Tratto da La Voce di New York di Simone d'Altavilla Venerdì relatori speciali e indipendenti di diritti umani nominati dalle Nazioni Unite, hanno denunciatoche milioni di donne e ragazze negli Stati Uniti hanno subito un allarmante deterioramento dell’accesso all’assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, a seguito della decisione della Corte Suprema USA che ha annullato il diritto costituzionale all’aborto nel giugno 2022.
Tratto da Ohga di Maria Teresa Gasbarrone Letteralmente “accompagnatrici di clinica”, le “clinic escort” sono delle vere e proprie scorte che negli Stati Uniti accompagnano le donne all’entrata e all’uscita dalle cliniche che consentono l’aborto. Il loro obiettivo è proteggerle dagli insulti degli anti-abortisti. La loro storia è la prova che in fatto di salute il diritto all’aborto è tra i più minacciati, non solo negli Usa.

Tratto da Volere La Luna di Angelo Tartaglia

Come di tanto in tanto succede, nei giorni scorsi i maggiori mezzi di comunicazione hanno dato grande risalto a una notizia relativa al settore nucleare: in questo caso alla fusione nucleare. È la seconda volta in dodici mesi. La prima volta si informava il mondo del fatto che dal reattore a fusione JET (Joint European Torus), a Culham, in Inghilterra, si era riusciti, il 21 dicembre 2021, ad estrarre, in cinque secondi, un’energia di circa 16 kWh (usando unità da bolletta domestica, piuttosto che quelle più scientificamente corrette ignote al grande pubblico). Era la prima volta che si riusciva a estrarre energia dalla macchina, solo che l’energia spesa per ottenere il risultato era maggiore di quella ricavata… La seconda notizia è quella recentissima che ci informa che nella National Ignition Facility (NIF) del Lawrence Livermore National Laboratory (LLNL) in California, il 5 dicembre scorso, si è riusciti a produrre la fusione nucleare ricavandone circa 0,8 kWh. La novità è che questa volta l’energia prodotta è stata maggiore di quella iniettata dai 192 laser utilizzati per attivare la fusione: è la prima volta che succede. C’è, a dire il vero, anche un altro dettaglio che sembra essere sfuggito ai mezzi di comunicazione che hanno riportato la notizia. Se si va a leggere il comunicato ufficiale dell’LLNL (che immagino i giornalisti dovrebbero leggere e che è reperibile al link https://www.llnl.gov/news/national-ignition-facility-achieves-fusion-ignition) si trova che le attività di ricerca relative alla fusione condotte in quel laboratorio sono anche di interesse militare. Già nelle prime righe del comunicato si trova, oltre alle solite cose sull’energia pulita, l’affermazione che il risultato «lastrica la via al miglioramento della difesa nazionale» (traduzione mia); più oltre si legge che il lavoro futuro del NIF aiuterà a «mantenere un deterrente nucleare senza bisogno di test nucleari» (cioè di esplosioni in atmosfera o sotterranee oggi bandite dai trattati internazionali). Ancora: nello stesso comunicato compare una dichiarazione entusiasta del senatore Charles Schumer, portavoce della maggioranza democratica del Senato, che si dice fiero di aver contribuito a far assegnare quest’anno più di 624 milioni di dollari nel National Defense Authorization Act per il proseguimento della ricerca su questo tipo di fusione.

Tratto da The Submarine, di Elena Colonna
Sabato 8 ottobre migliaia di persone in tutto il mondo hanno partecipato a diverse manifestazioni in supporto del fondatore di WikiLeaks. Siamo stati al presidio organizzato dai sindacati dei giornalisti francesi a Parigi
La statua della libertà si staglia maestosa contro un cielo limpido, nel suo tipico verde acqua di bronzo ossidato. A dispetto di ogni apparenza, non siamo a New York, ma a Parigi. Ai piedi della copia molto più modesta della celebre statua newyorkese, sabato 8 ottobre decine di persone si sono radunate per protestare contro l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti. “Il giornalismo non è un crimine”, e “Liberate Assange, incarcerate i criminali di guerra” recitano alcuni tra i cartelloni. Julian Assange è un cittadino australiano, fondatore nel 2006 di WikiLeaks, una piattaforma che permette di pubblicare in forma anonima documenti riservati che mettano in luce comportamenti eticamente scorretti di governi o aziende. Nel 2010, Wikileaks ha pubblicato documenti dell’intelligence militare statunitense che rivelavano crimini di guerra perpetrati dalle truppe americane in Afghanistan e in Iraq, mai venuti alla luce. Da quel momento, Assange è ricercato negli Stati Uniti con l’accusa di aver cospirato nella divulgazione di informazioni pericolose per la sicurezza nazionale americana. Dopo 7 anni passati da rifugiato politico nell’ambasciata ecuadoriana di Londra, Assange è detenuto da più di tre anni nel Regno Unito. Lo scorso 17 giugno, il governo britannico ha autorizzato l’estradizione del fondatore di WikiLeaks negli Stati Uniti — decisione contro cui gli avvocati di Assange hanno presentato un ricorso.
Tratto da Jacobin, di David Sirota 
Biden ha recentemente chiesto clemenza per i piccoli consumatori di marijuana. I governatori repubblicani che hanno rigettato il suo appello stanno ricevendo grosse donazioni dalle aziende che gestiscono le galere

I governatori repubblicani che hanno rifiutato una nuova richiesta della Casa Bianca di amnistia per i condannati per la detenzione di piccole quantità di marijuana hanno raccolto ingenti donazioni per la loro campagna dall’industria carceraria privata che ha un interesse finanziario nel continuare la guerra alla droga.

Giovedì scorso, Joe Biden ha fatto sapere che sta «esortando i governatori ad amnistiare i piccoli reati statali di possesso di marijuana». Rispondendo, i governatori repubblicani Greg Abbott (Texas), Bill Lee (Tennessee) e Asa Hutchinson (Arizona) hanno dichiarato che non avrebbero accolto la richiesta. Sono gli stessi governatori che hanno rastrellato più di 263.000 dollari da donatori legati all’industria delle carceri private, che trae profitto da politiche e carcerazioni dure contro la criminalità. In tutto, l’industria delle carceri private ha investito più di un milione di dollari nelle elezioni statali negli ultimi quattro anni, principalmente a favore dei repubblicani.
Tratto da Volere la Luna, di Marco Cinque  Leonard Peltier è chiuso in carcere da ormai 46 anni ed è l’emblema dei prigionieri politici e delle minoranze indigene negli Stati Uniti. Di ascendenza Ojibwa Lakota, è tra i fondatori dell’Aim (American Indian Movement) e simbolo di una resistenza che dura da più di 500 anni. La sua vicenda giudiziaria è ormai arcinota, raccontata in svariati libri, film e anche in molti articoli dedicatigli da questo giornale. Nei primi 10 giorni di ottobre di quest’anno è previsto l’arrivo in Europa di una delegazione dell’International Leonard Peltier Defense Committee, storico comitato che da tempo si batte per la sua causa, composta da Jean Roach, Lona Knight e Carol Gokee, che saranno presenti anche in diverse città italiane, a partire da Milano. Il ciclo delle manifestazioni di sostegno vedrà il suo culmine a Ginevra, in un incontro con le Nazioni unite.