Tratto da Informareunh di Simona Lancioni Utilizzare l’immagine delle persone con sindrome di Down per produrre manifesti finalizzati colpevolizzare le donne che abortiscono non è una novità. Era già successo nel 2021 nella Repubblica di San Marino, e la trovata non portò molta fortuna a quella causa. Ora è accaduto di nuovo a Roma e nelle principali città italiane, dove, in occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Down 2023, l’Associazione Pro Vita & Famiglia ha fatto affiggere dei manifesti che ritraggono una persona con la sindrome di Down accompagnata dallo slogan “Facciamoli nascere – #StopAborto”. Ma questa volta la persona coinvolta è un bambino.
Tratto da Ultima Voce di Adele Dainese Vanessa Mendoza Cortés è un’attivista per i diritti umani andorrana, presidente dal 2014 di “Stop Viólences”, associazione che si batte contro la violenza di genere. Nel 2019 viene denunciata dal governo, a seguito di un intervento ad un Forum delle Nazioni Unite riguardante i diritti delle donne, in particolar modo quello all’aborto. La sua disamina era inerente all’analisi del Comitato delle Nazioni Unite nei confronti dell’operato dell’Andorra per l’eliminazione della violenza contro le donne. La vicenda Cortés si inserisce perfettamente nel contesto socio-politico del Principato, che dal 2011 segue una linea di governo di centro destra, con a capo il partito “Democratici per Andorra”. Nonostante la richiesta formale di ritirare le accuse, da parte del legale di Cortés e la richiesta di archiviazione del caso da parte di Amnesty International, il processo è ancora in corso con l’accusa di “reato contro il prestigio delle istituzioni” e ad ottobre 2021 è stato rinviato a giudizio.
Tratto da Il Fatto Quotidiano di Monica Lanfranco Diritto e giustizia: così si chiama il partito che governa oggi la Polonia. Concetti cruciali, quelli delle due parole scelte per dare nome a una formazione politica, che però dal 2019 distrugge quel diritto (o meglio itti universali che sono quelli delle donne) e usa la giustizia contro di loro nella sua accezione biblica: punitiva,vendicativa e terrorizzante. Il tutto accade in un paese cattolico proprio là dove, decenni prima, nacque come reazione al totalitarismo sovietico, un movimento che per nome si dette la solidarietà.
Tratto da Il Fatto Quotidiano

La decisione, presa con un atto amministrativo ma che per il Pd ha "le impronte della giunta" di centrodestra, dispiegherà i suoi effetti dal prossimo mese di febbraio. La collaborazione con l'associazione, che ha garantito anche il diritto per alcune province e regioni limitrofe, erano in essere da 42 anni.

Le Marche, regione guidata da Francesco Acquaroli di Fratelli d’Italia, hanno cancellato la convenzione con l’Aied, in piedi da diversi decenni, per praticare l’aborto in una delle regioni con il tasso di obiettori di coscienza più alto d’Italia. La decisione, presa con un atto amministrativo ma che per il Pd ha “le impronte della giunta” di centrodestra, dispiegherà i suoi effetti dal prossimo mese di febbraio. La collaborazione con l’Associazione Italiana per l’Educazione Demografica era iniziata nel 1981 e nel 2020, ultimo anno per cui sono disponibili i dati, ha garantito 232 interruzioni di gravidanza nelle Marche su 1.351 aborti volontari in regione.

Tratto da Diritto.it In Spagna qualche settimana fa il Consiglio dei Ministri ha approvato la riforma della legge sulla salute sessuale e riproduttiva e sull’aborto. Il provvedimento è frutto di una richiesta avanzata dalla Ministra per le Pari Opportunità Irene Montero. Allo Stato verrà a costare 104 milioni di Euro, dei quali 23,8 milioni avranno la finalità di finanziare l’introduzione del congedo “mestruale”, interamente pagato dallo Stato e non dai datori di lavoro, per le donne che documenteranno di avere un ciclo mestruale particolarmente doloroso. Una conquista in nome dell’autodeterminazione della quale scriveremo nelle righe che seguono. Indice
  1. I diritti introdotti con la riforma
  2. La libertà guadagnata dalle donne

1. I diritti introdotti con la riforma

Le donne che interromperanno la gravidanza avranno diritto a un periodo di congedo per malattia, la pillola del giorno dopo verrà distribuita a titolo gratuito nei centri di servizi di salute sessuale e riproduttiva. Il personale medico potrà continuare ad esercitare l’obiezione di coscienza, però i nomi degli obiettori verranno annotati su un registro, al fine di garantire sempre la presenza di personale disponibile a praticare l’aborto, se richiesto. Le pillole anticoncezionali di ultima generazione verranno coperte dalla sanità pubblica e verranno promossi anche metodi contraccettivi maschili. Continuerà ad essere proibita la maternità surrogata, indicata come forma di “violenza contro le donne”, e resterà proibita anche la pubblicità da parte delle società di intermediazione che facilitano la pratica in Paesi nei quali è consentito  l’utero in affitto. Nel testo di legge  non è passata la proposta di perseguire con pene detentive i genitori che ricorrono alla maternità surrogata, recandosi all’estero. Nella proposta è presente la promozione di un’autentica campagna di “educazione sessuale” a partire dalle prime fasi del percorso di istruzione. Si procederà al finanziamento di una formazione appropriata per insegnanti, funzionari addetti ai penitenziari e dipendenti pubblici, e verranno realizzati dei centri pubblici specializzati sulla salute sessuale e riproduttiva. È caduta la proposta per la riduzione dell’Iva dal 10% al 4% sui prodotti per l’igiene femminile (assorbenti e tamponi), alla rinegoziazione della quale si procederà in sede di bilancio dello Stato. L’approvazione definitiva della riforma  da parte del Consiglio dei Ministri spagnolo, avverrà quando la riforma passerà al Congresso e al Senato, ed essendo una legge relativa ai diritti fondamentali, dovrà essere approvata con la maggioranza assoluta dei parlamentari.