Tratto da the submarine di Alessandro Massone

Il Pentagono sta impedendo all’amministrazione Biden di condividere con la Corte penale internazionale le prove raccolte dall’intelligence statunitense sui crimini di guerra commessi dall’esercito russo in Ucraina. I militari statunitensi sono contrari a offrire assistenza alla Corte, perché temono di creare un precedente che permetterà in futuro di perseguire cittadini statunitensi impegnati in operazioni militari all’estero. Le altre parti dell’amministrazione — tra cui le agenzie di intelligence stesse, e i dipartimenti di Stato e della Giustizia — vogliono invece collaborare.

Tratto da ValigiaBlu di Roberta Aiello Una rete di volontari russi, impegnata a sostenere i rifugiati di guerra ucraini e a portarli fuori dal proprio paese verso l'Europa, che sfida le autorità rischiando di pagare un prezzo che può essere molto elevato. La racconta il Washington Post. Una sorta di Underground Railroad, la rete informale di itinerari segreti e luoghi sicuri utilizzata negli Stati Uniti d'America dagli schiavi afroamericani, dalla fine del XVIII secolo fino alla metà del XIX secolo, per fuggire negli “Stati liberi” e in Canada con l'aiuto degli abolizionisti, solidali con la loro causa.
Tratto da Il Manifesto, di Emanuele Giordana   La giustizia di Kiev ha rinviato il processo a Ruslan Kotsaba previsto per oggi mentre il suo avvocato ha deciso di presentare una petizione perché venga sospeso. Se non venisse accolta, Ruslan dovrà presentarsi benché abbia chiesto una sessione online poiché quelle in presenza sono a rischio di interventi violenti da parte di chi considera la gente come lui una macchia per la Patria. Ruslan, un giornalista ucraino pacifista e obiettore di coscienza, ha 49 anni e ne rischia 15 anni di galera perché la giustizia ucraina lo accusa di «alto tradimento» per alcune dichiarazioni contrarie alla leva militare durante la «guerra civile fratricida del Donbass». Il suo è diventato un caso simbolo entrato a far parte del dibattito che riguarda il diritto a essere obiettori di coscienza e dunque alla scelta di non voler entrare nella logica della guerra. È una posizione scomoda. E lo è due volte se si è ucraini.