivere, si vuole rilanciare il dibattito sulla laicità (elemento fondativo della nostra Costituzione) nella Scuola dando appuntamento ad un'iniziativa pubblica sul tema, il prossimo sabato 5 giugno 2021.
Firma la petizione "Ministero dell'Istruzione: Educazione Civica è Educazione Laica!" cliccando QUI
Tratto da cdbitalia.it Le Comunità cristiane di base italiane, riunite in modalità online – causa pandemia – per il loro Seminario nazionale, esprimono il loro turbamento e il loro dissenso per la presa di posizione della Presidenza della Conferenza episcopale italiana contro il ddl Zan.
Tratto da NEV: Paolo Naso: "Quella proposta dall’onorevole Zan non è una legge ideologica sull’omosessualità, ma uno strumento a tutela delle vittime di violenze, discriminazioni e insulti odiosi che offendono e talvolta uccidono. E per questo la legge è urgente, perché i diritti e le tutele sono sempre urgenti".
Tratto da Torino Today
Ormai è chiaro l'assetto istituzionale: Sindaco, Industriali, Sindacati e Arcivescovo. Ci domandiamo come mai, dopo l'Inno dei...
di Michele Serra tratto da Repubblica.it
"Nel truce computo dei fondamentalismi religiosi rischia di passare in second'ordine quello cattolico, che in Polonia è al governo e non lesina colpi bassi ai suoi oppositori."
Tratto da Valigia Blu
Sabato 17 aprile le donne tornano in piazza per difendere il diritto all’aborto, dopo il bando della Regione Piemonte che di fatto permette e favorisce l’ingresso alle associazioni antiabortiste nei consultori e negli ospedali.
Di Valerio Pocar, tratto da critica liberale...Il cosiddetto ottopermille, stabilito dalla legge 20.5.1985 n. 222, rappresenta una quota della contribuzione che lo Stato impone e si vorrebbe supporre che anche questa quota sia destinata a spese per servizi di utilità collettiva. Non è così. In forza della norma citata -non per caso stabilita in esecuzionedegli accordi tra Repubblica italiana e Santa Sede conseguenti alla revisione del Concordato clerico-fascista del 1929 – lo Stato concede ai contribuenti di destinare una quota delle imposte dovute per l’Irpef (appunto l’8 per mille) a una confessione religiosa, purché si tratti di una confessione con la quale lo Stato ha stipulato una “intesa”. Così accade che la confessione musulmana, la seconda per numerosità in questo Paese, non può essere destinataria della quota d’imposta, perché l’intesa non c’è.
Da mercoledì 7 aprile il presidio ospedaliero del Cottolengo di Torino diventerà un centro vaccinale per i religiosi a dimostrazione del fatto che chiunque possa vantare un Santo in Paradiso non ha nessuna voglia di mettersi in coda con gli ultimi!
E quale criterio verrà usato per le religioni non riconosciute dalle Intese con lo Stato? Discrezionalità? Favoritismi? Conoscenze? Simpatia?
Di Luca Kocci da il Manifesto
È morto ieri, nella sua casa di Tubinga in Germania, all’età di 93 anni, il teologo svizzero Hans Küng. Aveva acquistato notorietà anche al di fuori delle aule universitarie per aver duramente contestato il dogma dell’«infallibilità» del papa, stabilito dal Concilio Vaticano I nel 1870, quando sulla cattedra di Pietro sedeva Pio IX. Per questo motivo, nel 1979, venne sanzionato da papa Wojtyla, diventando così il primo dei tanti teologi che Giovanni Paolo II punirà durante il suo lungo pontificato.