Tratto da La Repubblica Arruolato nel 2020, il buon Dio si trova da tempo impigliato con la patria e la famiglia...

Tratto da Amnesty  L’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia ha dato luogo a numerosi crimini di guerra, ha generato una crisi energetica globale e ha favorito un’ulteriore frattura di un sistema multilaterale già indebolito. Ha anche messo in evidenza l’ipocrisia degli stati occidentali, che hanno reagito con forza all’aggressione russa ma hanno condonato, o ne sono stati complici, gravi violazioni dei diritti umani altrove. Il “Rapporto 2022-2023. La situazione dei diritti umani nel mondo”, presentato oggi da Amnesty International (pubblicato in Italia da Infinito Edizioni) rivela come i doppi standard e le risposte inadeguate alle violazioni dei diritti umani nel mondo abbiano alimentato impunità e instabilità, come nel caso dell’assordante silenzio sulla situazione dei diritti umani in Arabia Saudita, della mancanza d’azione rispetto a quella dell’Egitto e del rifiuto di contrastare il sistema di apartheid israeliano nei confronti dei palestinesi.
Tratto da Domani di Federica Tourn Sono le nove del mattino di domenica 5 marzo e lo stato maggiore del centro Aletti è nelle prime file: la direttrice Maria Campatelli, Michelina Tenace, le artiste Eva Osterman e Maria Stella Secchiaroli, i gesuiti Milan Žust e Andrej Brozovic; Alberta Putti, docente di teologia dogmatica alla pontificia università gregoriana dirige il coro. Dietro l’équipe siedono sacerdoti e laici che frequentano il centro e i ragazzi e le ragazze che gravitano intorno all’atelier di teologia. A tenere l’omelia c’è il gesuita argentino Matias Yunes, anche lui cresciuto al centro Aletti. Rupnik concelebra in mezzo agli altri sacerdoti e impone le mani al momento dell’eucaristia, nonostante le restrizioni che gli sono state imposte dal suo superiore maggiore, padre Johan Verschueren, e che gli proibiscono, fra l’altro, «qualunque attività ministeriale e sacramentale pubblica».
Tratto da Uaar Al via la nuova inchiesta dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti. Da oggi è on line carogiubileo.it, il nuovo lavoro di inchiesta dell’Uaar che, già artefice di icostidellachiesa.it, ha deciso di dedicare sito e robusto work in progress specificamente al prossimo giubileo previsto a Roma per il 2025.
Tratto da Il Fatto Quotidiano Bruxelles inizia a perdere la pazienza. La Commissione europea ha ordinato all’Italia di recuperare gli aiuti di Stato illegali concessi a determinati enti non commerciali sotto forma di esenzione dall’imposta comunale sugli immobili (Ici) dal 2006 al 2011. Si tratta soprattutto di immobili di proprietà della Chiesa. La decisione fa seguito a una sentenza del 2018 della Corte di giustizia europea che annullava parzialmente una decisione di Bruxelles del 2012, nella quale dichiaraval’esenzione fiscale dell’Italia incompatibile con le norme comunitarie sugli aiuti di Stato, ma rinunciava al recupero. Nel 2012 Bruxelles aveva scelto di non ordinare all’Italia di recuperare gli aiuti illegali perché le banche dati fiscali e catastali non consentivano l’identificazione dei beneficiari. Nel 2018 la Corte di Giustizia aveva parzialmente annullato questa decisione, ritenendo che la Commissione europea avrebbe dovuto valutare se esistessero modalità alternative per il recupero, anche solo parziale. Nella sua decisione odierna, l’esecutivo comunitario riconosce l’esistenza di difficoltà per le autorità italiane nell’identificare i beneficiaridelle esenzioni, ma conclude che ciò non sia sufficiente per escludere la possibilità di ottenere almeno un recupero parziale dell’aiuto. Ad esempio, viene evidenziato, “l’Italia potrebbe utilizzare i dati delle dichiarazioni presentate ai sensi della nuova imposta sugli immobili e integrarli con altri metodi, comprese le autodichiarazioni”. Bruxelles chiarisce inoltre che “il recupero non è richiesto quando gli aiuti sono concessi per attività non economiche o quando costituiscono aiuti ‘de minimis'”. Queste difficoltà, e probabilmente una certa inerzia, spiegano perché ancora non esista un dato ufficiale su quanti siano i soldi in ballo. Secondo le diverse stime di va da un minimo di un miliardo e mezzo fino alla somma monstre di 11 miliardi in 5 anni di tasse mai richieste dallo Stato italiano. Ecco le principali tappe della vicenda.
Tratto da nev di Agenzia NEV Roma (NEV), 24 febbraio 2023 – L’Agenzia NEV inaugura un ciclo di interviste per riprendere i temi del convegno “Pluralismo religioso, integralismi, democrazie”, recentemente tenutosi a Roma. Il convegno è stato promosso dalla Fondazione Lelio e Lisli Basso, dalla Rivista e Centro Studi Confronti, dalla Biblioteca Centrale Giuridica, dalla rivista Questione Giustizia e dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Iniziamo con Paolo Naso, coordinatore della Commissione Studi Dialogo Integrazione della FCEI, consulente per i rapporti istituzionali del programma rifugiati e migranti FCEI/Mediterranean Hope, nonché docente presso l’Università Sapienza e membro del Comitato scientifico del Centro Studi Confronti.
Tratto da Ansa di Redazione Ansa Affonda la prima candidatura di spicco fra i pretendenti alla successione di Nicola Sturgeon in Scozia come nuovo leader degli indipendentisti dello Scottish National Party (Snp) e capo del governo locale di Edimburgo. L'astro nascente Kate Forbes, 32 anni appena e già titolare da un anno delle Finanze nel gabinetto Sturgeon, è finita infatti nella bufera dopo essersi dichiarata contraria, a titolo personale e per ragioni religiose, alle nozze Lgbt. Allineata alla leader uscente sulla strategia per cercare di rilanciare la causa secessionista, ma meno radicale di lei sui diritti civili, Forbes - fedele osservante della Chiesa libera di Scozia - ha affermato in una delle prime interviste rilasciate dopo aver avviato la propria campagna che se fosse stata deputata nel 2014 non avrebbe potuto votare per motivi di coscienza a favore della legge sul matrimonio paritario fra persone del medesimo sesso.
Di fcei.it

Attorno al 17 febbraio, data in cui nel 1848 i valdesi ottennero i diritti civili tramite le “Lettere patenti” di re Carlo Alberto, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) indice la Settimana della libertà dedicata ai temi della laicità, dei diritti e della presenza evangelica nella società italiana. Il tema di quest’anno è “Libertà, cittadinanza, responsabilità“.  A questo proposito la FCEI ha curato la pubblicazione del volume “Diritti, inclusione, integrazione. Percorsi di cittadinanza” (ed. Claudiana).

Di Davide Babboni

Nella lettera di due settimane fa ho accennato all’universalità dell’attitudine umana al “credere” o, ancor meglio, alla sua necessità, indipendentemente da appartenenze religiose. Aggiungo a quella mia opinione, spero non troppo a scapito della chiarezza, che tutti credono a qualcosa e tutto è credenza (quantomeno è ciò che io credo). Se è così con quale criterio possiamo attribuire a una credenza un suo grado di attendibilità? Dipenderà dal contesto in cui vogliamo valutarla. Se l’oggetto della credenza ha a che fare con la rappresentazione della realtà (cioè tutto, tranne quello che riteniamo consapevolmente fantasia o bugia), metterei al primo posto il criterio popperiano (1) della falsificabilità. Premesso che tutte le opinioni sono lecite (qui ci metterei un “quasi”), bisogna accordarsi su cosa le può falsificare; quindi occorre accettare un paradigma di verifica (2), cosa non scontata neppure per la scienza, figuriamoci per altri ambiti meno strutturati. Del resto anche il paradigma è una credenza, e infatti con questo criterio io esprimo la mia; certo corroborata da molti illustri pensatori, ma non da tutti e, in ogni caso, il criterio della maggioranza, che mi pare già infido per le elezioni, risulta improponibile per i concetti: ci troveremmo ancora in una barbarica ignoranza, peggiore di quella attualmente in essere. Con le proprie credenze, ognuno esprime i suoi condizionamenti; ed ognuno attribuirà un peso alle altrui e, se è intellettualmente onesto, anche alle proprie. L’opinione sulle credenze richiede una meta-credenza, con rischio di un infinito vorticare a elica. Poiché il nostro tempo è finito, e qualche decisione bisogna pur prenderla, è necessario fermarsi ai primi giri; ma almeno uno bisogna farlo.

Tratto da MicroMega di Alessandro Giacomini

Battezzare significa imporre una fede a un bambino, ma non solo. Pochi sanno che il battesimo è un contratto che impone degli obblighi: ubbidire alla Chiesa, pagare delle tasse in più e molto altro. Il battesimo è, quindi, una violazione dei diritti dell’infanzia.

Il battesimo religioso dovrebbe essere vietato ai minori. Se non a diciotto anni almeno fino ai dodici. Qualcuno sussulterà a questa affermazione, ma sempre più spesso si sente parlare di “bambini cristiani “, o di “bambini musulmani”, in realtà si stanno riferendo a figli di genitori cristiani o musulmani. Gli stessi genitori sono cattolici, islamici, ortodossi, protestanti, induisti per una mera questione di appartenenza geografica.