Tratto da Fanpage.it di Luca Pons La Corte di Cassazione ha ricevuto la proposta di legge di iniziativa popolare promossa dall'associazione antiabortista Pro vita & famiglia. La proposta, che l'associazione ha intitolato "Un cuore che batte", andrebbe a modificare l'articolo 14 della legge 194 del 1978, ovvero la norma che ha reso legale l'interruzione volontaria di gravidanza in Italia. Al comma 1 si aggiungerebbe questo testo: "Il medico che effettua la visita che precede l'interruzione volontaria di gravidanza" ai sensi della legge, "è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso".
Tratto da Informareunh di Simona Lancioni Utilizzare l’immagine delle persone con sindrome di Down per produrre manifesti finalizzati colpevolizzare le donne che abortiscono non è una novità. Era già successo nel 2021 nella Repubblica di San Marino, e la trovata non portò molta fortuna a quella causa. Ora è accaduto di nuovo a Roma e nelle principali città italiane, dove, in occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Down 2023, l’Associazione Pro Vita & Famiglia ha fatto affiggere dei manifesti che ritraggono una persona con la sindrome di Down accompagnata dallo slogan “Facciamoli nascere – #StopAborto”. Ma questa volta la persona coinvolta è un bambino.